“Fragile”, al Museo dell’Arte Classica di Roma la personale di Alessio Deli patrocinata da Cittadellarte
Il 20 aprile è in programma il vernissage della mostra composta da 30 opere realizzate dall’artista dal 2017 al 2024. L'esposizione, patrocinata dalla Fondazione Pistoletto, è curata da Stefano Colonna, Edoardo Marcenaro (ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso) e Cecilia Carrara. "Alessio Deli - così gli organizzatori - conduce con le sue opere in una dimensione antica ed eterea, che affonda le sue radici nell'arte classica, da lui attentamente studiata e rivisitata in chiave moderna”.

Fragile: è questo il titolo della personale di Alessio Deli¹ che verrà inaugurata sabato prossimo dalle 16 alle 20 presso il Museo dell’Arte Classica – Sapienza Università di Roma² (Facoltà di Lettere e Filosofia), nel Piazzale Aldo Moro 5 a Roma, all’ingresso retrostante dell’edificio di Lettere e Filosofia. La mostra, curata da Stefano Colonna, Edoardo Marcenaro e Cecilia Carrara, presenta sculture di diversi materiali – come il bronzo, il travertino romano la ceramica, la resina ed il gesso opere pittoriche e grafiche – e, tra le opere realizzate dall’artista e presenti in questa selezione, molte hanno tratto ispirazione dai gessi presenti nel museo. Nelle circa 30 opere selezionate, realizzate dall’artista dal 2017 al 2024, la bellezza ideale dei lavori è tipicamente rappresentativa delle arti del Mediterraneo. Su questa scia, negli ultimi anni, Deli ha riscosso un riconoscimento internazionale: le sue opere sono esposte in Francia, Inghilterra, Germania, Portogallo, Stati Uniti, Canada, Singapore e Cina. “Opere che contrastano – si legge nella nota stampa dedicata – con il mondo contemporaneo che le circonda, ricco di difficoltà e contraddizioni, e queste sembrano osservare noi umani da un luogo distante ed enigmatico, che fa presagire un senso di rinascita”. Le sue muse sono figure femminili dal volto distante e diafano, caratterizzate da un mistero intangibile e dotate di una grazia quasi ultraterrena.  “Deli, con le sue opere, conduce il pubblico – viene aggiunto – in una dimensione antica ed eterea, che affonda le sue radici nell’arte classica, da lui attentamente studiata e rivisitata in chiave moderna”. Come specificato dagli organizzatori, sono numerosi sono i critici, artisti e intellettuali che si sono accostati al lavoro di Deli, come Vittorio Sgarbi, Umberto Mastroianni, Barbara Alberti, Lorenzo Canova, Claudio Strinati, Ferzan Ozpetek, Francesco Negri Arnoldi, Marco Lodoli, Roberto Bilotti, Carmelo Occhipinti, Renato Mammucari e Michelangelo Pistoletto. A proposito della connessione con il maestro, va sottolineato come Edoardo Marcenaro non sia solo uno dei curatori della personale, ma anche ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso; non solo, la mostra si avvale anche del patrocinio di Cittadellarte e le foto delle opere e dell’allestimento sono di Pierluigi Di Pietro, anche lui ambasciatore.

Dialoghi tra attualità e passato prendono vita. Identità storico-artistiche ormai antiche vengono traghettate nel contemporaneo e chiamate a vivere il nostro tempo. Dal vecchio nasce qualcosa di nuovo. Echi della statuaria classica e di prototipi rinascimentali abitano le opere di Deli. L’arte del passato  – viene specificato nella presentazione della mostra – viene studiata e rivisitata dall’artista che, in un gioco di simultaneità, genera nuovi racconti di quella Fragile poesia insita nella natura umana, abitante oggi di un mondo diafano, frammentato, che ha smarrito la strada della storia, forse la sua identità, certamente le sue origini. Opere che ci interrogano sulla fragilità del nostro patrimonio culturale artistico, e di riflesso indagano sulla fragilità della condizione umana. L’augurio che si pone questa esposizione è quello di sollecitare negli spettatori una riflessione sulla fragilità e sul tempo, sul passato che ritorna e che incontra il presente, sull’arte contemporanea che, oggi più che mai, vorrebbe riconciliarsi con la storia: una riflessione, quindi, anche sull’oblio, sull’ incuria dei tempi in cui viviamo, sulla necessità di ritrovare, rivolgendoci verso il nostro passato, la nostra stessa identità che sentiamo progressivamente smarrirsi per effetto di questi tempi così vorticosi”. Fragile sarà aperta a ingresso gratuito fino al 31 maggio, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19.15.


¹ Alessio Deli è nato a Marino, in provincia di Roma, nel 1981. Dopo gli studi all’Istituto d’Arte di Marino si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Carrara dove si è specializzato in scultura. Successivamente si abilita all’insegnamento delle Discipline Plastiche presso l’Accademia di Belle Arti a Roma. Nel 2022 consegue il dottorato di ricerca in storia dell’arte contemporanea e critica d’arte presso l’Università degli studi di Roma Tor Vergata e sempre nello stesso anno è vincitore del premio di operosità artistica dal Fondo Nazionale PSMSAD. Fra le tante mostre citiamo la personale museale KORAI Incipit Memoria a Palazzo Valentini di Roma nel 2019, la partecipazione alla mostra Da Giotto a Pasolini al Museo di Palazzo Doebbing di Sutri nel 2020, e la personale Anthropocene al MacS (Museo d’Arte Contemporanea Sicilia) di Catania nel 2021. Le opere di Deli sono collocate in prestigiose collezioni sia pubbliche che private in Italia e all’estero, fra le quali il MacS, Catania; Fondazione Città dell’Arte Michelangelo Pistoletto, Biella, la Raccolta Civica d’Arte Contemporanea di Palazzo Simoni Fè, Brescia; il Museo Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona di Rende, Cosenza; la Galleria Nazionale della Calabria, Cosenza; il Palazzo Municipale San Quirico d’Orcia, Siena; l’Antico Collegio Martino Filetico, Città di Ferentino; l’Università degli Studi “La Sapienza” Roma; la Nuova Chiesa S. Pietro Apostolo, Cosenza; ed il Parco Porporati, Torino.
² Il Museo dell’Arte Classica – Polo Museale, Sapienza Università di Roma, attualmente diretto dal professor Giorgio Piras, Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Antichità, con la curatrice dottoressa Claudia Carlucci, possiede una collezione di oltre 1200 calchi in gesso suddivisi in 56 sale, che riproducono in massima parte sculture greche esistenti in musei e collezioni di ogni parte del mondo; l’esposizione in ordine cronologico consente di illustrare concretamente ai visitatori lo svolgimento storico della scultura greca. Tra le opere ospitate dalla Gipsoteca figurano una collezione di impronte di gemme eseguite da Tommaso Cades tra il 1829 e il 1834, il calco del grande rilievo della Porta dei Leoni di Micene, il calco dell’Atena di Velletri, la ricostruzione dell’Atena fidiaca “tipo Medici”, la Demetra della Sala Rotonda dei Musei Vaticani, alcuni calchi delle sculture del Partenone, i calchi dell’altare di Pergamo e molti altri.
Immagine di copertina: particolare dell’opera Big Aphrodite, 2022-23, di Alessio Deli.