Ogni anno, si sa, si compone di 12 mesi, 52 settimane e, normalmente, 365 giorni. Questi sono sulla carta tutti uguali: durano 24 ore, vengano accolti da un’alba e salutati da un tramonto e sono parte dello stesso mosaico del tempo. Ma alcune date hanno un significato speciale. Non ci riferiamo alle giornate mondiali di uno specifico topic, che comunque hanno lo scopo di porre sotto i riflettori questioni spesso dimenticate, ma le ricorrenze personali. Giorni in cui si volge lo sguardo al passato, pensando che anni fa, in quelle stesse ore, stava accadendo qualcosa di significativo. Chiaro, alcune date hanno segnato la storia della società nazionale e sono naturalmente riconosciute e celebrate da uno Stato intero, come l’Anniversario della liberazione del 25 aprile, festa nazionale della Repubblica Italiana, giusto per citarne una storica per la nostra penisola. Questa volta, però, vorremmo concentrarci su momenti più ‘leggeri’, o quantomeno che riguardino la sfera emotiva o personale. Un compleanno, ad esempio. È consuetudine celebrarlo, con i propri cari, anche se è un giorno in cui il festeggiato non ha particolari meriti, se non quello di essere nato ‘n’ anni prima. Eppure, per 24 ore, quella persona riceverà ondate d’affetto, sfumate a seconda del rapporto che lo lega all’altro. Ma che siano parole che legheremo alla memoria o una semplice scritta “auguri” sulle nostre bacheche social, non conta. Un’altra persona ha donato del proprio tempo, fosse anche una manciata di secondi, a noi. Quale regalo più grande?
Ecco, pochi giorni fa abbiamo festeggiato il compleanno, non di un redattore o un collega, ma della nostra testata giornalistica. Il 2 maggio il Journal ha compiuto tre anni. L’uso della prima persona persona plurale non è casuale: il Journal non è solo di chi lo anima scrivendoci, ma del lettore che, a sua volta, dà valore agli articoli pubblicati dedicandoci del tempo. E gli utenti digitali, lo riveliamo con umiltà e gioia, non sono stati pochi. In questi 36 mesi, infatti, il seguito è stato sempre maggiore, arrivando a registrare un numero di lettori che ci inorgoglisce. Sì, perché il compleanno ha portato con sé anche un dono: numeri, non freddi come si è solito pensare, che danno una panoramica di come la grande comunità di pratiche di Cittadellarte si stia allargando sempre più. Se consideriamo l’intera galassia che ruota attorno ai portali online della Fondazione Pistoletto, tra siti e social media, sono state oltre 100mila le persone che ci hanno seguito nel solo mese di aprile. Ecco che, con questo regalo, il compleanno assume un significato importante e un’altra forma.
Ringraziamo quindi tutti voi, a partire da te, lettore, che in questo momento stai leggendo queste righe. È insieme a te che il Journal vuole brindare a questi tre anni. Cin cin!
Ma è solo una tappa del percorso: continueremo a raccontarvi tutto il mondo di Cittadellarte, oltre ai fatti di attualità riguardanti le tematiche ‘vicine’ alla Fondazione Pistoletto.
Grazie ancora a tutti voi lettori per averci accompagnato, articolo dopo articolo, in questo viaggio.
“Quando con Paolo Naldini abbiamo progettato il Journal di Cittadellarte ero certo delle sue potenzialità, ma vederle messe a terra giorno dopo giorno – racconta il direttore responsabile del Journal Daniel Tarozzi – mi rende felice e orgoglioso di essere parte di questa grande famiglia. Un’informazione diversa è fondamentale per una trasformazione sociale responsabile. Ecco quindi che con questa testata cerchiamdo di diventare anche noi un po’ artisti e un po’ artigiani, proponendo una narrazione che promuova e renda replicabili gli obiettivi ben racchiusi nella trimanica e nel segno-simbolo del Terzo Paradiso. Grazie quindi a tutte le lettrici e i lettori, ma anche alla redazione, ai collaboratori, ai colleghi di Cittadellarte e agli ambasciatori del Terzo Paradiso. Insieme possiamo cambiare davvero le cose. Adesso. Qui”.