Anche quest’anno visitando la Galleria Woolbridge, a quattro passi da Cittadellarte, sono stato attratto da alcune opere esposte negli ampi spazi dell’ex opificio laniero Pria, anch’esso attualmente dedicato all’arte. Proprio in omaggio al vicinato dei due luoghi Woolbridge e Cittadellarte ho chiesto di poter presentare nella rassegna di Arte al Centro 2023 due opere realizzate da due artisti che mi hanno attratto.
L’opera di Ghada Amer Senza Titolo è stata realizzata nel 1998. Si tratta di una tela di colore giallo ricamata con filo marrone, il soggetto del quadro è figurativo ed esprime la libertà della donna in una società in cui la morale è dettata e imposta rigidamente attraverso la politica. La femminilità è raccontata senza pudore moralistico. È così che l’artista si riapppria della naturalezza dell’essere e del comportamento. La tecnica usata non è quella del dipingere ma del cucire: una manualità che, anch’essa proviene, dalla tradizione. Il ricamo marrone è perfettamente compiuto, ma il filo è sempre interrotto e lasciato visibilmente cadere libero mentre il disegno continua con un nuovo filo dello stesso colore introdotto nell’ago. È il senso della vita che muta nel continuo procedere.
L’opera Two Thousands Years Embroidery No. 43 di Zheng Guogu, realizzata nel 2007 analizza l’aspetto che la cultura occidentale e le tecnologie digitali hanno all’interno della vita cinese e delle sue tradizioni. L’opera consiste in una tela blu con ricami oro e si presenta come un arazzo. Sul fondo blu i fili d’oro disegnano precisi riquadri, e ciascuno di essi contiene uno o più messaggi tipici di quelli usati tra i giovani cinesi per intendersi cripticamente.
Il trasferimento della tecnologia in arte attraverso il filo d’oro del pensiero è significativo dell’assunzione di libertà personale e di responsabilità sociale. Il filo da ricamo unisce queste due opere con significati tanto artistico-socioculturali quanto sociopolitici.
Michelangelo Pistoletto
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