Modes of Instituting: è questo il nome del nuovo programma di incontri di UNIDEE, teso a definire i principi etici per costruire le istituzioni non solo come centri di potere, gerarchia, controllo o disciplina. La serie di incontri che fa parte del programma autunnale – interamente finanziato da illycaffé S.p.A. – si propone di investigare come gli artisti siano attualmente impegnati a “forzare la nozione stessa di pratica artistica oltre il modello dominante del fare arte” (Jason E. Bowman, 2016) per inventare nuove organizzazioni che espandano l’intervento dell’arte nella società. Il calendario di attività, che prende il via oggi – 8 novembre – negli spazi della Fondazione Pistoletto, si avvale anche in questa circostanza dell’operato del visiting curator Valerio Del Baglivo. I workshop, saranno condotti dagli artisti Bik Van Der Pol, Kobe Matthys, Stefan Nowotny, Janna Graham e Valeria Graziano, Annette Krauss e la curatrice Yolande van der Heide, che condurranno dei laboratori sul ruolo delle istituzioni artistiche come luoghi di dibattito e azione politica e sulle metodologie alternative di coinvolgimento del pubblico. “Ci riferiamo a questa metodologia come ‘instituting’ (istituire) – spiega il visiting curator di UNIDEE – cioè il processo di costruire istituzioni come atto culturale e critico. A Cittadellarte, l’atto di ‘istituire’ risponde a quattro principi: impegnarsi in progetti a lungo termine, promuovere la critica sociale, favorire la partecipazione collettiva su scala locale e supportare il dibattito multidisciplinare”.
Il percorso sarà articolato con la partecipazione di esperti internazionali: “Sulla scia della metodologia di Michelangelo Pistoletto – continua Del Baglivo – disquisiremo sui modi in cui le istituzioni artistiche possono (dis)imparare dalle pratiche artistiche che ‘coinvolgono’ e creare comunità intorno a questioni di interesse comune. Non solo: ci focalizzeremo anche su come sviluppare organizzazioni in cui il pubblico non sia considerato un ricettore passivo di contenuti predefiniti, ma un membro attivo di un organo costituente da cui essere provocato, trarre ispirazione e imparare, al fine di portare le questioni di interesse collettivo all’attenzione pubblica”.
Gli otto artisti e/o curatori selezionati – Agil Abdullayev, Gaia Di Lorenzo, Nicholas Ferrara, Giulia Floris, Carlotta Sofia Grassi, Majd Nasrallah, Yates Norton e Carolina Ongaro – cominceranno le attività con il primo workshop intitolato Assembly (Modes of Instituting) curato da Kobe Matthys e Stefan Nowotny, in programma da oggi al 10 novembre. Dall’11 al 13 dello stesso mese sarà poi il turno del laboratorio Site for Unlearning (Art Organization): How do we want to work together? curato da Annette Krauss e Yolande Van De Heide, mentre dal 16 al 18 sarà la volta di Techniques for Living Otherwise: Instituting with Care condotto da Janna Graham e Valeria Graziano. Il quarto workshop, intitolato Working title: through the looking glass, sarà a cura di By Bik Van Der Pol.
Questa sessione autunnale sarà quindi dedicata a immaginare il ruolo delle organizzazioni artistiche e a discutere sul loro futuro nei prossimi vent’anni. Artisti e curatori che hanno dato vita a modelli istituzionali e organizzazioni artistiche emergenti avranno il compito di a condividere le loro esperienze e le loro preoccupazioni in qualità di Visiting Professor. In conclusione, l’obiettivo finale della sessione sarà quello di scrivere, insieme ai partecipanti, una carta etica che dovrà mettere in luce come le organizzazioni artistiche contemporanee possono diventare luoghi di agenzia politica, di aggregazione delle comunità e di trasformazione sociale.