La paura fa novanta: il modo di dire ha le sue origini nella cabala dei sogni, in cui il numero novanta corrisponde, appunto, al vocabolo “paura”. L’espressione idiomatica significa che sotto lo stimolo di questo stato emotivo è possibile riuscire a compiere azioni che sembrerebbero impensabili in condizioni normali. Michelangelo Pistoletto ha ribaltato e fatto suo questo sistema di associazione tra numeri e significati, cambiando il soggetto e annunciando “L’arte fa 90”. L’espressione diviene emblematica se ci si sofferma sul compleanno del maestro, il quale compie 90 anni proprio oggi, il 25 giugno 2023, giorno dell’inaugurazione della rassegna Arte al Centro.
I 12 mesi antecedenti alla ricorrenza sono stati particolarmente significativi: Michelangelo Pistoletto ha pubblicato il libro La formula della creazione e sono state proposte le mostre La Pace Preventiva a Palazzo Reale a Milano, Michelangelo Pistoletto. INFINITY – L’arte contemporanea senza limiti al DART – Chiostro del Bramante di Roma e Michelangelo Pistoletto – I quadri specchianti nelle sedi internazionali di Galleria Continua. Così, nell’ottica di mettere in luce cosa si cela dietro i più recenti progetti espositivi offrendo inoltre uno sguardo introspettivo al suo 90esimo compleanno, è nata l’intervista che segue.
Michelangelo Pistoletto e la Grande sfera di giornali, 1966 – 2023, polistirene, giornali pressati.
Foto scattata da Pierluigi Di Pietro al Chiostro del Bramante di Roma.
Arte al Centro coincide con il tuo 90esimo compleanno. Che valore ha per te celebrare questa ricorrenza proprio il giorno dell’inaugurazione della rassegna nella tua Cittadellarte? Per l’occasione è prevista la partecipazione di ospiti e ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso provenienti da ogni parte del mondo…
Mi rende felice il fatto che quest’anno Arte al Centro venga dedicata anche al mio 90esimo anno. Così risulta significativo il rapporto tra il mio lavoro condotto finora e la rassegna, che rappresenta un passaggio rilevante nello sviluppo di Cittadellarte. Questa 25esima edizione sarà di grande rilievo: saranno messi in evidenza i risultati ottenuti dalla Fondazione a quattro anni dal riconoscimento di Biella a Città Creativa UNESCO e conseguentemente alla nascita di Biella Città Arcipelago, entrambe sotto il segno del Terzo Paradiso; pochi mesi fa, in occasione del Rebirth Day, è stato pubblicato il mio libro “La formula della creazione”, che si conclude proprio con la formazione e la pratica di Cittadellarte; circa un mese prima della rassegna abbiamo firmato un aggiornamento dello statuto con l’inserimento di Cittadellarte, a livello di denominazione e istituzionale, nella ragione sociale della Fondazione Pistoletto, che, così, si rifonda. In quest’ottica è stato piantato un cedro del Libano al centro del piazzale antistante all’orto del Terzo Paradiso. L’albero è stato donato dai soci del Lions Club di Biella in ricordo di quando mi assegnarono il Premio Imago nel 1992: avevo da poco acquisito gli spazi di via Serralunga e in occasione della cerimonia del riconoscimento per la prima volta feci il nome di Cittadellarte. Questo albero, quindi, ricorda l’inizio di Cittadellarte visto che ha all’incirca la stessa età.
Il cedro del Libano situato al centro del piazzale antistante all’orto del Terzo Paradiso.
Foto di L.D.
Qual è il più grande dono che hai ricevuto dalla vita? E quale credi di aver fatto tu all’arte?
Il più grande dono che ho ricevuto dalla vita è l’arte. Il dono che ho fatto all’arte è quello di renderla vero e proprio specchio della vita.
Da febbraio stai presentando il libro edito da Cittadellarte in tutta la nostra penisola nell’ambito di una vera e propria tournée. In 31 passi, racconti il percorso umano e artistico che ti ha portato a definire la “Formula della Creazione”, chiamata da te anche “Formula della Vita”. Per mettere in luce i contenuti dell’opera ti stai avvalendo di una narrazione condivisa, confrontandoti con relatori e moderatori esponenti di diversi ambiti del tessuto sociale, dalla scienza all’economia, dalla fisica alla filosofia, dalla politica all’imprenditoria fino alla cultura. Cosa ti sta lasciando questa serie di incontri, anche alla luce della profonda partecipazione di un pubblico di tutte le età?
