La nuova “Venere degli stracci” donata da Pistoletto a Napoli: viaggio nella rinascita attraverso le voci del maestro e delle istituzioni
Ieri è stata inaugurata l'opera del maestro in Piazza Municipio, dove sarà esposta per tre mesi. L'installazione è stata presentata ieri nell'ambito di una conferenza stampa presso la Sala Giunta di Palazzo San Giacomo: scopriamo la nuova Venere attraverso le parole del maestro, del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, del curatore del progetto "Napoli Contemporanea" Vincenzo Trione, del vicepresidente dell'associazione Altra Napoli EF Antonio Roberto Lucidi, del coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso Francesco Saverio Teruzzi e di Padre Antonio Loffredo.

L’attesa è giunta al termine: mercoledì 6 marzo la nuova Venere di Michelangelo Pistoletto è stata accolta da Napoli con un’accoglienza calorosa, vibrante e colorata, proprio come gli stracci che sorregge. C’era hype, fermento e trepidazione per la presentazione dell’iconica opera del fondatore di Cittadellarte. L’inaugurazione della scultura ha avuto gli occhi del mondo puntati addosso non solo digitalmente: giornalisti, studenti, artisti e cittadini di ogni professione e generazione hanno salutato l’opera del maestro, rinata dalle proprie ceneri dopo il rogo che aveva colpito la prima installazione. Come riportato in un nostro precedente articolo, dopo l’incendio dell’estate scorsa l’artista ha voluto ricostruire l’installazione e il sindaco ha manifestato la volontà di sostenerne la reinstallazione: il risultato è stato la donazione dell’opera da parte del maestro¹, confermando così il profondo legame con la città; il comune, invece, si occuperà di sostenere le spese per la guardiania (24 ore su 24). Pistoletto ha ribadito dunque la sua volontà di promuovere l’arte come strumento educativo, forza propulsiva di trasformazione sociale, soprattutto nei contesti fragili.
Ieri sono state messe in luce le novità presso la Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, dove si è tenuta la conferenza stampa che ha visto intervenire il curatore del Progetto “Napoli Contemporanea” Vincenzo Trione, il vicepresidente dell’associazione Altra Napoli EF Antonio Roberto Lucidi, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e Michelangelo Pistoletto, ma anche il coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso Francesco Saverio TeruzziPadre Antonio Loffredo. È stato annunciato che l’opera sarà esposta in Piazza Municipio per tre mesi, al termine dei quali troverà la sua definitiva collocazione. Al momento sono in corso le verifiche tecniche nella Chiesa di S. Pietro ad Aram, luogo di grande valore storico alle porte di Napoli che potrebbe trovare ulteriore valorizzazione attraverso quest’apertura al contemporaneo.

La conferenza stampa.

