Dieci tasselli colorati, una trottola, una domanda: sono queste le chiavi del nuovo gioco “(d)estructura“, ideato dal collettivo El puente_lab (composto dagli artisti Juan Esteban Sandoval e Alejandro Vásquez Salinas) e da Mariangela Aponte Núñez. Non si tratta di una semplice attività ludica, ma di uno strumento alternativo per analizzare e osservare i rapporti sociali in una comunità, raccogliendo dati nel contesto di uno specifico progetto. Il gioco da tavolo comincia sulla base di una domanda posta ai partecipanti, che trova risposta attraverso un percorso a tappe costellato di riflessioni, colori e confronti fra i giocatori. Quello che all’apparenza potrebbe sembrare un semplice passatempo è in realtà l’attivatore di un microcosmo, lo specchio di una microcomunità.
Il gioco
“Come ti vedi tra 10 anni e cosa ti serve per raggiungere questa idea di te stesso nel futuro?”: attorno a questa riflessione, i partecipanti (divisi gruppi da 5/6 persone) devono impegnarsi a identificare dieci caratteristiche o requisiti che reputano fondamentali per la questione. Il primo riflesso di microsocietà si rileva nel confronto tra i giocatori, che devono accordarsi sulle dieci parole e definizioni chiave da scegliere. Una volta individuati i concetti, ciascuno di questi va abbinato a un colore dei tasselli. (D)estructura entra così nel vivo: i partecipanti, a turno, dovranno “edificare”, utilizzando i mattoncini, la loro metaforica costruzione. Ognuno, utilizzando la trottola, potrà aggiungere, togliere o sostituire uno o più tasselli, che sono di tre grandezze differenti (a significare tre scale d’importanza).
Inizia così un tourbillon di passaggi che, una volta terminato il tempo prestabilito dall’organizzatore, porterà alla costruzione della struttura. I giocatori si rivelano così architetti, ideatori e muratori del loro futuro, tenendo conto anche delle necessità del gruppo. La costruzione, infatti, viene realizzata insieme ai compagni. Da qui l’analisi dei risultati: in primis la disposizione dei tasselli, che, a seconda del gruppo, può aver originato una struttura diversa nella forma e nell’impostazione (più solida o più instabile, ad esempio). Ed ecco arrivare il passaggio finale, da cui prende il nome il gioco: (d)estructura, infatti, con la scomposizione del struttura. Dall’ultimo tassello inserito al primo, si può notare la scala di valori che è stata attribuita a ogni singolo concetto, un processo ispirato alla Piramide di Maslow.
Gli autori
Come detto, il gioco è stato ideato dal collettivo colombiano El puente_lab (composto dagli artisti Juan Esteban Sandoval – direttore ufficio arte di Cittadellarte – e Alejandro Vásquez Salinas) e da Mariangela Aponte Núñez, mentre i curatori sono Laura Salas Redondo, Erick González León e Cecilia Guida. Da segnalare anche il supporto dato dal cantiere Rebirth / Tercer Paraíso de Cuba con la collaborazione di Wendy Peñalver Sánchez e da LASA (Laboratorio Artístico de San Agustín) nelle figure di Candelario e Aurélie Sampeur, con il supporto di Wendy Zuferri.
La nascita del gioco e i due viaggi
“A settembre 2016 – spiega Juan Sandoval – per la prima volta presentammo ai nostri partner cubani (d)estructura, nello specifico ai curatori del cantiere Rebirth a L’Avana e ai curatori del centro LASA. Inizialmente ci fu una prima fase di test, quando per circa due settimane provammo le dinamiche del gioco. A novembre poi, iniziammo un viaggio nelle regioni centrali di Cuba per giocare con la gente. In ogni zona, dove restavamo un massimo di due/tre giorni, ci appoggiavamo a un mediatore locale, un riferimento che ci aiutava a creare contatti e a organizzare le sessioni di gioco facendo da portavoce tra i gruppi”. Nel 2017, sempre a novembre, El puente_lab diede continuità al primo viaggio con un nuovo tour, questa volta nelle regioni orientali rispetto a L’Avana. “La nostra intenzione – continua il direttore dell’Ufficio Arte di Cittadellarte – era visitare un contesto diverso dalla grande città con la quale ci eravamo interfacciati l’anno precedente, scoprendo così le peculiarità di ogni area visitata. Constatammo un cambiamento comportamentale tra le due aree geografiche; in questo caso, infatti, la gente si dimostrava più diffidente nei nostri confronti. Una volta avviata l’attività, però, non c’era differenza: i partecipanti si rivelavano sempre soddisfatti”. I viaggi, a detta dello stesso Juan, sono stati la parte più importante del progetto. Il motivo? “Il gioco – ha aggiunto – serviva a redarre una cartografia sociale, operazione e processo resi possibili proprio grazie ai due viaggi”.
(D)estructura e il Forum Rebirth Geografias de la trasformacion
Come scritto in un nostro precedente articolo, dal 27 al 29 novembre 2017 andò in scena il terzo Forum Rebirth di Cuba “Geografias de la trasformacion”, promosso da Cittadellarte, l’Ambasciata Rebirth/Terzo Paradiso Cuba e ARTE CONTINUA, in collaborazione con il Ministero della Cultura, il Consiglio Nazionale delle Arti Plastiche e la rappresentanza delle Nazioni Unite a Cuba. Nel contesto dell’appuntamento di interesse culturale e artistico-sociale, (d)estructura fu parte integrante di “Geografie della trasformazione”: “Per iniziare l’ultima giornata di forum – continua Sandoval – abbiamo organizzato una sessione di gioco, in cui tutti i presenti – sette gruppi da circa 6 persone, ndr -, hanno giocato. Si è rivelata l’occasione nella quale più persone vi hanno partecipato contemporaneamente. L’attività è stata recepita bene, è stato interessante osservare come la gente, giocando, abbia capito la potenzialità dello strumento; in molti hanno colto come questo possa essere importante per fare ricerca. I partecipanti, inoltre, ci ha chiesto di poterlo utilizzare nuovamente anche in ambiti diversi”.
Le prospettive
Sandoval ha le idee chiare circa il futuro del suo gioco. Per il prossimo Forum Rebirth di Cuba l’intenzione è aumentare la produzione degli accessori del gioco, per poi distribuire il materiale ai diversi partner, in modo che (d)estructura si diffonda il più possibile. Per raggiungere un target sempre più vario e vasto di persone è in scrittura anche un libro, che uscirà la prossima estate e verrà presentato in occasione del prossimo Forum a Cuba. Nel volume saranno spiegate le regole e i significati del gioco e raccontate le tappe del viaggio lungo le varie regioni cubane.
“Pensiamo che il nostro gioco – conclude Juan Sandoval – sia uno strumento che funziona per fare ricerca con gruppi di persone nell’ambito di un progetto più ampio. L’attività in sé non porta risultati, ma serve per raccogliere informazioni. Si è rivelato uno strumento che finora ha superato le nostre aspettative, ci siamo resi conto, giocando, che (d)estructura ha diverse possibilità di utilizzo ed è efficace se inserito in una progettualità”. Il futuro del gioco parla anche italiano: l’intenzione è continuare il progetto anche nella nostra penisola e c’è già qualcosa in programma. A Cossato, comune in provincia di Biella, (d)estructura sarà lo strumento di ricerca con la quale indagare e scoprire le possibili soluzioni per la riqualificazione di un’area comunale.
The show must go on.