Far conoscere ai ragazzi il territorio e nel contempo stimolare la progettazione della gita, pensando al momento del percorso come parte integrante della funzione educativa e non solo come trasferimento accessorio: è questo, in sintesi, uno degli obiettivi chiave di Naturalmente Biella: Esploratori d’Arcipelago, progetto sostenuto e promosso da Fondazione BIellezza in collaborazione con Ambienti di Apprendimento di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e lo SBIR. La finalità, infatti, è far riscoprire il territorio biellese ai ragazzi biellesi, “perché conoscendolo – specificano gli organizzatori – lo possano amare, vivere e raccontare. Non vorremmo più sentire la frase: ‘non venire a Biella, non ne vale la pena. Ci sono posti molto più belli’”. Affinché ciò fosse possibile è stata costruita un’infrastruttura efficace di coordinamento che permette alle scuole secondarie di primo grado biellesi di partecipare all’esplorazione del territorio in maniera sempre più sostenibile. Per concretizzare questo processo sono stati individuati dei pacchetti, contenenti semplici itinerari, per visitare realtà significative del Biellese da un punto di vista del paesaggio e della cultura. Come riportato nell’apposita presentazione, Esploratori d’Arcipelago si inserisce inoltre negli obiettivi fondamentali segnalati dal Miur con le ‘Indicazioni Nazionali’, principale documento (una volta venuti meno i programmi scolastici) per la progettazione didattica degli Istituti Comprensivi; a questo proposito le ‘Indicazioni Nazionali’ sottolineano come l’esplorazione e la comprensione del territorio di riferimento siano obiettivi fondamentali che la scuola deve assolvere all’interno delle sue funzioni. Ruggero Poi dell’Ufficio Ambienti d’Apprendimento di Cittadellarte, in riferimento al titolo Naturalmente Biella: Esploratori d’Arcipelago spiega che “l’idea stessa di favorire occasioni di consapevolezza sulle opportunità che il territorio nella sua diversità offre. Una diversità che leggiamo però in una integrità, in un sistema che è il Biellese, come città arcipelago”. Si tratta dunque di un “progetto turistico, culturale ed educativo – ha aggiunto – che mira alla consapevolezza di un bene comune che è il territorio biellese”. Il valore aggiunto, come accennato, è avvalersi, con una mobilità ad hoc, di una fruizione sostenibile del territorio proponendo gite in cui anche il percorso che porta verso la destinazione è importante non meno di quest’ultima.
Gli itinerari
Alle Scuole Secondarie di Primo Grado sono offerte 7 diverse possibilità di itinerari a piedi (MeBo Museum e passeggiata al Borgo del Piazzo, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e camminata al Gorgomoro, Rosazza e visita alla Casa Museo dell’Alta Valle del Cervo, Oropa, Mulino di Netro e visita all’Ecomuseo del Ferro, Riserva Naturale Speciale del Parco Burcina) e 2 itinerari in bicicletta (cicloescursione alla scoperta della Bessa, che prevede anche un’attività di goldpanning nel Torrente Elvo, e in Baraggia, con tanto di laboratorio di cartografia/orienteering). Le attività – in totale sono disponibili 20 uscite – sono rivolte preferibilmente alle classi seconde, ma ogni istituto comprensivo ha scelto la classe con cui partecipare. L’itinerario comprende eventuali biglietti del pullman di linea e di ingresso ai luoghi a pagamento; incluso è anche il costo degli accompagnatori e accompagnatrici (guide, guide escursionistiche, operatori e operatrici cicloturistici); nel dettaglio, gli operatori e le operatrici sono della Cooperativa Sociale Tantintenti, ma citiamo anche Claudio Callegari e la guida cicloturistica Ludovico Bizzocchi. Per quanto concerne i percorsi in bici, ad ogni studente e studentessa verrà chiesto di portare il proprio veicolo, in modo da poterlo utilizzare durante l’escursione; chi non ne è in possesso potrà utilizzare veicoli messi a disposizione dall’operatore cicloturistico. Gli itinerari prevedono la possibilità della scuola di avere per ogni classe sempre due accompagnatori (abituati nel lavoro con i ragazzi) oltre l’insegnante. Non solo: gli accompagnatori permettono la fruizione e la conoscenza di luoghi caratteristici del Biellese, mantenendo l’attenzione anche sulla modalità di fruizione naturale (camminate, escursioni in bicicletta) che il territorio consente.