Non sono presentazioni che di solito fa l’autore di un libro nelle sedi di commercializzazione libraria, ma avvengono in luoghi significativi dei diversi settori che costituiscono la società. Il mio libro, iniziato 22 anni fa e pubblicato a dicembre 2022, tocca tutti gli ambiti, di conseguenza io confronto il mio testo con persone qualificate in ogni settore della vita comune. Sono incontri che arricchiscono di significato e favoriscono la comprensione del mio volume estendendone l’interazione in ogni campo del tessuto sociale. Penso inoltre a questo libro come strumento formativo che può essere utilizzato non solo nei settori dell’apprendimento, ma ritengo che possa essere utile alle persone di qualsiasi età in cerca di risposta alle ragioni della propria esistenza.
Cecilia Casorati, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma, e Michelangelo Pistoletto.
La foto è stata scattata durante la presentazione de La formula della creazione all’ABA il 15 marzo 2023.
Foto di Pierluigi Di Pietro.
In una contemporaneità globale in cui i conflitti bellici non sono ancora anacronistici, hai ideato il concetto di “pace preventiva”, in contrasto a quello di “guerra preventiva”, avanzato da Bush e Blair. Come declinarlo anche nella quotidianità?
Non c’è una ricetta da applicare subito e individualmente, ma servono delle partecipazioni a livello culturale e pratico come quelle che cerchiamo di offrire con Cittadellarte. Queste permettono di sviluppare dei rapporti di reciprocità basati sull’equilibrio e sull’armonia, evitando di rispondere direttamente agli impulsi di possessione aggressiva a cui tutti siamo inclini. La capacità di creare è proprietà di ciascuno di noi: possiamo dipingere mettendo insieme due colori per produrne un terzo, ad esempio il giallo e il blu per creare il verde, oppure fare musica unendo due voci per ottenerne una terza che si produce nell’unione delle due, oppure connettere il polo positivo al polo negativo per produrre energia elettrica.
Michelangelo Pistoletto a Palazzo Reale a Milano. Foto di Daniela Pellegrini.
La mostra La pace preventiva nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano.
Foto di Damiano Andreotti.
Dal 22 marzo al 4 giugno 2023 Palazzo Reale di Milano ha ospitato la mostra intitolata proprio La Pace Preventiva, che si è articolata attraverso l’esperienza immersiva dell’installazione Labirinto nella Sala delle Cariatidi: il risultato è stato un tragitto tra le tue opere che ha accompagnato i visitatori a conoscere l’itinerario di consapevolezza che ti ha portato a concepire l’arte al centro di una trasformazione in senso responsabile della società. Come da te indicato, il labirinto riflette la via verso il Minotauro, che rappresenta la guerra, il mostro pronto a divorare la società. In questo parallelismo, se vestissimo i panni di Teseo, è nell’arte che troveremmo il filo di Arianna?
È nella formula della creazione che troveremmo il filo di Arianna, ovvero la pace preventiva. Nel labirinto noi ci troviamo sempre a un bivio, dinnanzi a una duplice possibilità: prendere la via di destra o di sinistra, pensando che per procedere non ci sia alternativa. La formula della creazione è la seguente: 1 e 1 fa 3. Ciò significa che non si tratta di andare da una parte o dall’altra, ma davanti a questa dualità, cioè di 1 e 1, di trovare la terza via che nella formula si apre nel cerchio di mezzo. La terza strada è il terzo elemento nella formula, il numero 3. Questa è la creazione: la via di uscita deve essere creata. Il filo di Arianna è la creazione. Ed è la libertà di scelta che diviene responsabilità personale di ognuno.
Pistoletto al Chiostro del Bramante in occasione del vernissage del 16 marzo 2023 di INFINITY.
Foto di Pierluigi Di Pietro.
Fino al 15 ottobre 2023 è visitabile al Chiostro del Bramante di Roma la mostra Michelangelo Pistoletto. INFINITY – L’arte contemporanea senza limiti, che propone cinquanta opere e quattro grandi installazioni site specific, dagli anni Sessanta fino a lavori più recenti. In riferimento al nome del progetto espositivo, quali sono i limiti che con la tua arte sei riuscito a superare?
I limiti sono i sistemi codificati. Io procedo con i passi di fianco, che sono rappresentabili con il passo del torero: il toro va dritto verso il drappo rosso, dietro al quale sta il torero. Ma il torero non si lascia colpire, perché si sposta, appunto, con un passo di fianco. Questa è l’intelligenza dell’artista, che, quando si trova di fronte al sistema del “potere” che va dritto, si sposta. Con l’arte ho superato i limiti rigidi del potere, che necessitano invece di flessibilità, rinnovamento, rigenerazione, reinvenzione.
