La rinascita del sapere artigiano e della cultura materiale, a Cittadellarte il talk “La ragione nelle mani”
Venerdì 8 ottobre 2021 alle 18, nell'ambito del "Festival della Creatività Sostenibile", la Fondazione Pistoletto ospita il talk sul progetto e sul libro "La ragione nelle mani" di Stefano Boccalini. L'appuntamento, che propone una riflessione sui modi della risignificazione di saperi artigiani, sarà moderato da Patrizia Maggia e vedrà la partecipazione dell'autore e di Sergio Cotti Piccinelli, Alessandra Pioselli e Sonia Polliere.

Un’esplorazione del recupero del sapere artigiano e della cultura materiale, alla luce di una relazione ecologica con il territorio e le sue risorse, rispettosa di quelle biodiversità che sono anche linguistiche: è su questo, in sintesi, che verterà La ragione nelle mani, incontro in programma venerdì prossimo a Cittadellarte nel contesto di Arcipelago – Festival della Creatività Sostenibile. L’appuntamento, previsto alle 18 in Sala Cervo (Via Serralunga 41 a Biella), si pone come talk e presentazione del libro di Stefano Boccalini, promosso da Comunità Montana di Valle Camonica e ART for The World Europa, vincitore della VIII edizione dell’Italian Council, il programma di promozione internazionale dell’arte contemporanea italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. L’evento vedrà la partecipazione* dell’autore del volume e di Sergio Cotti Piccinelli (direttore del Distretto Culturale di Valle Camonica), Alessandra Pioselli (curatrice del libro) e Sonia Polliere (antropologa linguista) e sarà moderato da Patrizia Maggia (direttrice di Fatti ad Arte). “Il talk – spiegano gli organizzatori – propone una riflessione sui modi della risignificazione di saperi artigiani che, erosi dalle trasformazioni socioeconomiche della modernità, possono essere rimessi al centro della costruzione di una territorialità consapevole, attraverso linguaggi contemporanei e pratiche di comunità, in un ecosistema montano ripensato come luogo di produzione innovativa (…). Focale nel lavoro di Boccalini, la lingua è difatti indagata in quanto custode di conoscenze, insieme di risorse simboliche e parte integrante del costituirsi del tessuto sociale”.

L’artista
Stefano Boccalini, vive a lavora a Milano, insegna Arte pubblica alla NABA di Milano, è direttore artistico di Ca’Mon – Centro per l’Arte e l’Artigianato della montagna di Monno (Valle Camonica) e consulente scientifico dell’Archivio Gianni Colombo. È stato tra i fondatori di Isola Art Center a Milano e vicepresidente di ART For The World Europa (2014-2019). Nel 2020, con il progetto La ragione nelle mani, è stato tra i vincitori della VIII ed. dell’Italian Council. Il rapporto con lo spazio è sempre stato l’elemento caratterizzante il suo lavoro: sviluppandosi all’inizio nelle relazioni con l’architettura e la natura, successivamente questo rapporto si è trasformato attraverso un insieme più complesso di fattori, sociali e antropologici, che mettono al centro della ricerca l’individuo e le comunità. Da quando la parola è diventata protagonista del suo percorso, l’opera si pone come momento di riflessione collettiva per ridare peso specifico al linguaggio, che diventa il mezzo con cui contrapporre al valore economico il valore del comune. Oggi la sua ricerca si concentra prevalentemente in quelle aree che sono considerate decentrate, in particolare la Valle Camonica, un territorio dove l’artista lavora all’attivazione di processi di consapevolezza legati ai saperi locali. Le sue opere sono state esposte in musei e gallerie internazionali e fanno parte delle collezioni del MuCEM (Marsiglia), del Museo del Novecento (Milano), del GAMeC – Galleria D’Arte Moderna e di Contemporanea (Bergamo), mentre lo Studio Dabbeni di Lugano è la galleria di riferimento dell’artista.