La partecipazione
L’iniziativa ha registrato un successo di adesioni, con oltre 400 partecipanti tra studenti e insegnanti. Gli alunni coinvolti si sono detti entusiasti del progetto. Un esempio? “Secondo me un motivo per cui è bene uscire ogni tanto è per lo stare all’aria aperta, dove si respira meglio e dove si può liberare la mente. Un ultimo motivo è perché tutti uniti e assieme ci si diverte”. A queste parole hanno fatto eco quelle di un’altra studentessa: “Mi è piaciuto quando siamo andati a vedere i quadri fotografici a Palazzo Gromo Losa – mostra Stati dell’Infanzia, ndr – perché ho capito che non è scontato andare a scuola e istruirsi. Sono fortunata ad avere questa possibilità”.
L’esperienza conclusione del programma è prevista un’attività di restituzione espositiva a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto per sabato 10 giugno 2023.
Il commento della docente Ilaria Serventi
“L’entusiasmo è alle stelle. Noi – ha affermato Ilaria Serventi, insegnante di Arte e Immagine della scuola media di Sandigliano che ha partecipato con la sua classe alla visita al MeBo – abbiamo fatto una gita, come di solito capita nelle grandi città, e non è mancato nulla, nemmeno l’acquisto di souvenir dei musei visti. Abbiamo giocato, visitato, ascoltato e camminato. Ai ragazzi è piaciuta tantissimo la giornata, come succede quando ci si reca fuori città, come a Torino o Milano. Sapere di potere vivere un’esperienza così a due passi da casa, anche gestendosi con mezzi pubblici, è stato un regalo enorme. Ringrazio tutti, da parte dei miei ragazzi, delle miei colleghe e dell’istituzione scuola, perché per noi, vedere finalmente le porte aperte verso i giovani del territorio, è stato un momento importante. Gli studenti hanno apprezzato proprio tanto. Mi auguro vivamente che l’iniziativa continui, perché a Biella ce n’è un bisogno immenso: se i giovani non conoscono il loro territorio, in futuro noi ‘chiudiamo’. Se invece loro vedono le potenzialità che ci sono qui, coi loro talenti svilupperanno sicuramente qualcosa di adeguato per far vivere il posto”. L’iniziativa, secondo la docente, è anche inclusiva dal punto di vista economico, perché “avere, ad esempio, guide ed ingressi gratuiti ai musei – ha concluso – è un pensiero che attendiamo da tempo”.
L’intervista tripla
Il progetto pone la sostenibilità e l’esplorazione del proprio territorio sotto i riflettori. Quanto è importante, a livello educativo e sociale, trattare questo tema?
Paolo Zegna – Si sente spesso parlare di sostenibilità, alle volte anche in contesti non propriamente giustificabili. La sostenibilità è efficace quando ispirata da grandi ideali ma anche dai comportamenti di ognuno di noi. Muoversi in modo sostenibile, scoprire come è possibile farlo e metterlo in pratica è forse il modo migliore per dare un vero e tangibile senso a questo obiettivo. Il tema è di grande importanza ed è fondamentale sensibilizzare i ragazzi fin dai primi anni del percorso formativo.
Docenti dell’istituto comprensivo di Gaglianico coinvolte nel progetto – È importante trattare il tema della sostenibilità legata alla scoperta e all’esplorazione del territorio. Spesso i nostri ragazzi non conoscono ciò che li circonda nel quotidiano, ignorando le origini, la storia, le ricchezze culturali – ed in certi casi anche economiche – che il loro territorio può offrire. Pensano ai loro paesi e alla vicina città di Biella come un luogo troppo piccolo, circoscritto, forse poco attrattivo per il futuro, ma questo progetto consente di farlo considerare da un punto di vista inedito: il Biellese come arcipelago, come insieme di isole cioè di ambiti diversi ma uniti, che dialogano tra loro: attenzione al rapporto con la natura e rispetto della stessa, storia, opportunità lavorative, arte in tutte le sue sfaccettature.
