Castello di Rivoli, i bambini danno voce al “Canto della pace preventiva” di Michelangelo Pistoletto
Venerdì 23 febbraio gli allievi della scuola secondaria di primo grado Gobetti di Rivoli sono stati protagonisti di una performance musicale dedicata a Pistoletto nell'ambito della mostra "Molti di Uno". Il Dipartimento Educazione del Museo, nei giorni del finissage del progetto espositivo, ha infatti proposto un ricco palinsesto di eventi all’insegna dell’inclusione e della condivisione con le comunità, coinvolgendo in particolare scuole, famiglie e enti del terzo settore che operano sul territorio: scopriamo tutte le iniziative.

Cosa può nascere da una mostra che non si pone come progetto espositivo ma anche dispositivo culturale trasversale? Il riferimento è a Molti di Uno¹ di Michelangelo Pistoletto, curata da Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria e proposta in collaborazione con Cittadellarte, che è stata visitabile al Castello di Rivoli fino al 25 febbraio scorso. Ideata per la Manica Lunga e proposta in occasione dell’anno del 90esimo compleanno del maestro, si è sviluppata attraverso 29 Uffizi tra loro comunicanti e interconnessi attraverso una serie di porte. Queste ultime, ciascuna recante sull’architrave l’indicazione dell’attività specifica, hanno accolto e riletto l’arte del maestro in un gigantesco autoritratto che ha funzionato come la mappa di una città ideale dell’avvenire. Come accennato, nell’ottica di offrire una visione di una nuova comunità eticamente responsabile, la mostra è stata anche un dispositivo per coinvolgere i visitatori, a partire dagli addetti ai lavori che a vario titolo operano all’interno e orbitano attorno al Museo: periodicamente una persona dotata di un sapere e di una prassi specifica in un’area per la quale esiste uno dei 29 Uffizi è stata infatti responsabile catalizzatore di incontri a tema. La mostra, inoltre, è stata caratterizzata da un gran finale: il Dipartimento Educazione del Museo nei giorni del finissage ha proposto un ricco palinsesto di eventi all’insegna dell’inclusione e della condivisione con le comunità, coinvolgendo in particolare scuole, famiglie e enti del terzo settore che operano sul territorio.

Il Canto della pace preventiva
Venerdì 23 febbraio gli allievi della scuola secondaria di primo grado Gobetti di Rivoli, istituto del territorio rivolese che vanta l’indirizzo musicale e con cui il Dipartimento Educazione lavora da sempre, hanno dato vita a un evento d’eccezione nella suggestiva cornice del Teatro del Castello di Rivoli. Guidati dai loro professori Elena Diana e Riccardo Conti, gli alunni hanno dato voce e musica al Canto della pace preventiva che Michelangelo Pistoletto ha affidato al mondo perché potesse diventare l’inno di una società rinnovata “in cui la pace viene prima della guerra e non dopo”, per usare le parole dello stesso artista. Il concetto di pace preventiva si origina dall’idea, cara al maestro, di arte motore di trasformazione sociale responsabile, che incoraggia l’interazione tra le diverse comunità e i tanti ambiti della società. Una tastiera, una batteria, sei violini, cinque chitarre e un basso, sei flauti e oltre una ventina di voci bianche, più di 40 elementi tra giovani coristi e musicisti per uno spettacolo unico e indimenticabile: l’esecuzione di un’opera musicale inedita, mai presentata prima. Di fronte a una platea commossa, composta non solo da docenti e familiari dei ragazzi, ma anche dal pubblico e dallo stesso maestro, gli studenti hanno creato un momento di intensa emozione e ispirazione. Attraverso un dialogo coinvolgente con Michelangelo Pistoletto, sia i giovani studenti sia il pubblico hanno compreso il potente messaggio di pace e solidarietà veicolato dalla poesia, affrontando tematiche rilevanti come la sostenibilità e l’inclusione sociale, con profondità, vivacità e allo stesso tempo con la leggerezza e il vigore che la musica veicola. Michelangelo, per l’occasione, ha sottolineato che “il canto è un mezzo di comunicazione che porta notizie, significati, nasce come bisogno di espandere un pensiero comprensibile, comunicativo, utile alla società”.

