“Biennale Architettura 2023”, il collettivo DAAR premiato con il Leone D’oro
Il DAAR (composto dagli architetti Alessandro Petti e Sandi Hilal) ha ricevuto il Leone d’oro per la migliore partecipazione alla 18esima Mostra Internazionale di Architettura dal titolo "The Laboratory of the Future" a cura di Lesley Lokko, organizzata dalla Biennale di Venezia. La giuria internazionale ha conferito il premio “per il loro impegno di lunga data teso a un profondo coinvolgimento politico con pratiche architettoniche e di apprendimento della decolonizzazione in Palestina e in Europa”. La Fondazione Pistoletto si unisce simbolicamente alle celebrazioni per il prestigioso riconoscimento: il collettivo si è avvalso di una lunga collaborazione artistica con Unidee Residency Programs e con Cittadellarte.

Cittadellarte rivolge un applauso al collettivo di architetti DAAR, formato da Alessandro Petti e Sandi Hilal: la coppia italo-palestinese ha appena ottenuto il Leone d’Oro per la migliore partecipazione alla 18esima Mostra Internazionale di Architettura dal titolo The Laboratory of the Future¹, organizzata dalla Biennale di Venezia, che si svolge da sabato 20 maggio a domenica 26 novembre 2023 (pre-apertura 18 e 19 maggio), curata dall’architetta, docente di architettura e scrittrice Lesley Lokko. Alle Corderie dell’Arsenale – luogo espositivo della Biennale dal 1980 – la giuria², presieduta da Ippolito Pestellini Laparelli, ha assegnato il premio ai due artisti, entrambi presenti all’Arsenale nella Dangerous Liaisons section, ossia una sezione che si concentra “sui professionisti che lavorano al margine produttivo – così la curatrice – tra l’architettura e la sua miriade di ‘altri’ – paesaggio, ecologia, pianificazione, finanza, dati, salute pubblica, intelligenza artificiale, patrimonio, storia, conflitto e identità, solo per citarne alcuni – attraverso metodologia, materiali o materia, tracciando nuovi territori di rilevanza e urgenza professionale e concettuale”. Il prestigioso riconoscimento al DAAR, nello specifico, è dovuto al “loro impegno – questo un estratto delle motivazioni – di lunga data teso a un profondo coinvolgimento politico con pratiche architettoniche e di apprendimento della decolonizzazione in Palestina e in Europa”.


DAAR Alessandro Petti and Sandi Hila
Ente di Decolonizzazione – Borgo Rizza
18ima Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia,
The laboratory of the Future
Foto di Andrea Avezzù (Courtesy: La Biennale di Venezia).

Cittadellarte, come accennato, si congratula per il premio anche alla luce della collaborazione artistica che da anni la lega ai due membri del collettivo. Il primo ‘capitolo’ è stato scritto nel 2008, quando Alessandro Petti fu uno dei partecipanti al workshop di Cittadellarte/Love Difference, condotto da Ilari Valbonesi (RAM Radio Arte Mobile) nell’ambito del progetto ASTIDE – Art for Social Responsible Transformation and Intercultural Dialogue in Europe. Si passa poi al secondo, nel 2009, quando Alessandro Petti e Sandi Hilal presero parte a Place beyond borders³, un progetto di Cittadellarte visivo e testuale costituito da uno spazio di testimonianza, analisi e approfondimento sul tema delle pratiche artistiche impegnate nei luoghi di conflitto in Medioriente, che si tenne dal 3 luglio 2009 al 7 gennaio 2010; per l’occasione, il 6 e il 7 luglio, Cittadellarte organizzò anche un workshop curato da Judith Wielander e da Juan Esteban Sandoval con Rene Gabri, Ayreen Anastas e lo stesso Alessandro Petti. Place beyond borders, come progetto espositivo curato da Judith Wielander e Love Difference – Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea, fu inoltre una delle mostre proposte alla dodicesima edizione di Arte al Centro, rassegna inaugurata il 3 luglio 2009.
Si passa poi al 2010, quando Sandi Hilal e Alessandro Petti, nell’ambito del progetto per Albissola Marina Albissola-Betlemme. Le mille e una notte, proposero per l’11 giugno una tavola rotonda sui metodi nell’arte contemporanea con Michelangelo Pistoletto, che vide tra i relatori anche Salwa Mikdadi (Storica e curatrice d’arte palestinese-americana), Artway of thinking (gruppo di ricerca attivo nel campo della community-based public art) e gli autori della Scuola di Gomma ad Al-Khan Al-Ahmar a Gerusalemme. Si giunge poi al 2020, quando Sandi Hilal fu per una settimana una dei mentori della residenza di Unidee Residency Programs Pratiche artistiche incorporate in un futuro post-pandemico, che vide 46 partecipanti provenienti da tutto il mondo, impegnati nell’esperienza formativa che si sviluppò in forma fisica e virtuale, portando i residenti a indagare e proporre una propria ricerca sul ruolo delle pratiche d’impegno sociale ai tempi del Covid-19 (tutti i dettagli in un nostro precedente articolo); Sandi, per l’occasione, curò un seminario ad hoc e, sulla scia delle group critique che i mentori erano tenuti a facilitare, si confrontò coi residenti secondo un format peer-to-peer.