Ruggero Poi – Non è solo importante direi che è inevitabile oramai prendere atto e agire in tal senso. Conoscere e curare il proprio territorio significa poterlo ancora immaginare come luogo ospitale in futuro. I ragazzi e le ragazze di oggi hanno bisogno di uscire da scuola, di prendere coscienza di dove vivono, di incontrare i luoghi rappresentativi del Biellese e le sue realtà produttive. E queste ultime sono in ascolto e cercano un confronto con i più giovani per costruire un’alleanza di senso perché da tante “isole” si arriva a un sistema sempre più organizzato, coeso e in comunicazione, “un arcipelago” dove impariamo vicendevolmente. Nel concreto il progetto ha spinto diverse organizzazioni pubbliche e private (scuole, fondazione, enti pubblici, enti del terzo settore oltre ai professionisti) a ingaggiarsi per una mobilità diversa delle scuole sul territorio. Questo significa ad esempio ragionare per migliorare i trasporti dei ragazzi con i pullman e implementare la possibilità di raggiungere la scuola in bicicletta, visto che con le biciclette elettriche, ad esempio, anche le salite non sono più un problema insuperabile.
Prendere consapevolezza delle eccellenze locali quanto incide nel legame dei giovani col proprio contesto geografico di riferimento?
Paolo Zegna – Conoscere il proprio territorio significa avere gli elementi per potersene innamorare, rispettarne le differenze e maturare il desiderio di restarci per trascorrere la propria vita. La consapevolezza richiama l’orgoglio e porta a prendere posizione e decisioni: di restare, di raccontare, di sviluppare progetti e ideali. La consapevolezza è anche un elemento per diventare ambasciatori del proprio territorio, per invogliare le persone a venire a visitare (e magari a vivere) la nostra magnifica terra.
Docenti – Ricollegandoci a quanto detto sopra, sapere che esistono delle eccellenze locali è il primo passo per avvicinarsi ad un territorio che si pensa di conoscere, ma che in realtà ha sempre qualcosa di nuovo da dare e da dire. Una volta che si raggiunge questa consapevolezza, si rafforza inevitabilmente il legame con il proprio contesto geografico di riferimento e ciò è fondamentale per i ragazzi, anche nell’ottica di orientare i loro studi e, un domani, le loro scelte lavorative.
Ruggero Poi – Le eccellenze locali sono esempi, sono storie positive e piacevoli da ascoltare o da visitare, possibili soluzioni che sul territorio sono apparse grazie all’intraprendenza di qualcuno e al sostegno di molti. Il tema della sostenibilità è oggi strettamente intrecciato a quello dell’eccellenza e non può più essere tralasciato nel racconto: questi due aspetti vanno esplorati insieme. Credo ci sia bisogno di condividere una narrazione sempre più efficace del nostro territorio esprimendo a pieno le possibilità che questo offre da un punto di vista naturalistico, dei servizi, del lavoro e del tempo libero. Riconoscendo il valore.
A vostro avviso, come si evolverà e quale potrà essere l’impatto del progetto nei prossimi anni?
Paolo Zegna – La prima edizione è stata più che soddisfacente. La risposta è stata al di sopra delle aspettative; evidentemente c’è desiderio di scoprire le proprie radici, la propria terra, le tradizioni. Esploratori d’arcipelago deve essere soprattutto uno stimolo per le scuole ad attivarsi e a collaborare con realtà locali pubbliche e private, locali e non, per reperire i fondi necessari ad inserire nei propri programmi didattici l’esplorazione del territorio, la conoscenza dei luoghi fisici che caratterizzano il Biellese. Esploratori d’arcipelago deve diventare quasi una materia di studio, un dovere di conoscenza e orgoglio impartito dalla scuola ai biellesi di domani.
Docenti – Non sappiamo immaginare come si evolverà il progetto, ma ci auguriamo che possano continuare queste proposte perché la nostra esperienza in merito è stata certamente positiva, sia per l’attenta organizzazione che per le attività presentate.
Ruggero Poi – Il progetto è nato con l’ambizione di non finire dopo una stagione, ma di crescere e di allargare il campo delle collaborazioni. Quindi questo primo anno, che già ha visto una risposta ampia e significativa da parte delle scuole e degli enti che li hanno accolti, è solo l’inizio dell’esplorazione dell’Arcipelago Biellese. In un certo senso le centinaia di ragazzi che sono usciti sul territorio hanno iniziato a stimolare le varie organizzazione su come migliorare la viabilità e i collegamenti. I ragazzi che hanno aderito alle esplorazioni non sono tanto dissimili da cittadini senza macchina, o turisti che ci raggiungono in treno. Questo è un primo impatto fondamentale da raggiungere: permettere a tutti, con pullman, con il car sharing, con l’affitto bici e l’assistenza, di raggiungere la varia bellezza ben distribuita in tutto il Biellese.