“Cittadellarte è un luogo veramente incredibile. Ho fatto un lungo viaggio per arrivare qui e pensavo di essere giunta a destinazione, ma invece il lungo viaggio è iniziato proprio qui”. Con queste parole Alessia Montani, avvocato e leader della start up M’AMA.SEEDS, ha commentato la giornata trascorsa alla Fondazione Pistoletto, durante la quale ha visitato gli spazi espositivi e incontrato e dialogato con il direttore Paolo Naldini e con alcuni responsabili di progetto di Cittadellarte. Per Montani è stata un’occasione significativa: per lei, ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso, è stata la prima volta nella realtà biellese. Proprio il simbolo trinamico è stato il trait d’union dei confronti, declinati nei differenti topic che vedono l’avvocato e la Fondazione Pistoletto impegnate. Sono state infatti poste le basi per future progettualità attorno a temi quali nutrimento e moda sostenibile, ambiti a cui Cittadellarte lavora rispettivamente attraverso l’associazione Let Eat Bi e il progetto Fashion B.E.S.T.
“È incredibile – ha esordito ai nostri microfoni – quello che si riesce a vivere in questo luogo: ho intrapreso un viaggio nella conoscenza, nell’arte, nella cultura e nella sostenibilità; è un mondo a sé, a parte, che però ha voglia di essere assolutamente inclusivo”. Montani fa poi riferimento a un fattore chiave: la creatività. “Quando si ha a che fare con dei creativi (come alla Fondazione Pistoletto), e io mi ci metto, si inizia parlando di un argomento, ma poi diventano mille. Noi, infatti, da un progetto già ne abbiamo tre in cantiere. Cittadellarte per me è una casa della creatività”.
Montani, su nostro input, ha poi spiegato come a suo avviso si possono intrecciare arte, moda, cibo e sostenibilità trovando un equilibro: “Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte – ha replicato – sicuramente se ne sono già occupati e molte risposte possono essere racchiuse nel simbolo del Terzo Paradiso. Per quanto mi riguarda noi vogliamo attraverso un consorzio di cui sono presidente salvaguardare, proteggere e diffondere le antiche semenze, un patrimonio completamente abbandonato, ossia quello della biodiversità agricola che oggi non ha una tutela normativa. Noi stiamo quindi predisponendo una legge di tutela, una diffusione e poi una divulgazione per chi non la conosce. Come sappiamo, l’Italia è la culla della biodiversità, ma nella trasformazione dei prodotti, purtroppo, questa diversità non esiste. Oggi – ha concluso – siamo un mondo della monocoltura, abbiamo allora fondato questo consorzio per la costituzione del Made in Italy dei semi. In questo modo l’italianità partirebbe proprio dall’origine e quindi dall’originalità della materia prima”.
Di seguito l’intervento integrale di Alessia Montani.