La ragione nelle mani
Il progetto nasce dalla ricerca che l’artista ha attivato da molti anni in Valcamonica, valle montana situata nel cuore delle Alpi italiane. Attento agli aspetti sociali e antropologici dei contesti in cui opera, Stefano Boccalini ha tessuto con la Valle Camonica una relazione intima, che gli ha permesso di entrare in contatto con gli artigiani e le artigiane locali. In particolare la sua attenzione “è ricaduta – si legge nella nota stampa dedicata – su alcune pratiche artigianali che oggi assumono una forma quasi domestica, che non sono più in grado di creare economie significative e che inevitabilmente rischiano di scomparire. La volontà di lavorare in una dimensione locale nasce dall’esigenza di confrontarsi con un contesto reale, misurabile, come metafora della globalizzazione”. La ragione nelle mani si concentra sul linguaggio: “La parola, nel lavoro di Stefano Boccalini, si trasforma in materia e, attraverso la fisicità con cui viene messa in scena, risulta dispositivo di comunicazione e di riflessione su temi che riguardano le collettività, a partire da quelli che consideriamo i beni del comune. La parola diventa anche un luogo dove la diversità assume un ruolo fondamentale e diventa il mezzo con cui contrapporre al valore economico il valore del comune”.
Nove parole intraducibili in italiano, appartenenti a lingue differenti di cui alcune minoritarie, sono state realizzate nella forma di sette manufatti-sculture attraverso quattro tecniche artigianali: la tessitura dei Pezzotti (tappeti), il ricamo “punto e taglio”, l’intreccio e l’intaglio del legno. I manufatti sono stati realizzati durante quattro laboratori tenuti in valle da altrettanti artigiani e artigiane con otto giovani apprendisti e apprendiste, selezionati/e tramite bando pubblico. “I laboratori – viene specificato nel comunicato – hanno permesso non solo di ragionare assieme sul valore della scultura sociale come simbolo della memoria collettiva ma anche di riattivare un rapporto sano con l’economia locale, permettendo ai più giovani di riscoprire il valore del lavoro manuale e di farsi custodi attivi di tecniche preziose da reinterpretare. Mettere in rapporto una condizione locale come quella della Valle Camonica e dei suoi saperi artigiani con parole intraducibili provenienti da lingue e culture diverse è il modo con cui Stefano Boccalini fa emergere un concetto di biodiversità come bene prezioso da contrapporre all’omologazione”. L’esperienza trova continuità nell’apertura di CàMon – Centro per l’Arte e l’Artigianato della Montagna a Monno – piccolo comune dell’alta Valle Camonica – inaugurato il 17 luglio 2021 con la direzione artistica di Stefano Boccalini, con l’obiettivo di diventare luogo di scambio tra saperi intellettuali e manuali a confronto con il territorio, di formazione e di collaborazione tra artisti, artigiani e giovani generazioni.


*Di seguito le bio dei relatori:
– Sergio Cotti Piccinelli, direttore del Distretto Culturale di Valle Camonica, è responsabile, inoltre, del coordinamento delle attività istituzionali del primo sito italiano UNESCO Arte rupestre della Valle Camonica. Ha curato numerosi progetti di sviluppo e valorizzazione del patrimonio storico e artistico della Valle Camonica, dando vita a nuovi percorsi di ricerca, anche nel campo dell’arte contemporanea. Ha ideato e promosso la destinazione turistica della Valle Camonica come Valle dei Segni ed è ora impegnato in percorsi di rigenerazione territoriale per sviluppare nuove filiere sociali ed economiche a partire dall’identità storica dei luoghi.
– Alessandra Pioselli è critica d’arte e curatrice, è direttrice dell’Accademia di belle arti G. Carrara, Bergamo. Insegna Storia dell’arte contemporanea presso la stessa accademia, e Arte pubblica al Master in economia e management dell’arte e dei beni culturali, 24Ore Business School, Milano. Collabora con Artforum (NY). Si occupa di ricerca inerente alla dimensione sociale e territoriale della pratica artistica attraverso progetti, mostre, pubblicazioni e convegni. Sta svolgendo una ricerca sulle pratiche artistiche nelle aree rurali, montane e interne dell’Italia. È autrice del libro L’arte nello spazio urbano. L’esperienza italiana dal 1968 a oggi (Johan&Levi, Monza 2015). Nel 2021 ha curato la pubblicazione del progetto La ragione nelle mani di Stefano Boccalini (Archive Books, Berlino).
– Sonia Polliere è antropologa linguista, dottore di ricerca di Lingue e Letterature ispanoamericane presso l’Università l’Orientale di Napoli, dottoranda del LESC – Laboratoire d’Anthropologie et Sociologie Comparative dell’Università Paris Nanterre, dove insegna Storia dell’Antropologia, post-dottorata con l’ADLI – Archivio Digital de Lenguas Ind Indígenas del CIESAS (Città del Messico). Ha condotto ricerche in Messico presso le popolazioni huave dell’Istmo di Tehuantepec (stato di Oaxaca, Messico). È membro del CESAL – Centro Studi America Latina e del gruppo di ricerca RITMO 20-2024. Si è occupa di politiche di rivitalizzazione linguistico-culturale e di analisi etnolinguistica.