Quando la creatività e l’arte incontrano la fotografia: la mostra Paolo Pellion di Persano. La semplice storia di un fotografo, a cura di Marcella Beccaria e Andrea Viliani, valorizza la generosa e articolata donazione avvenuta nel 2023 da parte degli eredi dell’Archivio del fotografo, inclusivo di oltre 44mila negativi, al CRRI – Centro di Ricerca del Castello di Rivoli. Per la prima volta, l’esposizione presenta un gruppo significativo di fotografie dell’autore, comprendente molti inediti, e restituisce uno straordinario racconto nel quale l’energia artistica e intellettuale di Torino e del suo territorio è protagonista, insieme alla storia stessa del Museo. Allestita nella Sala 18 del Castello di Rivoli e aperta fino al 22 settembre 2024, la mostra prende in esame l’attività di Paolo Pellion di Persano (Castagneto Po, Torino, 1947-2017) a partire dagli esordi negli anni settanta, individuando nuclei tematici che scandiscono il suo operato: i viaggi, i fermenti sociali del periodo, gli sviluppi dell’Arte povera, il lavoro per altri settori creativi e l’interesse nei confronti del teatro. “Indagine sulla precisione dello sguardo – viene specificato nella nota stampa dedicata – e sul ruolo della produzione dell’immagine fotografica nel processo artistico, l’esposizione si propone come un’occasione unica per ridefinire il ruolo della fotografia nell’evoluzione artistica nel contesto della vita culturale torinese”. La mostra, parte del programma di EXPOSED Torino Foto Festival, è sostenuta da Strategia Fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Autoritratto alla Galleria Giorgio Persano
Torino, 1978 – stampa ai sali d’argento su carta baritata
Eredi di Paolo Pellion di Persano, Torino.
La connessione col Castello di Rivoli
Una sezione della mostra è dedicata alla lunga relazione tra Pellion e il Castello di Rivoli, istituzione di cui documenta l’inaugurazione nel 1984 e che segue con continuità fino al 2012 e oltre, arrivando a produrre una narrazione lucida ed emotivamente coinvolgente che restituisce la ricca stratigrafia storica, collezionistica ed espositiva presente in ogni sala del Museo. Oltre alle stampe originali, prodotte dall’autore, la mostra comprende infine anche materiale documentaristico, tra cui oggetti personali e strumenti di lavoro conservati nel suo laboratorio a Castagneto Po. In occasione della mostra, il Castello di Rivoli ha pubblicato inoltre un libro bilingue (italiano/inglese), a cura di Raffaella Perna, dedicato al lavoro di Pellion. “Attraverso le sue fotografie, si può affermare che Paolo Pellion sia stato il primo biografo della storia del Museo d’Arte Contemporanea al Castello di Rivoli. La mostra riconosce quindi a Pellion tale ruolo, e accade proprio nel 2024, anno nel quale si celebra il quarantesimo anniversario del Museo”, hanno affermato i curatori della mostra Marcella Beccaria, Vice Direttore del Castello di Rivoli e Responsabile del CRRI, e Andrea Viliani, Direttore del Museo delle Civiltà di Roma e già Responsabile del CRRI nel biennio 2020-2022.
Pistoletto fotografato da Pellion con la sua Sfera di Giornali presentata alla Biennale di Venezia nel 1976.
Il legame con l’arte e con Michelangelo Pistoletto
Paolo Pellion ha affrontato con grande razionalità il suo impegno nei confronti della fotografia di opere d’arte, come dichiarò nel 2016: “Mi piace fotografare l’arte. Nel corso degli anni ci sono riuscito perché ho pazienza, mi piace stare da solo. Vorrei ottenere una certa obiettività, riuscire a trasmettere le opere nel loro essere, una realtà verificabile. Non voglio offrire particolari interpretazioni. Sono un esecutore, difficilmente prendo l’iniziativa. Sono rare le foto di backstage che ho fatto di mia iniziativa, seguendo soltanto il mio occhio. Mi considero un artigiano più che un artista”. Alcune fotografie documentano inoltre la relazione tra l’autore e Michelangelo Pistoletto: Pellion è presente durante l’allestimento di L’arte assume la religione – Divisione e moltiplicazione dello specchio, mostra personale del maestro presentata presso la Galleria Giorgio Persano a Torino nel 1978; due scatti prendono spunto da due diversi fasi dell’allestimento di La forma dello specchio (1975-78), includendo Pistoletto e Pellion in un caso e Pellion da solo con l’opera completata nell’altro, mentre è riflesso nell’opera specchiante, di cui entra a far parte nell’atto stesso di fotografarla. Quest’ultima fotografia è stata stampata in accordo con gli eredi per l’occasione di questa mostra al Castello di Rivoli. “Paolo Pellion – ha ricordato Pistoletto – è stato un amico e compagno di percorso. Le foto qui esposte sono documento di quando, negli anni ’70, vivevo a San Sicario, così come la mia partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1976“.