La Città di Torino si trasforma nuovamente in un museo a cielo aperto di installazioni luminose di grandi artisti italiani e internazionali: ritorna, con la 26esima edizione, Luci d’artista, proposta fin dal 1998 non solo per celebrare le festività natalizie con luminarie ad hoc, ma per creare una collezione pubblica espressione di “una cultura alta capace di comunicare con tutti”, come affermava l’ideatore Fiorenzo Alfieri. La rassegna, inaugurata il 27 ottobre scorso e attiva fino al prossimo 24 gennaio, pone sotto i riflettori 27 installazioni luminose e altre collaterali definite Costellazioni. “Luci d’Artista, sin da quest’anno, inizia un processo di mutazione della propria identità per diventare – ha sottolineato il curatore Antonio Grulli – una vera e propria istituzione dedicata al contemporaneo, che sia ancora più amata e conosciuta, aperta e sostenibile, attiva tutto l’anno e non solo nei mesi invernali, dotata di una comunicazione continuativa con il proprio pubblico e un nuovo sito internet ricco e dettagliato”. Luci d’Artista è un progetto di Città di Torino, realizzato da Fondazione Torino Musei con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Consulta di Torino e con il supporto di Mercato Centrale Torino Turismo Torino e Provincia e VisitPiemonte GAM Torino, oltre al Main sponsor, Iren.
Le installazioni
Scopriamo ora tutti gli autori e le opere visionabili in questa edizione: Mario Airò, Cosmometrie a Piazza Carignano; Giovanni Anselmo, Orizzonti a Piazza Carlo Alberto; Vasco Are, Vele di Natale a Piazza Bodoni; Valerio Berrutti, Ancora una volta in Via Monferrato; Daniel Buren, Tappeto Volant a Piazza Palazzo di Città; Francesco Casorati, Volo su… in Via Garibaldi; Nicola De Maria, Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime in Piazza Carlo Emanuele II (piazza Carlina); Marco Gastini, L’energia che unisce si espande nel blu alla Galleria Umberto I; Carmelo Giammello, Planetario in Via Roma; Piero Gilardi, Migrazione (Climate Change) alla Galleria San Federico; Giorgio Griffa, AZZURROGIALLO ai Giardini Sambuy; Jeppe Hein, Illuminated Benches in Piazza Risorgimento; Rebecca Horn, Piccoli spiriti blu al Monte dei Cappuccini; Alfredo Jaar, Cultura=Capitale al Museo della Resistenza; Joseph Kosuth, Doppio Passaggio (Torino) al Ponte Vittorio Emanuele I; Renato Leotta, Io, sono nato qui in Corso Spezia 70 al tetto Ospedale Sant’Anna; Luigi Mainolfi, Lui e l’arte di andare nel bosco in Via Lagrange; Mario Merz, Il volo dei numeri alla Mole Antonelliana; Mario Molinari, Concerto di parole in Piazza Polonia; Luigi Nervo, Vento solar in Piazzetta Mollino; Luca Pannoli, L’amore non fa rumore al Parco Michelotti; Michelangelo Pistoletto, Amare le differenze in Piazza della Repubblica nella facciata della Tettoia Orologio; Tobias Rehberger, My noon in Piazza Arbarello; Vanessa Safavi, Ice Cream Light in Via Borgo Dora; Luigi Stoisa, Noi in Via Po; Grazia Toderi, “…?…” alla Cupola della Basilica Mauriziana; Gilberto Zorio, Luce Fontana Ruota al Laghetto Italia ’61. Come accennato, sono inoltre presenti le Costellazioni, ossia installazioni luminose collaterali (per scoprire l’elenco completo cliccare qui).
Amare le differenze
L’opera di Michelangelo Pistoletto, Amare le differenze, è un’installazione permanente ubicata nell’antica tettoia dell’orologio a Porta Palazzo, sul mercato alimentare più importante della città. La vocazione sociale dell’opera – che propone il titolo scritto in neon in 39 lingue diverse – risulta amplificata in quel contesto, quartiere popolare e multietnico, vero e proprio crocevia di persone e merci provenienti da diversi Paesi. Nel pensiero del maestro, le differenze, spesso ragione di conflitti sociali, sono anche l’aspetto da valorizzare per resistere a un sistema che tende all’omologazione. La sua esortazione supera quindi le abituali categorie di tolleranza e inclusione e “penetra direttamente nella sfera del sentimento”. L’opera è parte di Love Difference – Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea dell’Ufficio Politica di Cittadellarte, che “unisce l’universalità dell’arte all’idea di transnazionalità politica e focalizza la sua attività nell’area mediterranea in quanto in essa si rispecchiano i problemi della società globale”. Love Difference si pone infine in continuità con il percorso di Pistoletto e in particolare con il manifesto Progetto Arte del 1994 e la creazione di Cittadellarte.