“Hearts for the Earth”, un progetto internazionale per portare l’arte e la sostenibilità nei piccoli borghi
Oggi, alle 12, è in programma un incontro online teso a presentare il progetto che, ispirandosi all'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, mira a definire il ruolo degli artisti durante la crisi globale dettata dalla pandemia. Non solo: si propone di attivare pratiche artistiche socialmente responsabili in piccole comunità. Tra i relatori del progetto figurano il coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso Saverio Teruzzi e gli ambasciatori Savina Tarsitano e Takuya Kaneda.

Qual è il ruolo dell’arte nella pandemia? Come dar vita a processi collaborativi che pongano la cultura al centro di un cambiamento etico della società? Come mettere al centro di questa progettualità comunità locali e piccoli borghi? Queste sono alcune delle domande chiave attorno a cui si articoleranno i contenuti del webinar in programma questa mattina, alle 12, curato da ESPRONCEDA – Institute of Art & Culture, Cittadellarte, Kids-Guernica, Hearts for the Earth. L’incontro, avvalendosi del contributo di una serie di rappresentati della realtà coinvolte, è teso a presentare il progetto che potrà dare risposta a tutte le domande precedenti. L’appuntamento, intitolato Hearts for the Hearth: Towards Contemporary Art for Sustainable Villages in riferimento al nome del progetto, metterà in luce le peculiarità dell’iniziativa attraverso gli interventi dei relatori, tra i quali figurano il coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso Saverio Teruzzi e gli ambasciatori Savina Tarsitano e Takuya Kaneda.


Il progetto è frutto di un’eterogeneità geografica e di attori coinvolti: prendono parte attiva all’iniziativa ambasciatori del Terzo Paradiso, artisti e curatori, che metteranno in rete Paesi distanti tra loro, dall’Italia al Giappone fino al Nepal. Nello specifico, Savina Tarsitano, Gilles Dusabe, Takuya Kaneda, Saverio Teruzzi e Fuka Shiga, lavoreranno insieme al progetto su 4 villaggi: due (Panetti – Platania e Pentadattilo) con sede nel Sud Italia, in Calabria, poi Kawauchi Villages (Fukushima) in Giappone e nel villaggio di Mulabari in Nepal.

L’idea di base è creare un team che lavori per realizzare questo progetto in villaggi con sede in Asia e in Europa per connettere culture, trovare soluzioni creative per raggiungere i 17 obiettivi sostenibili dell’Agenda 2030 e proporre nuove idee creative. Gli artisti protagonisti del progetto, nonostante le difficoltà date dal Covid-19, hanno già lavorato a un progetto pilota al villaggio di Mulabari e in Calabria. “La pandemia – hanno concluso gli ideatori di Hearts for Earth – ha bloccato la mobilità per l’accesso ai villaggi e ai paesi interrompendo tutte le attività. Durante il periodo di lockdown, il gruppo di artisti ha però sperimentato la possibilità di collaborare a distanza attraverso l’utilizzo delle tecnologie nella sperimentazione di approcci innovativi per realizzare progetti a distanza in diversi paesi”. I fondatori del progetto effettueranno ricerche sull’impatto dell’arte contemporanea e sullo sviluppo sostenibile dei villaggi, sul ruolo degli artisti sul processo di cambiamento e sul dialogo con la comunità locale per soluzioni sociali sostenibili. L’obiettivo è concentrarsi in particolare sui luoghi, l’identità e le opere d’arte, sempre in collaborazione con la popolazione locale, realizzando inoltre mostre virtuali e in loco.

 

Gli obiettivi dello sviluppo sostenibile – ha affermato Savina Tarsitano – non possono essere raggiunti senza la collaborazione tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, artisti e manager culturali. Un’analoga collaborazione è necessaria tra aree urbane e rurali per portare l’arte contemporanea ai piccoli borghi, dove non esistono gallerie e musei; questa è una delle sfide di questa proposta. Alla scoperta delle tradizioni paesane, la natura ci regala il occasione per realizzare le potenzialità di questi luoghi, la bellezza di ogni cultura e per condividere con altre culture conoscenze ed esperienze. Grazie all’arte le persone possono avere l’opportunità di vedere la bellezza dei loro villaggi e imparare l’arte contemporanea, e allo stesso tempo la capacità di rivitalizzare la loro vita attraverso l’arte, connettendo la natura con gli esseri umani. E d’altra parte questo progetto pilota potrebbe rappresentare un ‘caso studio’ per un pubblico più ampio e altri paesi per creare nuovi villaggi artistici sostenibili”.