Lo Schermo dell’arte Film Festival: quando il racconto della società diventa protagonista
Dal 14 al 18 novembre torna a Firenze l'appuntamento annuale dedicato alla sperimentazione di immagini in movimento. Sarà possibile partecipare alla visione di documentari audaci e commoventi, dove l'arte contemporanea si unisce a tematiche di attualità, come il fenomeno dell'immigrazione e il lavoro servile.

Una giovane donna di colore è seduta su di un divano, la sua espressione è un misto di dolore e rassegnazione. Guarda di fronte a lei un vassoio con della sabbia, il fondale blu e vari oggetti di plastica appoggiati, come una piccola barca con sopra un ‘omino’.
When you look at this picture, all of it, does it feel complete for you? Or is there something’s missing, something in the wrong place?” (Quando guardi questa immagine, è tutto completo per te? O c’è qualcosa che manca, qualcosa nel posto sbagliato?), chiede una voce fuori campo. La donna non risponde, rimane a guardare per un po’ il vassoio, inerme, poi con una mano rovescia la barca e fa cadere la ‘statuetta’. Nessuna parola, solo un gesto semplice, un po’ trattenuto, ma allo stesso tempo carico di parole non dette e rabbia soffocata.
Si conclude in questo modo il trailer del documentario Island of the Hungry Ghosts, realizzato da Gabrielle Brady e vincitore del ‘Best Documentary Video Award’ al Tribeca Film Festival.


(Frame dal documentario Island of the Hungry Ghosts, Gabrielle Brady)

In questo cortometraggio, l’artista australiana racconta un avvenimento che ha luogo ogni anno a sud dell’Indonesia, nella Christmas Island. Milioni di granchi, infatti, migrano con la Luna piena dalla giungla al mare, un’immagine che viene utilizza come similitudine per rappresentare sullo schermo il viaggio di quei migranti che continuamente sbarcano nell’isola in cerca di asilo.
Il loro sogno di trovare un luogo sicuro, in cui ricominciare una nuova vita, si infrange nel momento in cui capiscono che verranno trasportati in centri di altissima sicurezza, nel cuore della foresta tropicale.
Non sono persone libere, piuttosto sono uomini, donne e bambini impotenti, che scappano da una situazione drammatica per ritrovarsi nuovamente imprigionati, lontani dai propri cari e dai loro affetti.
Tramite l’espediente delle sedute di terapia, Gabrielle cerca di dare voce a chi non ne ha più, realizzando un documentario toccante e sincero che sarà proiettato per la prima volta in Italia sabato 17 novembre alle ore 21 nel ‘Cinema La Compagnia’ con la presenza dell’artista.

Questo sarà soltanto uno degli appuntamenti de ‘Lo Schermo dell’arte Film Festival’, manifestazione che avrà luogo a Firenze dal 14 al 18 novembre. Un evento annuale che è arrivato alla sua XI edizione e presenta un calendario sempre molto ricco di proiezioni.
Lo scopo del festival è di esporre i progetti di giovani artisti che abbiano saputo produrre e sperimentare immagini in movimento. Quest’anno, però, si aggiunge un’ulteriore componente: riflettere riguardo temi attuali che hanno un forte impatto emotivo. In questo caso l’arte contemporanea non è l’unica protagonista, ma si interseca con tematiche sociali e ambientali. Gabrielle, ad esempio, ha messo in scena la vita dei migranti, riuscendo a mostrarli per quello che semplicemente sono: persone oppresse, sofferenti, ma soprattutto reali. Il fenomeno dell’immigrazione su cui riflette l’artista, d’altronde, è particolarmente sentito in questi giorni; proprio ieri – 7 novembre -, in Italia, è stato approvato il decreto legge di sicurezza e immigrazione, con il sì del Senato.


(Frame del documentario Wild Relatives, Jumana Manna)

Un ulteriore elaborato che sarà presentato venerdì 16 novembre alle 19.20, sempre nel ‘Cinema La Compagnia’, sarà il documentario Wild Relatives di Jumana Manna. Il lavoro in questione tratta di un evento realmente accaduto che ha avuto un richiamo mediatico mondiale; nel 2012 l’International Centre for Agricultural Research in the Dry Areas (ICARDA) è stato costretto a spostarsi da Aleppo alla valle della Bekaa, in Libano, a causa della rivoluzione siriana. In particolare, nel video si seguono da vicino alcune donne che lavorano per la raccolta semi del centro di ricerca e che sono costrette a vivere nei campi profughi. La loro storia si intreccia con il trasporto dei sementi utilizzati nella coltivazione che dalla Norvegia, dove ha sede la banca centrale, vengono condotti in tutto il mondo, fino in Libano.
Storia e scienza si fondono per creare una trama particolarmente introspettiva e complessa, rivelando una molteplicità di spunti riflessivi dove problemi ambientali e sociali sono messi a confronto.
Anche l’artista palestinese, infatti, utilizza la similitudine del viaggio per testimoniare il tema della resilienza: i semi, che senza l’intervento umano riescono ad evolversi autonomamente in natura o, se addomesticati, a creare ulteriori varietà più robuste, testimoniano una violenza economica e societaria. I riflettori, quindi, sono puntati sia sui vari approcci industriali e biologici per il risparmio dei sementi, sia sui disastri causati dall’uomo.

Durante tutta la durata del festival è possibile visitare anche ‘European Identities. New Geographies in Artists’ Film and Video’ negli spazi de ‘Le Murate. Progetto Arte Contemporanea’, una vecchia prigione maschile. La mostra è nata dalla collaborazione tra ‘Lo schermo dell’arte Film Festival’ e ‘VISIO’,un programma europeo dedicato alla sperimentazione di immagini in movimento.
I lavori esposti quest’anno appartengono a dodici artisti europei under 35, accomunati proprio dalle loro differenze culturali. Quest’ultime non sono viste come ostacoli, ma come valori aggiunti per riuscire ad instaurare un dialogo di confronto che riesca ad includere gli individui, piuttosto che separarli.


Per ulteriori informazioni è possibile visionare l’intero programma dell’evento, con le relative proiezioni e conferenze, a questo link.
La mostra ‘European Identities. New Geographies in Artists’ Film and Video’, invece, inaugurerà martedì 13 novembre alle ore 18 a ‘Le Murate. Progetti Arte Contemporanea’.



Crediti fotografici: Lo Schermo dell’arte Film Festival
Didascalia immagine di copertina: Frame del documentario Island of the Hungry Ghosts, Gabrielle Brady.