L’ultima volta che Savina era stata ai microfoni del Journal, il workshop, da lei guidato, “Kids Guernica” aveva ricevuto il premio “Gernika For Peace”, come riconoscimento del contributo dato per la costruzione della pace, la promozione della riconciliazione, dei diritti umani e della giustizia sociale. Adesso, dopo pochi mesi, ciò che prima era solo un’ipotesi è diventato realtà, infatti, l’idea di dare origine ad un progetto in Africa, per incoraggiare i bambini a creare la propria immagine collettiva di un futuro migliore, si è concretizzata. Ecco che, questa volta, l’ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso, Savina Tarsitano, ci ha descritto quest’iniziativa svoltasi lo scorso ottobre.
“Si tratta di una mostra – afferma Savina – chiamata Guernica Remakings, curata dal dottor Nicola Ashmore, insegnante dell’Università di Brighton nel Regno Unito, che ha avuto origine dalla collaborazione tra le organizzazioni di Kids Guernica, il Keikamma Art Project e Masifunde”. Tale cooperazione è stata possibile poiché tutti i partecipanti hanno indirizzato il loro impegno per la pace, nel territorio del Sud Africa, organizzando un tour della mostra, in particolare, nelle città di Amburgo e di Port Elizabeth. In entrambi i casi, contemporaneamente alla mostra, si sono svolti dei laboratori di apprendimento per aiutare, tramite l’arte, le comunità locali. Savina, in particolare, è stata la responsabile della parte didattica di formazione del workshop realizzato ad Amburgo durante il quale i bambini e le famiglie locali, che hanno partecipato, hanno realizzato una tela “Kids Guernica”. Questa creazione ha rappresentato il mezzo con cui i partecipanti hanno raccontato la propria cultura, espresso i loro desideri e comunicato ciò che definiscono importante come l’educazione, in quanto è “l’unica strada che offre maggiori opportunità di vita”. Oltre alla tela “Kids Guernica” è stato realizzato un Terzo Paradiso costituito, nei due cerchi laterali, da materiali naturali derivanti dal mare, su cui si affaccia il villaggio, per mostrare la possibilità di riuso degli elementi, e nel centro, da tessuti di recupero dal ricamo, una delle principali attività svolte nel villaggio.
Come ha spiegato l’ambasciatrice Terzo Paradiso, “Amburgo è un villaggio con un alto tasso di povertà che, in passato, è stato annientato dall’AIDS e, in cui, le famiglie sono occupate a lavorare senza avere il tempo per i bambini. Per questo motivo, tra gli obiettivi del workshop vi era il coinvolgimento sia di bambini, sia di nonne, sia di mamme, così da dare origine ad un momento di convivialità e di incontro in cui le famiglie potessero vedersi con uno sguardo diverso e intrecciarsi ulteriormente”. Oltre ad aver partecipato alla fase di creazione, i partecipanti hanno collaborato anche al seguente processo di esposizione, poiché la mostra è stata aperta al pubblico.
Il successo di questo progetto è stato festeggiato dalla comunità africana con “canti e balli di gioia e felicità”, e, allo stesso tempo, con la speranza e richiesta di continuità, poiché, questo workshop “è stato visto come un possibile aiuto per lo sviluppo del villaggio”. Tramite questa iniziativa è stato dimostrato come l’arte porti ad una trasformazione sociale e come il lavoro collettivo sia fondamentale per attuare un cambiamento.
Ormai, come di consueto, Savina, con la sua felicità contagiosa e la sua costante voglia di fare, ci saluta con un altro obiettivo per il futuro: dare la possibilità ad altri bambini di creare la propria immagine collettiva di un futuro migliore, e la prossima, sarà la volta del Nepal.