Il dietro le quinte
L’esibizione è stata il frutto di due mesi di intenso lavoro che ha impegnato docenti e studenti coinvolti dal Dipartimento Educazione in visite e laboratori al Museo, studio e prove a scuola: i ragazzi, accompagnati dalle Artenaute, hanno inizialmente visitato la mostra Molti di Uno e successivamente, a scuola, hanno lavorato sul testo dell’artista per trasformarlo in spartito musicale per strumenti e voce, costruendo persino una coreografia per muovere tutto il corpo rafforzando le parole. “Un momento veramente emozionante – questo il commento di Paola Zanini, Responsabile del Dipartimento Educazione – che ha reso evidente la formula della creazione pensata da Michelangelo Pistoletto, che esplicita la necessità impellente di creare un modello collettivo che possa indirizzarsi alla pace preventiva a partire dall’equilibrio tra gli opposti: nel nostro caso, l’impegno, la volontà e il desiderio di mettersi in gioco per raggiungere un risultato condiviso sono arrivati dritti al cuore del pubblico. Una chiamata a usare la formula per divenire coautori di una nuova società: accordare strumenti e voci per accordarsi ovvero conciliare e pacificare gli opposti”. Al termine del concerto di venerdì, la serata è proseguita con la conversazione tra l’artista e Marcella Beccaria, curatore della mostra e vicedirettore del Museo, che si è conclusa con il firmacopie del libro La formula della creazione.

Amare le differenze
Il weekend, sia sabato sia domenica, è stato poi dedicato all’incontro con le famiglie, a partire da quelle dei bambini della Scuola dell’Infanzia Municipale Bay di San Salvario a Torino nell’ambito del progetto Tappeto Volante. Avviato dal Dipartimento Educazione nel 1996, attraverso la metafora del tappeto, in quasi 30 anni di attività ha saputo declinare i grandi temi e le importanti sfide del nostro tempo – multiculturalità, integrazione, sostenibilità, ecologia – attraverso l’arte contemporanea intesa come strumento di inclusione sociale, promuovendo le relazioni tra le persone a favore dell’integrazione, della cittadinanza e della cultura. A completamento del lungo percorso svolto nel corso dell’anno, sia al Museo sia a scuola, i bambini, i genitori e le insegnanti si sono incontrati al Castello di Rivoli per vivere insieme l’esperienza dell’arte in un’occasione unica e corale e dare sostanza al messaggio dell’artista contenuto nell’opera Love Difference – Amare le differenze, tema centrale dell’intero progetto Tappeto Volante: un potente dispositivo per l’incontro, la riflessione e il confronto. Un tavolo specchiante a forma di Mare Mediterraneo dove le linee di confine dei paesi che vi si affacciano sono riunite in un unico nuovo continente che è il mare, luogo senza confini per antonomasia, dove le differenze e le diverse lingue trovano le loro radici comuni e il dialogo diventa il modo più incisivo per conoscere e amare le differenze.
Il tempo trascorso insieme al Museo ha offerto a bambini e genitori l’opportunità di condividere il percorso svolto a scuola portando alla luce la forza della relazione tra il Dipartimento Educazione e la comunità del quartiere. “In laboratorio adulti e bambini hanno configurato il segno simbolo del Terzo Paradiso – ha sottolineato Paola Zanini – accostando elementi di recupero, apparentemente senza valore, trasformati in risorsa attraverso un’azione consapevole di ri-uso/ri-ciclo per definire un prezioso mosaico contemporaneo nelle diverse cromie. Dal gesto individuale al lavoro collettivo, in perfetta armonia, l’attività si è conclusa con un lancio liberatorio verso l’alto e slancio verso l’altro: il lavoro realizzato non viene azzerato ma anzi riportato all’infinita possibilità di creazione e gioco, mentre il valore dell’attività resta nell’esperienza comune. Un pomeriggio intenso, un’occasione significativa per la vita dei bambini, ma anche per la valorizzazione del contesto scolastico e sociale del quartiere”.