La nuova Venere e il rapporto con la prima versione
La conferenza stampa ha preso il via con l’intervento di Trione, il quale ha illustrato il legame artistico tra le due versioni dell’opera realizzate: “La prima presentata lo scorso giugno, il rogo di luglio e la nuova versione sono tre momenti – ha esordito – di un unico gesto, tre parti di un progetto unitario. Il giorno del rogo avevamo due strade possibili: soccombere e prendere atto di un evento che aveva dentro di sé una dimensione tragica e insieme sublime, o reagire. La volontà immediata del sindaco è stata quella di rimboccarsi le maniche. Così abbiamo rifatto un’opera che solo all’apparenza è uguale a quella dello scorso giugno: è un’installazione che ha dentro di sé gli stessi materiali e composizione, eppure è una Venere che non ha rimosso le ferite: la sua anima e la sua struttura sono sopravvissute al rogo dello scorso luglio e tutti abbiamo fatto tesoro delle ferite per ripartire. L’opera racconta dunque il senso della rinascita: “Il risultato – ha spiegato – è figlio di un progetto che non è solo di Pistoletto, ma della comunità: è un lavoro collettivo, poli-autoriale, in cui il Comune e gli amici di Cittadellarte e AltraNapoli sono state parte attiva. La nuova Venere degli stracci – ha specificato – non è più solo un’opera d’arte contemporanea: spesso questo movimento è condannato all’indifferenza, ma questa installazione è da anni una delle pochissime opere che sono entrate a far parte del dibattito pubblico e internazionale”. Il curatore del Progetto “Napoli Contemporanea” ha poi sottolineato, in riferimento alle controversie relative all’unicità dell’opera, che fin dalla prima del 1967, Pistoletto ha realizzato diverse versioni che sono tutte opere d’arte uniche. “È un lavoro – ha aggiunto – profondamente iconico, che è entrato nei libri di storia dell’arte e che non ci lascia indifferenti. Una delle sue forze è proprio portare anche a chi non si occupa di arte contemporanea a riflettere su questo ambito”. Trione ha poi illustrato il ruolo che può assumere l’opera per la città partenopea: “Ha una valenza sia storico-artistica sia civile sia politica, perché è fondata sul tema del contrasto, delle antitesi: noi e loro, la perfezione e l’imperfezione, la statuaria classica e la civiltà dei consumi, la bellezza metafisica e le sgrammaticature della contemporaneità. Che cos’è Napoli se non una città che si presta a un doppio sguardo?


La Venere degli stracci. Foto di Alessandro Lacirasella.

La Venere degli stracci in Piazza Municipio.

La solidarietà
Dopo l’incendio, l’Altra Napoli aveva lanciato una campagna di crowdfunding – Ricostruiamola! – che il Comune aveva accolto con favore e che aveva ricevuto il sostegno da parte di numerosi cittadini. I fondi ricavati dalla campagna di crowdfunding sono stati destinati a due associazioni con finalità sociali presenti sul territorio: l’associazione ‘La Scintilla’, che opera per la tutela, l’accompagnamento, la socializzazione e la serena autonomia delle persone affette da disabilità intellettiva e la cooperativa sociale ‘Lazzarelle’, impegnata nel recupero, attraverso il reinserimento in qualificati progetti di lavoro, delle donne afflitte dal regime di detenzione che vogliono essere protagoniste attive del loro cambiamento. Questa vicenda è stata illustrata durante la conferenza stampa dal vicepresidente dell’associazione Altra Napoli EF: “Quando scoppiò il rogo rispondemmo subito alla chiamata per ricostruire l’opera. Capimmo così il suo grande valore sociale – questa l’introduzione di Antonio Roberto Lucidie di come questa rappresentasse le nervature che la città dolente ha in questi stracci. Quando il maestro ci chiese di sospendere il crowdfunding individuando realtà a cui dare risorse raccolte, dando supporto a realtà di fragilità sociale, optammo per la Cooperativa delle Lazzarelle, che da anni persegue il riscatto dalle donne afflitte da regime detentivo a Pozzuoli, e per l’associazione La Scintilla, che si occupa di disabilità motoria e cognitiva”. Lucidi ha poi posto sotto i riflettori come l’attenzione verso le fragilità possa essere una delle chiavi per la rinascita di Napoli: “Ritengo che l’affetto verso le persone con disabilità di qualunque natura possa essere la molla che può consentire alla città di crescere. Per me, la Venere comunica un profondo messaggio di solidarietà e di crescita personale”.



La conferenza stampa.

