Chiostro del Bramante, al finissage della mostra “Infinity” l’inaugurazione dell’opera “Pozzo Specchio” di Michelangelo Pistoletto
Oggi alle ore 11, nel contesto delle celebrazioni del 150° anniversario della costituzione della Real Academia de España e in occasione del finissage della mostra “Infinity - L’arte contemporanea senza limiti” presso il Chiostro del Bramante, sarà presentato l’allestimento dell’opera “Pozzo Specchio” del maestro all’interno della Cripta del Tempietto di Bramante. “Sporgendosi dalla grata del pavimento del Tempietto - ha affermato Raffaele Quattrone, nelle doppie vesti di curatore e ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso - il visitatore potrà vedere se stesso riflesso nello specchio e considerare la sua identità rispetto al passato, presente e futuro”.

Due luoghi simbolo dell’architettura del più importante architetto rinascimentale si uniscono per la prima volta per celebrare l’arte ed il pensiero dell’artista italiano più rinomato al mondo sottolineando l’importanza di una ricerca artistica e sociale che ancora oggi risulta attuale e della quale se ne continua ad avvertire la significatività”. Viene così presentata dagli organizzatori l’inaugurazione odierna dell’allestimento dell’opera Pozzo Specchio all’interno della Cripta del Tempietto di Bramante a Roma. A partire dalle ore 11, la Real Academia de España, nelle celebrazioni del 150° anniversario della sua costituzione, presenterà infatti l’opera in occasione del finissage della mostra INFINITY – L’arte contemporanea senza limiti presso il Chiostro del Bramante, alla presenza di Michelangelo Pistoletto, dell’Ambasciatore di Spagna in Italia Miguel Fernández-Palacios, della direttrice dell’Accademia Ángeles Albert e dei curatori d’arte Danilo Eccher e Raffaele Quattrone. Il Tempietto di Bramante si trova all’interno del complesso dell’Accademia di Spagna a Roma: dal 1873, anno in cui è stata creata, l’Accademia di Spagna a Roma ha svolto un ruolo fondamentale nella formazione di molte generazioni di operatori culturali non soltanto spagnoli. I lavori relativi alla sua costruzione cominciarono nel 1879 mentre l’inaugurazione ufficiale avvenne il 23 gennaio del 1881. Quel giorno, dopo le cerimonie ufficiali, il direttore decise di far visitare gli studi dei pensionados, ritenendo che fosse la soluzione migliore dato che molti dei lavori non erano ancora terminati e realizzando di fatto così il primo open studio dell’istituzione che ancora oggi viene praticato a testimonianza del fatto che l’Accademia, dopo 150 anni, è tuttora contemporanea.

Cosa si cela dietro l’inaugurazione? Come specificato nell’apposita nota stampa, Bramante venne incaricato di realizzare un piccolo tempio commemorativo con l’unica funzione di ricordare il martirio di San Pietro che, secondo la tradizione, fu crocifisso sul colle dove oggi sorge il complesso dell’Accademia di Spagna; l’architetto scelse la struttura del tempio rotondo, simbolo di perfezione divina, circondato da 16 colonne, numero che Vitruvio indicava come perfetto. Tale edificio doveva sorgere al centro di un cortile anch’esso rotondo circondato da colonne ma che non fu mai realizzato. Bramante riprese la tradizione dei tempietti a forma circolare detti sacelli che i Romani costruivano per ricordare i personaggi importanti, gli eroi ed infatti Pietro era considerato un eroe cristiano, in quanto primo pontefice e fondamento della Chiesa romana. La cupola del Tempietto simboleggia la Chiesa trionfante nella gloria dei cieli, il peristilio rappresenta la Chiesa contemporanea militante ed infine la cripta esprime il martirio di San Pietro. Infatti qui ci sarebbe, secondo la tradizione, il buco dove fu posta la croce dove fu crocifisso San Pietro. “Il Rinascimento e l’Umanesimo – si legge nel comunicato – rappresentano un momento storico molto importante per l’Italia e per il mondo: la Rinascita dopo un periodo buio, l’uomo come centro del mondo e dell’universo, la fede nel progresso scientifico ben rappresentata dalla prospettiva. A ben guardare tutti questi elementi sono presenti anche nella pratica artistica di Michelangelo Pistoletto che con i suoi quadri specchianti ribalta la prospettiva rinascimentale basata sul progresso, sull’avanzamento, sull’andare avanti”. Lo specchio diventa una porta che rompe la parete includendo lo spettatore, la dimensione reale del tempo, aprendo la prospettiva, allargando la prospettiva che diventa anche ‘retrospettiva’: “Quello che è possibile fare davanti a noi – viene aggiunto – è responsabilità del passato perché ci mostra ciò che sta alle nostre spalle”. C’è pertanto una doppia direzione prospettica definita anche, nella seconda metà del ‘900, post-moderna.

