Video e foto d’epoca fornite da istituzioni, musei, gallerie e collezionisti, oltre a interviste attuali sul periodo tra la metà degli anni Sessanta e il 1980, anno in cui l’arte in Italia conobbe un momento di gloria sulla scena internazionale: è su questo che verte La rivoluzione siamo noi (Italia, 2020, 83 minuti, colore e bianco/nero), documentario presentato in anteprima al 38esimo Torino Film Festival, ideato da Ludovico Pratesi con la regia di Ilaria Freccia. L’opera filmica, prodotta e distribuita da Istituto Luce Cinecittà, fornisce uno spaccato della scena animata dagli artisti emergenti, suddivisa prevalentemente tra Torino, Roma e Napoli, e si nutre di un clima vitale e dinamico, con continui e fertili scambi tra arti visive, teatro, letteratura, musica e cinema. Sono proposti, in quest’ottica, contributi, spesso inediti, di Marina Abramovic, Lucio Amelio, Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Mario Franco, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Mario Merz, Beppe Morra, Paolo Mussat Sartor, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Pino Pascali, Luca Patella, Michelangelo Pistoletto, Paola Pitagora, Lia Rumma, Tucci Russo, Fabio Sargentini, Piero Sartogo, Gian Enzo Sperone, Andy Warhol.
Dopo essere stato proposto su numerose piattaforme online durante il periodo di chiusura dei cinema (a causa delle restrizioni date dalla pandemia), ora il film sarà proiettato in diverse sale della nostra penisola. Dopo essere stato proposto a Firenze al cinema La Compagnia, questa sera sarà visionabile al Cinema Massimo di Torino di Via Giuseppe Verdi, 18. La proiezione comincerà alle ore 21, con la presenza in sala di Ilaria Freccia, Ludovico Pratesi e Paolo Mussat Sartor; modera il talk post proiezione Stefano Francia di Celle, Direttore del Torino Film Festival. L’opera, inoltre, sarà riproposta al cinema del capoluogo piemontese anche il 22 e il 23 giugno alle 18.30, ma anche in altre due sale: nel capoluogo lombardo alla Cineteca Milano Meet (Ex Spazio Oberdan) il 17 giugno alle 21, il 19 giugno alle 17 e il 23 giugno alle 19.15; a Roma, al cinema Nuovo Sacher, il 23 giugno alle 19.15 e il 21 giugno (orario da definire). “La prima opera d’arte che sia mai stata fatta – così Michelangelo Pistoletto in un estratto del film – è quella di un’impronta di una mano su una parete di una caverna. Questa è stata fatta da un’individuo (…). Poi noi vediamo molte mani sulla parete della caverna. Questo è il principio della società. Arte e società: è l’esempio di un’opera d’arte comune. Dunque, l’arte è politica”.