La venerabilità
Michelangelo Pistoletto ha esordito illustrando i significati del Terzo Paradiso, per poi soffermarsi sulla Venere che, “così come il simbolo trinamico – ha esplicato – ha una dualità, perché rappresenta la venerazione, ma allo stesso tempo ha con sé gli stracci, che sono la disgregazione. La Venere è la bellezza profonda dello spirito umano che attraversa tutti i tempi e, non per caso, la parola venere vuol dire venerabilità”. Il maestro si è poi soffermato sulla città partenopea e sui parallelismi con la sua opera: “Anche Napoli ha una venerabilità straordinaria: è illuminata dall’arte, ma allo stesso tempo presenta contraddizioni nella sua parte più problematica e degenerativa. La mia opera – ha sottolineato – deve servire a tutti per lavorare sulla rigenerazione: dobbiamo riprendere in mano il cumulo di stracci e farlo diventare opera d’arte”. Il fondatore di Cittadellarte ha concluso rivolgendo un pensiero a Simone Isaia, responsabile del rogo della prima Venere: “Il caso ha voluto che il luogo dove noi speriamo che possa fare un percorso di recupero si chiami La Scintilla; ecco, è significativo pensare a questo nome, visto che è lui ad aver generato, per davvero, una scintilla. Anche se ha commesso quel ‘delitto’, io lo vorrei abbracciare, ma come evitiamo la mostruosità se non la sappiamo abbracciare con la venerabilità del nostro pensiero più illuminato?



Maria e Michelangelo Pistoletto. Foto di Margherita Cugini.

Dalla Venere degli stracci al Terzo Paradiso
Per l’occasione è intervenuto anche Francesco Saverio Teruzzi, coordinatore degli ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso. “Da mercoledì giriamo per Napoli con un pannello specchiante e chiediamo alle persone che incontriamo di mettere sopra di esso il proprio nome. È un modo per comunicare che si è voluto partecipare al processo di rinascita, perché il Terzo Paradiso è un simbolo di proposta e di armonia, che ci fa rigenerare”. Teruzzi è stato poi interpellato sull’organizzazione di iniziative collaterali all’opera: “Io e tutti gli ambasciatori Rebirth – ha annunciato – siamo a disposizione per ascoltare e far fiorire nuove idee. Anticipo che vorremmo curare appuntamenti con scuole e associazioni. Ad esempio, per il giorno di chiusura dell’anno scolastico, vorremmo proporre un flash mob del Terzo Paradiso intorno alla Venere degli stracci avvalendoci della musica che porterà Altra Napoli”.


Francesco Saverio Teruzzi.

Le prospettive
Il sindaco ha ripercorso l’iter che ha portato alla nascita della nuova Venere: “È stata una strada complessa. Dobbiamo essere sinceri – così Gaetano Manfredinel dire che l’incendio ha rappresentato per noi un grande momento di riflessione e arricchimento. L’opera è nata con l’idea di rappresentare quelli che erano i contrasti della nostra città: la sua straordinaria bellezza e le sue grandi sofferenze, così come la ricerca del bello ma anche consumismo che distrugge la nostra stessa realtà. L’avvenimento che si è verificato, il rogo, ha rafforzato l’idea del contrasto e della contraddizione: è stato un gesto che ha fatto emergere le sofferenze sociali”. Il primo cittadino ha poi rivolto lo sguardo al futuro: “Abbiamo capito che il nostro percorso doveva continuare interiorizzando questo episodio, con una ripartenza inclusiva. Il tema del conflitto e del contrasto non va dimenticato, perché è rappresentato dalla Venere, ma anche quotidianamente nella società. Per questo abbiamo deciso di rigenerare l’opera grazie all’atto di generosità di Pistoletto. Il potere evocativo della bellezza – ha affermato – è un’energia che ci aiuta al cambiamento”. È intervenuto, infine, Padre Antonio Loffredo, che ha annunciato, come accennato in precedenza, la probabile futura sede della Venere, ossia la Chiesa di S. Pietro ad Aram. “Custodiremo l’opera in un luogo sacro: una chiesa. Questo aspetto sia un monito: se riusciamo ad accogliere i fragili all’interno delle nostre preghiere e strutture – ha concluso – allora sì che avremo fatto un capolavoro”.


¹Pistoletto ha deciso di donare a proprie spese la nuova versione della Venere, mentre il comune aveva investito solo sulla vecchia versione; i costi per il comune in relazione alla nuova opera saranno solo quelli della sorveglianza.
Foto di copertina: Antonio Roberto Lucidi, Michelangelo Pistoletto, Gaetano Manfredi, Vincenzo Trione.