Nel 1967 Pistoletto realizza le sue prime azioni, con le quali non solo esce dagli spazi tradizionali dell’arte quali gallerie e musei, ma dà avvio a quella dimensione collettiva del suo lavoro che assumerà un crescente rilievo nel corso degli anni successivi.
La fine di Pistoletto, realizzata il 6 marzo presso il Piper Pluriclub di Torino, riprende ironicamente nel titolo lo slogan del locale in cui si svolge (“Piper è la fine del mondo”) ed esprime al contempo la svolta che quest’azione segna nella sua ricerca. Lungo una parete sono allineati alcuni Quadri specchianti che hanno come soggetti amici e artisti (Piero Gilardi, Clino Trini Castelli, Faustina Piacentino, Graziella Derossi) che sono anche abituali frequentatori o animatori di questo locale, una discoteca alternativa aperta a manifestazioni artistiche d’avanguardia inaugurata da pochi mesi.
La fine di Pistoletto, 1967; Azione, Piper Pluriclub, Torino, 6 marzo 1967.
Foto di R. Rinaldi.
Disposte lungo la pista da ballo trenta persone indossano come maschera una fotografia che riproduce il volto di Pistoletto e tengono tra le mani una lamiera riflettente che usano per produrre suoni e riflettersi l’un l’altro e appoggiano poi sul pavimento della pista su cui continuano le danze. Le due componenti dei Quadri specchianti, immagine fotografica e superficie specchiante, si staccano così dalla parete e vengono indossate e animate dai partecipanti all’azione. Nel locale è esposto anche uno degli Oggetti in meno, il Pozzo argento, un cilindro in fibra di vetro alto un metro al quale è possibile affacciarsi, osservandosi in uno specchio posto sul fondo dove, in una versione precedente dell’opera, erano collocati una tela da pittura e un telaio spezzati. Con il suo riferimento al mito del rispecchiamento e annegamento di Narciso, un segnale di un pericolo scampato ma sempre presente. A novembre del 1967 Pistoletto conosce a Roma Maria Pioppi, che il mese successivo si trasferisce ad abitare con lui a Torino e diventerà la sua compagna di vita e lavoro. Nata a Roma il 4 ottobre del 1938, figlia di un antiquario, studia all’Accademia di Belle Arti dal 1956 al 1959, seguendo in particolare le lezioni di Toti Scialoja, frequentate in quegli stessi anni anche da Jannis Kounellis and Pino Pascali. Dopo un soggiorno in Iran, dal 1961 al 1965, rientra a Roma dove lavora prima alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis e poi alla Galleria Arco D’Alibert di Mara Coccia.
Scultura da passeggio, 1967; Azione, per strada, Torino, 4 dicembre 1967.
Fotogrammi dal film di Ugo Nespolo Buongiorno Michelangelo (1968)
Il 4 dicembre Pistoletto realizza l’azione Scultura da passeggio nell’ambito della mostra collettiva “Con temp l’azione”, che si svolge contemporaneamente in tre gallerie torinesi (Sperone, Stein e Il punto). L’artista utilizza per quest’azione uno degli Oggetti in meno, la Sfera di giornali, una sfera di circa un metro di diametro formata da pagine di giornali bagnati e pressati. Altre due sfere di giornali pressati facevano parte di altri due Oggetti in meno: Sfera sotto il letto (1965-1966), costituita da una sfera di giornali pressati più piccola, collocata sotto il letto dell’artista e illuminata da un faretto; Grande sfera di giornali. Progetto per un museo (1966), esistente all’epoca solo come modello – destinata a non potere uscire dallo spazio espositivo, in quanto era previsto che fosse costruita al suo interno fino a occupare le dimensioni massime della stanza, verrà poi effettivamente realizzata in occasione della Biennale di Venezia del 1976.
Scultura da passeggio, 1968; Azione, per strada, Torino, gennaio 1968.
Fotogrammi dal film di Ugo Nespolo Buongiorno Michelangelo (1968).
La sera dell’inaugurazione della mostra “Con temp l’azione” la Sfera di giornali viene ribattezzata Scultura da passeggio e fatta rotolare lungo il percorso che unisce le tre gallerie da Pistoletto insieme ad alcuni degli artisti della mostra tra cui Gilberto Zorio, Mario Merz, Alighiero Boetti, Gianni Piacentino, Ugo Nespolo, la curatrice Daniela Palazzoli, il gallerista Gian Enzo Sperone, il critico Tommaso Trini e altri passanti occasionali. L’azione verrà ripetuta nel gennaio 1968, sempre per le strade di Torino, questa volta con la partecipazione di Maria Pioppi. Ugo Nespolo filma l’azione a dicembre e gennaio e utilizza le riprese per il film Buongiorno Michelangelo.
Nel corso dei decenni successivi la Scultura da passeggio verrà riproposta molte volte, con o senza la partecipazione di Pistoletto. Nel 1993 l’azione viene inoltre inserita nel progetto di istruzioni artistiche “Do it” curato da Hans Ulrich Obrist.