CETA E TTIP al centro della bufera: il primo è acronimo di Comprehensive Economic and Trade Agreement, che letteralmente si traduce in “Accordo economico e commerciale globale”, ed è un trattato di libero scambio tra Canada e Unione europea in fase di approvazione; anche il secondo è acronimo, di Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (dall’inglese Transatlantic Trade and Investment Partnership), ed è un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziato dal 2013 tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America.
Poco più di un anno fa 40mila persone hanno protestato lungo le strade di Roma contro TTIP e CETA. Questa battaglia non è cessata dodici mesi fa: Stop Ttip Italia, infatti, ha lanciato una campagna social partita oggi alle 12, mirata a non ratificare l’accordo che sarà in votazione a Palazzo Madama a Roma il prossimo giovedì. Nello specifico, è stato scelto Twitter come canale di comunicazione per mettere in luce il proprio dissenso. I motivi della lotta alla ratifica sono esplicati nei tweet e negli hashtag: “Con il CETA più OGM e meno cibo sano” e “Acqua e servizi pubblici a rischio, il CETA facilita privatizzazioni” o “Prodotti italiani non tutelati da copie canadesi. Made in Italy a rischio con CETA!” e ancora “Glifosato e pesticidi nel grano canadese”.
(L’immagine della campagna #StopCETA)
A proposito della questione è stata scritta una lettera a più mani destinata al Presidente del Senato Pietro Grasso, dove sono spiegate le ragioni del “no” all’approvazione dell’Accordo. Gli autori dello scritto, che si può leggere in questo articolo, sono: Roberto Moncalvo, Coldiretti; Susanna Camusso, Cgil; Francesca Chiavacci, Arci; Elio Lannutti, Adusbef; Alessandro Mostaccio, Movimento Consumatori; Rossella Muroni, Legambiente; Giuseppe Onufrio, Greenpeace; Carlo Petrini, Slow Food; Rosario Trefiletti, Federconsumatori; Monica Di Sisto, Fair Watch.
“Il CETA – scrivono sul sito della campagna contro il Ttip – è arrivato in Senato. L’accordo tossico UE-Canada sarà votato giovedì 22 giugno e serve una mobilitazione di massa per fermare il processo di ratifica. Non c’è tempo da perdere, soltanto la partecipazione di tutti può cambiare le sorti di questa battaglia dopo l’accelerazione del governo”.
Per sostenere o conoscere tutte le info della campagna è possibile accedere al sito cliccando QUI.