Quanto la tecnologia sta condizionando il nostro modo di vivere? Quale cambiamento sociale è avvenuto, in quest’ottica, negli ultimi anni? Come sta impattando sulla libertà di scelta e sulla sicurezza? È attorno a quesiti come questi che si articolerà il Festival dei Diritti Umani, evento in programma dal 21 al 23 aprile organizzato da Reset-Diritti Umani, un’associazione non profit nata a Milano nel 2015 per diffondere la conoscenza e la cultura dei diritti umani attraverso il Festival ed altre iniziative. La rassegna, celebrata per la prima volta nel 2016, è giunta quest’anno alla sesta edizione, intitolata Algoritmocrazia, e proporrà dibattiti, collegamenti con studenti e insegnanti, interviste, film e fotografie. Il 31 marzo, dalle 18.30 alle 19.30, verrà proposta un’anteprima in live streaming dell’iniziativa. “Perché fantasticare – così il direttore del Festival dei Diritti Umani Danilo De Biasio – su un futuro distopico quando lo stiamo vivendo? Gli algoritmi che regolano i social sanno tutto di noi. L’Intelligenza Artificiale raggiunge frontiere inesplorate nella medicina, ma ‘big data’ non sta fermando la pandemia. Il futuro da sempre affascina gli scrittori e i migliori lo usano come schermo per parlare del presente: nell’anteprima del 31 marzo partiremo da due di loro, George Orwell e Aldous Huxley che, nel periodo dei totalitarismi, hanno descritto un’umanità sotto rigido controllo. Un controllo così simile a quello che, ieri come oggi, molti accettano come inevitabile”. Durante il prossimo Festival dei Diritti Umani, infatti, i partecipanti si domanderanno se l’intelligenza artificiale stia riducendo o ampliando i nostri diritti.
L’anteprima di mercoledì svelerà parte dei contenuti della rassegna con un talk che vedrà come relatori lo storico delle idee David Bidussa e l’attrice e scrittrice Sabina Guzzanti. Non solo: in occasione di questa preview, per tutta la giornata (dalle 8 del mattino fino a mezzanotte) sarà trasmesso, in collaborazione con ARTE.tv, il film francese “1984” di Orwell vs “Un Mondo Nuovo” di Huxley – Distopie e deriva totalitaria della società dei registi Caroline Benarrosh e Philippe Calderon. Come spiegato dagli organizzatori del festival, le opera filmiche scritte oltre 70 anni fa risultano attuali nelle tematiche trattate, ovvero sorveglianza digitale, manipolazione delle notizie, schedatura di massa e dipendenza da antidepressivi. Questo documentario ripercorre le vicende dei due autori, con le loro personalità conflittuali e al tempo stesso accomunate dalla letteratura e dalla sete di libertà. Le due opere potranno essere ispirazionali per confrontarsi sull’impatto che le nuove tecnologie – dai software per il riconoscimento facciale alle applicazioni usate quotidianamente – hanno sulle nostre vite e sui diritti umani.
Durante la preview saranno anche mostrati film e foto che “sono sempre stati al centro – si legge nel sito ufficiale – del Festival dei Diritti Umani: nell’anteprima Antonio Prata svelerà i titoli scelti e Leonardo Brogioni fornirà un assaggio degli autori individuati, a partire da Studio Azzurro, in una cronistoria del percorso artistico di una delle realtà più importanti e longeve nel panorama delle arti visive italiano e internazionale”. Considerate le criticità organizzative date dall’emergenza sanitaria, il festival sarà proposto online – la base operativa sarà all’Arci Bellezza di Milano in modo da sostenere i luoghi di aggregazione, cultura e spettacolo fortemente provati dalla pandemia – e per garantire una fruizione più efficace userà una propria piattaforma di streaming, sviluppata con il supporto di OpenDDB – Distribuzioni dal Basso; talk, documentari, interviste, videogame, fumetti, podacast, mostre fotografiche saranno infatti proposti su festivaldirittiumani.stream.