Qr Code Possession – Autoritratto, 2022, serigrafia su acciaio inox super mirror.
Di recente hai presentato QR Code Possession – Autoritratto sul tuo sito internet, poi come quadro specchiante nella mostra inaugurata il 27 maggio 2023 a San Gimignano, prima di una serie di esposizioni intercontinentali di Galleria Continua. In riferimento alla tua nuova opera, la tua ricerca artistica sta toccando sempre più l’ambito digitale con un’indagine sul metaverso. Nel futuro come si legheranno arte e tecnologia? Che relazione sarà?
Poiché sono un artista che non ha un unico verso, mi definirei come un artista multiverso. La mia mostra al Chiostro del Bramante di Roma, ad esempio, è “multiversatile”. La stessa multiversatilità si estende a dimensione intercontinentale negli otto spazi della Galleria Continua. Quando parlo di metaopera (e “meta” vuol dire “oltre”), penso all’oltre dell’oltre. Questa è l’eternità. Ad esempio, le presentazioni del libro che sto proponendo sono disponibili anche in tele di 2x2cm, ossia i QR Code, che posso inventare nelle forme e nel colore. Viene riposta grande fiducia sociale nel sistema tecnologico, ma sfiducia nella durata di queste tecnologie : rispetto alle opere d’arte che vengono realizzate a mano su tela, il sistema tecnologico attuale può essere sempre superato nel giro di pochi decenni (pensiamo, ad esempio, alle cassette o ai vinili). C’è da augurarsi che le memorie vengano trasposte in sistemi che permettano loro di essere mantenute. Come si sono conservate le incisioni su pietra della Stele di Rosetta, così anche la carta, i libri o le tele possono avere una durata presumibilmente superiore ai mezzi più avanzati. Passando al mio quadro, “QR Code Possession – Autoritratto”, è un’opera specchiante in cui il mio corpo è tatuato con dodici QR Code, una tecnologia innovativa, che riportano azioni e attività realizzate durante la mia vita. Oltre all’immagine mnemonica fissa c’è anche una memoria che ha uno spessore di un tempo prolungato attraverso i vari momenti della mia cronistoria artistica, che sono i risultati del mio lavoro. Teniamo conto che il tatuaggio è una forma di racconto di sé e della società già praticata dagli uomini primitivi.
Michelangelo Pistoletto. Foto di Pierluigi Di Pietro.
Da “La paura fa 90” a “L’arte fa 90”: in questo tuo nuovo modo di dire è l’arte che riesce a innestare inediti processi creativi. Esiste una relazione tra paura e creazione? Se volgessi uno sguardo al passato, nei tuoi 90 anni cosa sei riuscito a realizzare grazie all’impulso generativo dell’arte?
La grande paura che attraversa l’umanità è quella della morte. L’arte è stata usata dagli esseri umani come ricerca di immortalità, dai fondi oro alle maschere funerarie degli antichi egizi, dall’oro delle icone bizantine fino alla ricerca di conoscenza scientifica che raggiunge la nostra attualità e ci spinge oltre con l’uso degli algoritmi. È tutta una ricerca di immortalità: dall’oro, per la sua durevolezza e la sua incorruttibilità, all’acciaio inossidabile del quadro specchiante, che riproduce direttamente l’intero esistente, fino al metaverso a cui ci porta la tecnologia. Come posso io non avere paura della morte? Dopo aver realizzato visivamente lo specchio universale, ora mi sto dedicando allo specchio tecnologico che offre possibilità di trasporre in esso la mia memoria. Ogni immagine che io fisso nel quadro è memoria di un momento e la memoria della persona di cui ho fissato l’immagine rimane nel tempo a venire, oltre la vita della persona stessa, convivendo con chi sarà presente nel quadro nel tempo futuro. Nella mia metaopera specchiante tecnologica io non ci sarò più, ma, ad esempio, il mio libro “La formula della creazione” continuerà ad esistere e agirà con i testi, con le immagini, le idee e le attività che nasceranno nei tempi a venire. Questa è la mia immortalità. Io questo lo so oggi, mentre sono vivo. E questa è la mia sopravvivenza: so di essere già attivo oltre la mia vita fisica. Pensiamo alla mano della persona che ha lasciato il suo segno, la sua impronta, sulla parete di una caverna nei tempi remoti: quella mano è sopravvissuta alla persona stessa, in quanto oggi la possiamo vedere mentre la persona è subito deceduta. Ecco l’immortalità. Noi abbiamo quindi conoscenza del futuro attraverso la nostra memoria. E io voglio essere immortale mentre sono vivo. Così, con la mia arte unita alla scienza del genere umano, raggiungo questo scopo.