Importante anche la collaborazione tra Cittadellarte e Alessandro Petti e Sandi Hilal nell’ambito del progetto Visible in diverse occasioni. Nel 2014, nel contesto del programma Visible: art as something else presso la Galleria di ERG – ècole supèrior des arts a Bruxelles, e ancora nel 2019, con la nomina nella long list del Visible Award 2019 per il progetto Al Madhafah-The living room di Sandi Hilal. L’occasione più recente da segnalare è datata 26 marzo 2023, quando, presso la sede del municipio del capoluogo piemontese, si è tenuta un’assemblea in forma di parlamento temporaneo curata da Visible in collaborazione con il Polo del ’900, che ha visto come relatore anche Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, co-fondatrice di Visible con la Fondazione Zegna: l’evento, proposto nell’ambito di Biennale Democrazia, ha dato voce a tre ospiti (Valentina Avvantagiato, Bianca Elzenbaumer e Salvatore La Rosa) e ha posto sotto i riflettori altrettanti progetti (Casa delle Agricolture Tullia e Gino, Ente di Decolonizzazione – Borgo Rizza sviluppato proprio da DAAR e Robida); per l’occasione, il pubblico è stato invitato a discutere, assieme ai presenti, su una possibile rete nazionale che connetta le esperienze incentrate sulla trasformazione sociale responsabile attraverso l’arte, proiettandole verso nuove prospettive politiche.

Se a proposito della Biennale d’Arte del 2022 – ha affermato Paolo Naldini – si sentiva che al latte dei sogni mancava il caglio dell’impegno per la trasformazione della società, questa edizione della Biennale Architettura il caglio ce l’ha! Il Leone d’Oro a Sandi Hilal e Alessandro Petti rappresenta un forte e chiaro segnale che anche nelle istituzioni più consolidate e stratificate abita l’urgenza della trasformazione. Incoraggia e sprona questo premio a DAAR. Festeggiamo – ha concluso – anche in Cittadellarte, in Accademia Unidee e in Unidee Residency Programs, in Visible Project, i mentori, i practitioner, i discussant, gli amici Alessandro e Sandi”.


¹The Laboratory of the Future è una mostra divisa in sei parti. Comprende 89 partecipanti, di cui oltre la metà provenienti dall’Africa o dalla diaspora africana. Il programma della mostra è arricchito dal Carnival, un ciclo di incontri, conferenze, tavole rotonde, film e performance durante i sei mesi di apertura, volti a esplorare i temi della Biennale Architettura 2023.
² La Giuria della 18esima Mostra Internazionale di Architettura 2023 – deliberata dal CdA della Biennale di Venezia su proposta di Lesley Lokko – è composta dall’architetto e curatore italiano Ippolito Pestellini Laparelli (presidente); dall’architetta e curatrice palestinese Nora Akawi; dalla direttrice dello Studio Museum di Harlem, la statunitense Thelma Golden; dal direttore di Cityscape Magazine, il zimbabwese Tau Tavengwa; dall’architetta e docente polacca Izabela Wieczorek.
³ “Attraverso una selezione e presentazione di lavori svolti da artisti e attivatori, di carattere sia documentativo che di ricontestualizzazione, place beyond borders pone una serie di domande aperte – questo il concept – con la possibilità quindi di stimolare nuove questioni e prospettive. Un luogo eterotopico (come descritto da M. Foucault) immaginato e creato oltre i confini reali di un conflitto territoriale e politico complesso e, allo stesso tempo, luogo di partecipazione e confronto dialogico, per dirlo con Chantal Mouffe, un’agonistic public sphere. Artisti e attivatori selezionati per la capacità reale di analisi critica e propositiva del e nel contesto mediorientale, presentano opere video e/o poster con interviste, statement e immagini, che indagano il tema del confine, inteso non soltanto come confine geografico e politico, ma soprattutto come barriera mentale al dialogo e al riconoscimento dell’altro. Nel ‘place beyond borders’ è inoltre possibile approfondire le tematiche affrontate attraverso una selezione di libri suggeriti dagli artisti/attivatori coinvolti nel progetto. Durante i mesi estivi “place beyond borders” si trasforma in un laboratorio attivo nell’ambito della programmazione didattica di UNIDEE, residenza artistica internazionale. Attraverso l’analisi dei progetti artistici sviluppati, si indagano con gli artisti residenti prospettive di azioni per sollevare un dibattito sul ruolo dell’artista come attivatore di processi di trasformazione del reale”.
Crediti foto di copertina: Fondazione Menna.