Dall’alluminio al Terzo Paradiso
L’impegno sociale e la condivisione, tratti distintivi del lavoro del Dipartimento Educazione al Museo, non si sono esauriti in queste attività. Infatti, nella stessa giornata, sono stati coinvolti i lavoratori e le famiglie della Cooperativa Sociale Arcobaleno di Torino, coordinati e coinvolti da Giovanni Iozzi, Responsabile Progetto Culturale: “Persone – viene specificato nella nota – che quotidianamente lavorano nei diversi settori dell’azienda e che si sono ritrovati in uno spazio tempo altro – il museo nel proprio tempo libero – per incontrarsi, conoscersi, riflettere e riflettersi ma soprattutto per condividere un pomeriggio sentendosi ancora di più comunità”. Anche loro hanno visitato la mostra, nell’incontro con le opere dell’artista e sperimentato nel workshop i tanti temi che hanno preso forma di parole, utilizzando lunghi cordoni di alluminio riciclato, fornito da CiAl -Consorzio Nazionale Imballaggi alluminio, materiale da sempre utilizzato nelle opere-azioni Terzo Paradiso realizzate in Italia e nel mondo dal Dipartimento Educazione. Le parole create hanno riempito lo spazio fisico del prato nella Manica Lunga per diventare scultura riflettente grazie alla plasticità della materia, con i suoi riverberi e i suoi bagliori, un grande lavoro collettivo alla ricerca di un sentimento comune di appropriazione e scambio. Infine tutti si sono uniti gli uni con gli altri, mano nella mano a configurare il segno simbolo del Terzo Paradiso e rendere evidente la necessità di stabilire nuove relazioni e nuove modalità di stare insieme anche attraverso l’arte del nostro tempo. L’alluminio inoltre, luminoso, rilucente e riciclabile all’infinito, nella perfetta continuità tra idea e materiale, rende evidente e tangibile l’importanza e il valore del recupero, in un’ottica di sostenibilità e rigenerazione. “Rigenerazione che, nel caso della Cooperativa Sociale Arcobaleno, è – così gli organizzatori – innanzitutto quella dei lavoratori, provenienti da situazioni di disagio, con i quali abbiamo dato avvio a un’esperienza d’imprenditoria sociale al servizio delle comunità – per citare le parole di Tito Ammirati, Presidente di Arcobaleno”. La Cooperativa, infatti, eroga un’ampia gamma di servizi per l’ambiente tra cui la raccolta, la logistica e il trattamento di varie tipologie di rifiuti come la carta di recupero, dando occupazione a persone svantaggiate e offrendo opportunità concrete di reinserimento attraverso il lavoro.


Lo sguardo al futuro
Con le esperienze proposte dal Dipartimento Educazione l’incontro con l’arte, ancora una volta e soprattutto in questa occasione è diventato per tutti i partecipanti un’occasione di conoscenza e di riflessione, in cui l’arte ha favorito l’attivazione di nuove relazioni, la moltiplicazione dei punti di vista, l’armonizzazione, l’accoglienza delle differenze e l’inclusione. Un migliaio di persone per un weekend speciale, una memorabile conclusione per la mostra Michelangelo Pistoletto. Molti di uno: le attività del fine settimana hanno dimostrato ancora una volta il potere unificante dell’arte e la sua capacità di ispirare cambiamenti positivi nelle comunità e nuovi modi per stare insieme. “Guardando al futuro – viene concluso dal Dipartimento Educazione  – ci auguriamo che quanto vissuto durante questa straordinaria esperienza possa diventare una consuetudine per ‘i molti’, in una continua crescita di ‘ciasc’Uno’, per influenzare positivamente il mondo che abitiamo. Un grazie infinito a Michelangelo Pistoletto per questa bellissima mostra – che già ci manca – e per tutto quello che ha generato e che continuerà a generare da qui in avanti”.


¹ La mostra è stata realizzata con il sostegno della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, si è inoltre aggiudicata il PAC2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.