Eccellenze, sapori, territorialità: Cheese – Il sapore dei prati, evento svoltosi a Bra dal 15 al 18 settembre e organizzato dalla realtà presieduta da Barbara Nappini e dal Comune in provincia di Cuneo, si è rivelato un successo. L’iniziativa ha proposto al pubblico numerose attività tematiche tra mercati, incontri e conferenze e, come si evince dal nome dell’evento, è stato il formaggio l’elemento chiave attorno a cui si è snodato il programma. La rassegna, inoltre, non è stata una semplice vetrina di realtà e prodotti del settore, ma mirava a porre sotto i riflettori l’importanza della sostenibilità, in riferimento alla salvaguardia dei pascoli e dei prati ricchi di biodiversità che portano poi a rendere unici i formaggi al centro della rassegna. Cheese ha potuto quindi avvalersi di numerosi frangenti di dialogo e confronto, come la conferenza Terre abbandonate e ricambio generazionale – Dati e buone pratiche per una visione sistemica nazionale, tenutasi il 15 settembre presso l’auditorium Bper di Bra. Come riportato in un nostro precedente articolo, l’obiettivo dell’appuntamento è stato offrire un’occasione di confronto con diversi attori della filiera per raccogliere istanze, buone pratiche e spunti di riflessione utili per fare rete e agire con un approccio sistemico. Tra i numerosi relatori del calibro di Barbara Nappini (Presidente Slow Food Italia), Francesco Lollobrigida (Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) e Carlo Petrini (Presidente UNISG di Pollenzo e fondatore di Slow Food), è intervenuta anche Armona Pistoletto, invitata per presentare Let Eat Bi e il progetto Terre AbbanDonate nell’ambito della sessione del convegno intitolata Esperienze e voci dai territori.
La presidente dell’associazione ha esordito illustrando la nascita di Cittadellarte, che “si deve a mio padre Michelangelo, il quale, dopo anni di carriera artistica internazionale, negli anni ’90 è tornato a Biella e ha acquistato un lanificio dismesso poi diventato un hub creativo. Questo processo culturale si è sviluppato a partire dall’arte, perché a suo avviso quest’ultima doveva essere posta in relazione con ogni ambito del tessuto sociale, nutrimento compreso”. Armona ha così spiegato la suddivisione degli uffici – una volta definiti uffizi – della Fondazione e ha spiegato i principi del Terzo Paradiso. Proprio dal simbolo trinamico è nata l’ispirazione per la realtà che lei presiede: “L’associazione Let Eat Bi doveva divenire – ha sottolineato – il Terzo Paradiso in terra biellese, impegnandosi su pratiche in ambito agricolo e food con progetti all’insegna dell’equilibrio tra natura e artificio”. A quali si è riferita? Ad esempio al mercatino settimanale del mercoledì, che consente ai produttori locali di vendere eccellenze stagionali e naturali; all’Accademia Verde, che mira a favorire lo scambio dei saperi con appuntamenti ad hoc; al lavoro sul Biochar, carbone vegetale che dona nuova vita agli appezzamenti; al progetto Terre AbbanDonate, in linea coi valori e i topic del convegno. “Nel 2015 – ha aggiunto Armona – è nato questo progetto, che consente di dare in dono un proprio terreno attraverso un catasto solidale e, allo stesso tempo, mediante un anagrafe solidale, di fare rete con chi ne vorrebbe uno ma non ce l’ha. Noi – ha concluso – partiamo dall’arte e cerchiamo di inserirci in un cambiamento responsabile della società attraverso progetti come questo”.