In quali modi può l’arte porsi al centro di processi di cambiamento sociale fondati sulla responsabilità? Come riportato in un nostro precedente articolo, per esplorare questa domanda e le possibili risposte, Cittadellarte dal 1998 organizza Arte al Centro, una rassegna di mostre, performance e incontri che raccontano pratiche artistiche di trasformazione in senso di responsabilità dei contesti sociali in cui si sviluppano. Quest’anno l’evento, in programma per domenica 25 giugno a Cittadellarte, si caratterizza per una doppia ricorrenza: la 25esima edizione della rassegna e il 90esimo compleanno di Michelangelo Pistoletto. La rassegna di mostre, incontri e seminari che raccontano pratiche artistiche di trasformazione dei contesti sociali in cui si sviluppano, realizzate da Cittadellarte e dalla sua rete internazionale, sarà ad ingresso libero e si terrà dalle ore 11 alle 23 negli spazi della Fondazione Pistoletto, a Biella, proponendo mostre, performance e laboratori creativi e didattici. Scopriamo, con una serie di approfondimenti, alcuni dei contenuti chiave dell’evento partendo da CirculArt 3.0.
CirculART 3.0
A cura di Fashion B.E.S.T. e UNIDEE Residency Programs
In collaborazione con Matteo Ward
Artisti: Augustina Bottoni, Lucia Chain, Huge Sillytoe e Rebecca Sforzani
L’arte si incontra con la moda sostenibile nella terza edizione del progetto CirculART, l’iniziativa che vede aziende, artisti e fashion designer insieme a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto per dimostrare come, tramite un’accurata scelta dei materiali e delle filiere di approvvigionamento sostenibili, si possano esplorare nuove forme di equilibrio produttivo, progettuale e di condivisione.
Tre i concetti chiave alla base della circolarità della moda sostenibile e di questa iniziativa: Reduce – ridurre i consumi di materia prima, Reuse – riutilizzo delle materie prime e Recycling – la rigenerazione. La collaborazione con Matteo Ward punta a ricostruire la supply chain delle opere d’arte, evidenziando non solo la provenienza delle materie prime – recuperate delle 13 aziende partner – ma anche delle idee, dei ricordi e delle visioni che hanno alimentato la ricerca artistica dei 4 CirculArtist. L’obiettivo è provare a dare una forma visiva all’idea progettuale di ognuno dei lavori presentati e ispirare l’immaginazione di filiere alternative, circolari e fluide dove la sintesi tra il mondo della moda e dell’arte è protagonista.
- Assembly For Regeneration di Agustina Bottoni
Assembly for Regeneration è uno spazio comune realizzato con materiali tessili per riflettere su modi alternativi e più sani di produrre e consumare. In un sistema in cui la maggior parte dei consumatori ignora come sono fatte le cose o da dove provengono, questa installazione ci ricorda che i vestiti e gli oggetti per la casa sono modellati dalle persone con materiali e processi che hanno una storia, oltre che un impatto ambientale e sociale. - ReBeLsTrAnDs (ReB; eLsTr; AnDs) di Huge Sillytoe
Rebel strands – Fili Ribelli – sono le strisce, i brandelli, le schegge di materiale che rifiutano di conformarsi ai processi meccanici a cui si tenta di sottoporli. Fili Ribelli rappresentano la resistenza all’essere inghiottiti dai processi di produzione industriale attualmente dominanti all’interno del capitalismo globale, dalla logica della produzione e dei profitti infiniti in continua crescita su un pianeta che invece è finito. - Memories of a precipitous future di Lucia Chain
Ispirata dai cerchi imperfetti creati dai moti dell’acqua che l’artista visualizza come miraggi, mentre si immagina un futuro senza acqua e si aggrappa al ricordo e alla nostalgia di una tempesta per sopravvivere. - Che non siano solo macchinari di Rebecca Sforzani
Una riflessione sul tema del lavoro scaturita dall’osservazione di una serie di divise storiche e dall’interesse nel connettere passato e futuro, ricordi e aspettative di chi vive il mondo del tessile dall’interno. Le sagome che compongono l’opera, realizzate con gli scarti delle stesse aziende che rappresentano, impersonificano le diverse figure coinvolte durante il processo. Una coralità di voci per far riaffiorare una molteplicità di punti di vista, una narrazione di professionisti e professioniste per disegnare uno spaccato dell’industria tessile in Italia oggi.