Risulta importante anche il concetto di responsabilità, di centralità dell’individuo espresso compiutamente nella cosiddetta Formula della creazione che diventa quindi espressione di un terzo stadio dell’umanità dove natura ed artificio trovano un nuovo equilibrio. “Non si tratta ad ogni modo di teorie – viene specificato nella nota – poiché con la realizzazione di Cittadellarte Pistoletto mostra il passaggio fondamentale dalla teoria alla pratica”. Nell’anno del suo 150° anniversario l’Accademia di Spagna allestisce dunque nella Cripta del Tempietto l’opera Pozzo Specchio realizzata per la prima volta nel 1966, sottolineando differenze e continuità tra il più famoso architetto umanista e il più noto artista contemporaneo italiano. L’opera fa parte di una serie di opere realizzate ed esposte da Pistoletto tra la fine del 1965 e l’inizio del 1966 nel suo studio di Torino: questi lavori, conosciuti come Oggetti in meno, sono estremamente diversi tra di loro e vennero presentati come se rappresentassero una mostra collettiva infrangendo così il dogma per cui le opere di un artista devono essere stilisticamente riconoscibili, come un marchio commerciale standardizzato. “Mi pare, con i miei recenti lavori, di essere entrato nello specchio, entrato attivamente in quella dimensione del tempo – ha affermato Pistoletto in riferimento agli Oggetti in menoche nei quadri specchianti era rappresentata. I miei recenti lavori testimoniano la necessità di vivere ed agire secondo questa dimensione, cioè secondo l’irripetibilità di ogni attimo, di ogni luogo e quindi di ogni situazione presente (…). I lavori che faccio non vogliono essere delle costruzioni o fabbricazioni di nuove idee, come non vogliono essere oggetti che mi rappresentino, da imporre o per impormi agli altri, ma sono oggetti attraverso i quali io mi libero di qualcosa – non sono costruzioni ma liberazioni – io non li considero oggetti in più ma oggetti in meno, nel senso che portano con sé un’esperienza percettiva definitivamente esternata”.

L’installazione di Michelangelo Pistoletto all’interno della cripta del Tempietto di Bramante – ha affermato Raffaele Quattrone, nelle doppie vesti di curatore e ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso – è molto particolare e suggestiva per diversi motivi. Su questo colle nel mondo antico i Romani crocifiggevano gli stranieri e coloro che avevano commesso omicidio. Secondo la tradizione qui sarebbe stato crocifisso San Pietro e all’inizio del ‘500 in pieno Rinascimento i reali spagnoli commissionano al più importante architetto dell’epoca la costruzione di questo luogo come scioglimento di un voto. Il Tempietto è una sorta di sacello costruito per onorare la figura di San Pietro. Nella cripta dedicata appunto al Santo ritroviamo un buco, teoricamente corrispondente al buco della croce dove fu crocifisso San Pietro, ricoperto da un vetro. Questo è possibile vederlo dalla grata del pavimento del Tempietto in quanto la cripta non è accessibile al pubblico. In questo luogo carico di tanti riferimenti, ho parlato di quelli religiosi tralasciando quelli legati all’umanesimo, al Rinascimento, alla ricerca della perfezione, alla fede nel progresso ed in un futuro migliore. Torniamo dunque all’opera di Pistoletto, Pozzo Specchio, appartenente alla serie degli Oggetti in meno. Sporgendosi dalla grata del pavimento del Tempietto il visitatore potrà vedere se stesso riflesso nello specchio e considerare la sua identità rispetto al passato, presente e futuro. Credo sia l’opera più suggestiva – ha sottolineato – che sia mai stata allestita in quel luogo e la suggestione è data anche da tutti i riferimenti sottesi alla stessa. Due periodi storici fortemente diversi, il nostro e quello rinascimentale, due artisti fortemente diversi, Pistoletto e Bramante. Io trovo però che le affinità e continuità siano altrettanto tante e trovare un po’ di tempo per venirle a scoprire sia qualcosa che dovremmo fare tutti”.