Invitare i governi, i produttori di abbigliamento e calzature e le parti interessate del settore a impegnarsi ad applicare una serie di raccomandazioni politiche, linee guida di implementazione e standard per una maggiore trasparenza e tracciabilità attraverso la catena di fornitura di abbigliamento e calzature: è questo, in sintesi, l’obiettivo del Sustainability Pledge, progetto frutto di diversi anni di lavoro di ricerca e sviluppo che ha riunito le realtà coinvolte del settore per fornire una soluzione pratica per un cambiamento positivo verso processi economici più circolari mirando a una maggiore tracciabilità e trasparenza nel settore. Il Sustainability Pledge – che soddisfa la crescente domanda da parte dei consumatori di maggiori informazioni su come vengono acquistati, prodotti e realizzati abbigliamento, tessuti e scarpe – è il risultato del progetto UNECE “Enhancing Transparency and Traceability of Sustainable Value Chains in Garment and Footwear” che è in corso di attuazione con UN/CEFACT, in collaborazione con l’International Trade Centre (ITC) e con il finanziamento dell’Unione Europea. L’iniziativa dell’ONU ha preso il via tre anni fa ponendosi come obiettivo quello di sviluppare un approccio e uno standard per rendere la filiera del tessile-abbigliamento trasparente e tracciabile. Sempre più produttori di tessuti, organismi accademici e addetti ai lavori stanno sottoscrivendo il Sustainability Pledge: attualmente sono 42 i pledges (impegni), che riuniscono azioni di oltre 100 aziende e organizzazioni. Il governo italiano, in quest’ottica, ha anche annunciato che utilizzerà le raccomandazioni politiche dell’UNECE per sviluppare una legislazione sulla circolarità nell’industria dell’abbigliamento. Le aziende che presentano impegni sono di differenti rami e provenienze, come Inditex, Mulberry, Scottish Leather Group e Vivienne Westwood, solo per citarne alcune.
La conferenza, Vivienne Westwood e Cittadellarte
Ha preso il via ieri un evento di tre giorni a margine della Milano Fashion Week che vede la partecipazione di alcune realtà protagoniste del Sustainable Pledge. Nell’incontro The Sustainability Pledge – Sustainability solutions for the garment and footwear industry del 21 settembre, tenutosi alla SDA Bocconi di Milano, è stato presentato il progetto, che verrà messo in luce e approfondito anche oggi e domani nel capoluogo lombardo. La conferenza di ieri, ad esempio, ha visto la partecipazione come relatori di Stefano Albini, Presidente del Cotonificio Albini Spa (da remoto), Maria Teresa Pisani, Economic Affairs Officer and Project Lead di UNECE, e Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte. La partecipazione della Fondazione Pistoletto va sottolineata anche anche in un’altra ottica: l’impegno di Vivienne Westwood (che per il progetto ha presentato due outfit tracciabili, testati in un sistema blockchain) era mirato a raccogliere dati di tracciabilità e trasparenza dall’approvvigionamento delle materie prime alla distribuzione e al dettaglio nei loro negozi per un paio di jeans e una camicia in denim riciclato, un processo condotto in collaborazione con il laboratorio di arte e creatività di Cittadellarte Fashion B.E.S.T.
La tre giorni
L’iniziativa si pone come workshop di formazione di tre giorni ed è il primo di una serie di eventi che mirano a fornire alle parti interessate del settore gli strumenti di cui hanno bisogno per guidare l’azione sulla sostenibilità e avanzare verso approcci di economia circolare su scala nazionale, regionale e globale. I partecipanti apprenderanno le raccomandazioni politiche mediate dalle Nazioni Unite, le linee guida di attuazione, uno standard per lo scambio di informazioni e l’invito all’azione del Sustainability Pledge. ll workshop è co-organizzato dall’UNECE e dal Monitor for Circular Fashion, Sustainability Lab di SDA Bocconi School of Management, in collaborazione con il progetto “Enhancing Traceability and Transparency for Sustainable and Circular Value Chains in Garment and Footwear”, realizzato congiuntamente con l’International Trade Centre (ITC) delle Nazioni Unite, con il sostegno finanziario dell’Unione Europea. Domani, 23 settembre, Cittadellarte sarà nuovamente protagonista di un incontro alla Bocconi: dalle 9.45 alle 11 si terrà il modulo The technology model for traceability and transparency and due diligence in textile and leather che ha come obiettivo quello di far approfondire ai partecipanti il sistema blockchain dell’UNECE per la due diligence e la sostenibilità, sottolineando l’importanza dell’interoperabilità tecnologica. L’incontro, presentato dagli UNECE Project Expert Andrea Redaelli e Claudia di Bernardino, vedrà intervenire Giorgio Ravasio (Country Manager Italy di Vivienne Westwood), Isabella Tonelli (Supply Chain Sustainability Manager di Vivienne Westwood), Paolo Naldini, Olga Pirazzi (responsabile Ufficio Moda di Cittadellarte), Stefano Albini (presidente del Cotonificio Albini Spa) e Silvia Santato (Marketing Manager di Dedagroup Stealth); per visionare il programma completo della tre giorni cliccare qui.
Le riflessioni
“L’Italia ha assunto un ruolo di primo piano – ha affermato Maria Benedetta Capo Divisione presso la Direzione Generale per Politica Industriale, Innovazione e PMI, del Ministero dello Sviluppo Economico – nella ricerca di come le tecnologie digitali possano fornire ai consumatori informazioni affidabili sulla vita dei prodotti e aiutare i produttori, in particolare le PMI, ad aumentare la sostenibilità dei loro processi. Accogliamo con favore i risultati del pilota blockchain nell’ambito di The Sustainability Pledge e stiamo promuovendo tali iniziative sotto la Presidenza italiana del G20”. Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Olga Algayerova, Segretario Esecutivo dell’UNECE: “I consumatori – ha sottolineato – chiedono giustamente sostenibilità e pratiche etiche nell’industria dell’abbigliamento e noi desideriamo rispondere. Invito tutti gli attori, dai produttori di tessuti e marchi di alta moda di strada agli attivisti e al mondo accademico a unirsi a The Sustainability Pledge”. I segnali di un cambiamento sostenibile non mancano (e non sono suggestioni). È finalmente iniziata una svolta a livello globale per il presente e futuro della moda sostenibile?