La morte di George Floyd, l’afroamericano di Minneapolis ucciso con la pressione sul collo per 9 minuti dal ginocchio di un poliziotto, ha ispirato Giangiacomo Rocco di Torrepadula a realizzare una sequenza fotografica di 9 scatti che raffigurano la sequenza di una candela privata della ‘sua fiamma’, uno per ognuno degli interminabili minuti che hanno soffocato la vittima. Con lo scopo di generare una riflessione corale sul problema del razzismo, l’artista ha avviato un progetto di mail art partecipativo spedendo centinaia di cartoline. “La reazione – viene sottolineato nella nota stampa dedicata – è stata sorprendente, hanno risposto centinaia di persone: personaggi e creativi affermati, e gente comune. Sono tornate in risposta oltre 400 cartoline con i contributi di nomi noti quali: Michelangelo Pistoletto, Oliviero Toscani, Max Casacci dei Subsonica, Andy dei Bluvertigo, Gad Lerner, Cristina Capotondi, Maurizio Galimberti, Maurizio De Giovanni, solo per citarne alcuni”. Così è nata la mostra A Postcard for Floyd curata da Chiara Ferella Falda, che si avvale anche di un libro edito da Skira con l’art direction di Pier Paolo Pitacco, che è stato presentato in occasione di una prima mostra tenutasi a Milano negli spazi di Assab One (dal 25 maggio al 18 giugno 2023).
L’esposizione allo Spazio Musa di via della Consolata a Torino – che vede come direttore artistico Francesco Longo – è visitabile a ingresso libero dal martedì al venerdì dalle 15 alle 21 e il weekend dalle 16 alle 21. A livello contenutistico, accorpa ai 9 scatti dell’artista dedicati a George Floyd le oltre 400 cartoline del progetto di mail art (più di 50 inedite) e gli elaborati artistici dei bambini della scuola dell’infanzia Violeta Parra dell’IC Antonelli-Casalegno. Il dietro le quinte del lavoro degli alunni? Gli studenti in questione hanno svolto uno specifico workshop¹ sulla paura e sull’empatia Quando incontro… ho paura perchè? e una performance di live drawing in collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics (sede di Torino). È stato “un progetto partecipativo – viene specificato nel comunicato – sul pregiudizio e sulle modalità con le quali l’arte, supportata dagli studi di neuroscienze sui meccanismi della paura, può condizionare le reazioni istintive del cervello all’accettazione, attraverso tecniche di empatia”. La mostra proseguirà fino al 28 maggio e successivamente sarà anche attivato un corso di illustrazione della Scuola Internazionale di Comics (sede di Torino) con un percorso Educational sul tema. “Si realizza così una staffetta, anche generazionale, del messaggio – hanno affermato gli organizzatori – destinata a perdurare anche oltre la mostra stessa. Un messaggio positivo che dai bambini si dirama agli adolescenti e poi a tutti gli adulti”.