Correggere le disposizioni introdotte nella normativa italiana di recepimento della direttiva comunitaria ‘SUP’ sulla plastica monouso, rafforzando, come è stato chiesto dalla Commissione Europea, le misure che disincentivano il monouso e sostengono il ricorso a imballaggi riutilizzabili: è questa la richiesta mossa dal WWF al Governo italiano per poter – almeno in parte – ovviare all’annoso problema plastica. Per porre sotto i riflettori l’emergenza ambientale che ruota attorno a questo materiale ed evidenziare l’esigenza globale e sociale al fine di ottenere una risposta concreta, la maggiore associazione ambientalista italiana e la Plastic Free Foundation hanno commissionato all’Ipsos un’indagine su oltre 20mila cittadini tra i 17 e i 74 anni intervistati a fine 2021. Dal sondaggio, il primo completo e globale sulla necessità di un trattato per affrontare l’inquinamento da plastica, sono emersi risultati significativi: “In media circa il 90% delle persone intervistate in 28 paesi – si legge nella nota stampa dedicata del WWF – ritiene che avere un trattato globale sulla plastica sia importante per affrontare efficacemente la crisi dell’inquinamento da plastica; inoltre, l’85% desidera che produttori e rivenditori siano ritenuti responsabili del fine vita degli imballaggi in plastica. L’opinione degli italiani intervistati è tra le top ten: siamo al 6’ posto con una percentuale del 94% degli intervistati a favore del trattato”. Il sondaggio ha anche rilevato che tre quarti del campione di intervistati pensa che la plastica monouso debba essere bandita il prima possibile e l’82% afferma di voler acquistare prodotti la minore quantità possibile di imballaggi in plastica. “Resta l’incognita – ha specificato l’associazione – su quanto questo forte sostegno pubblico globale si tradurrà nell’adozione di un trattato globale efficace e giuridicamente vincolante: al momento sono oltre 150 gli stati membri delle Nazioni Unite che hanno formalmente chiesto un trattato, ma a meno che questi appelli non siano seguiti dalla decisione di istituirne uno di ampia portata che affronti tutto il ciclo di vita della plastica, non potremo risolvere la crisi dell’inquinamento di questo materiale”.
Come evidenziato dalle due realtà che hanno condotto l’indagine, questi risultati dovrebbero comunque rafforzare l’urgenza di stabilire standard globali elevati per affrontare tutte le fasi del ciclo di vita della plastica e definire la strada per porre fine all’inquinamento da plastica entro il 2030. “I riflettori – ha aggiunto il WWF – ora sono puntati sugli Stati Membri che dovranno avviare negoziati alla prossima Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente prevista a fine febbraio”. Il WWF ha inoltre esplicato come si è accesa la scintilla del processo di conoscenza e responsabilità sul fronte ambientale: secondo l’associazione, la consapevolezza dell’opinione pubblica e la preoccupazione per la crisi della plastica sono aumentate poiché il problema del consumo eccessivo e dell’inquinamento di plastica è cresciuto in modo esponenziale; i modelli, infatti, suggeriscono che continuando con l’attuale modello di produzione-utilizzo si avrà il raddoppio della produzione di rifiuti di plastica e la triplicazione della diffusione di plastica negli oceani entro il 2040. “La crisi della plastica – ha affermato Marco Lambertini, Direttore Generale WWF International – minaccia di sfuggirci di mano ed è giunto il momento che i governi di tutto il mondo se ne facciano carico proponendo una loro leadership. Migliaia di cittadini nel mondo hanno espresso la propria opinione. L’onere e l’opportunità spetta ora ai governi: adottare un trattato globale sulla plastica – che sia legalmente vincolante e stabilisca regole e regolamenti globali che affrontino l’intero ciclo di vita della plastica – in modo da poter eliminare l’inquinamento da plastica nell’ambiente entro il 2030. Non possiamo permetterci nulla meno”. Alle sue parole hanno fatto eco quelle di Donatella Bianchi, Presidente di WWF Italia: “Sappiamo che i cittadini sono estremamente preoccupati per l’inquinamento da plastica. Questo sondaggio è un chiaro invito, da parte di persone provenienti da ogni angolo del mondo, ai propri governi affinché agiscano subito”. La possibile soluzione, va ricordato, passa non solo dalle azioni politiche e comunitarie, ma da quelle individuali quotidiane. Oltre ai comportamenti offline, è possibile alzare la voce anche online: oltre 2 milioni di persone in tutto il mondo hanno firmato la petizione del WWF chiedendo un trattato globale, così come oltre 100 aziende e più di 700 organizzazioni della società civile.