Un modo innovativo e coinvolgente di raccontare la scienza, fortemente legato al territorio e riconosciuto come uno dei più importanti eventi di diffusione della cultura scientifica al mondo: il riferimento è al Festival della Scienza di Genova, iniziata il 20 ottobre e in conclusione il 1° novembre, che porta in 49 location cittadine 275 eventi in presenza, 133 conferenze, 84 laboratori, 31 mostre, 10 spettacoli e 17 eventi speciali per visitatori di ogni fascia d’età e livello di conoscenza, a cui si aggiungono 25 eventi online riservati alle classi, per un totale di 300 eventi. Il Festival coinvolge 424 scienziati e personalità illustri provenienti da tutto il mondo e 378 tra enti, associazione, aziende e editori che hanno partecipato alla composizione del programma. A legare tutti gli eventi la parola chiave scelta per l’edizione 2022, Linguaggi, affrontati all’interno dell’evento nelle diverse declinazioni: matematici, tecnici, simbolici, di
programmazione, musicali e artistici, strumenti essenziali per lo sviluppo del pensiero scientifico. Attraverso gli incontri, il Festival esplora quindi la forza e i limiti dei linguaggi, riflettendo sul tema della comunicazione efficace, in un difficile equilibrio tra qualità e quantità. “Il Festival della Scienza – si legge nel sito ufficiale – è uno dei leader tra gli eventi di diffusione della cultura scientifica diventato, negli anni, un punto di riferimento a livello internazionale. Scienziati, ricercatori, divulgatori, artisti, autori, ma anche enti scientifici, associazioni e imprese, incontrano il pubblico per far sì che la scienza si possa toccare, vedere e capire senza confini, in un confronto aperto e libero da un approccio accademico. Una festa che celebra la meraviglia della scienza e che, nel frattempo, fa scoprire le bellezze di Genova, sfondo culturale perfetto per il Festival. Una città diventata polo mondiale di innovazione tecnologica grazie a solide radici, competenze industriali e attitudine alla ricerca di nuove prospettive, ma anche straordinaria città di cultura e di arte e di attrazioni turistiche”.
Tra i numerosi appuntamenti in programma, lunedì prossimo si terrà A regola d’arte – Scienziati, artisti e innovazione, incontro moderato da Vincenzo Napolano in programma nella Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale di Piazza Matteotti 9 alle ore 18.30. L’appuntamento sarà incentrato sull’interazione tra scienza, arte e tecnologia, su cui la Commissione Europea sta fortemente investendo assumendo sempre più la connotazione di vera innovazione scientifica e tecnologica. A questo proposito, la tematica verrà approfondita con esempi e progetti dei seguenti relatori: Antonio Camurri, professore di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi dell’Università di Genova e Co-fondatore e responsabile di Casa Paganini–InfoMus; Beatrice De Gelder, neuroscienziata cognitiva e neuropsicologa, professoressa di Neuroscienze cognitive e direttore del Laboratorio di Neuroscienze cognitive e affettive dell’Università di Tilburg; Maria Grazia Mattei, Fondatrice di MEET, centro internazionale per la cultura digitale a Milano; Maurizia Rebora, Chief Operating Officer di OGR Torino; Ralph Dum, coordinatore del programma di ricerca S+T+ARTS della Commissione Europea; Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte. Quest’ultimo illustrerà l’esperienza della Fondazione Pistoletto nell’ambito del progetto S+T+ARTS4Water: “La connessione che l’arte esplora ed attiva tra scienza e tecnologia – ha sottolineato Naldini – è di bruciante urgenza in questo momento storico: i cittadini moderni si sono auto esautorati rispetto alla partecipazione e alla custodia attiva delle stesse infrastrutture che sottendono la fabbrica sociale. Scienziati, tecnici e amministratori pubblici e privati sono stati così lasciati soli nel presidio di una così cruciale risorsa civica. Programmi come S+T+ARTS4Water puntano esattamente a innescare e mantenere dinamiche circolari e trasversali tra passi isolati e necessariamente insufficienti di fronte ai cambiamenti globali di circostanze e degli stessi paradigmi con cui interpretiamo la realtà. Il ruolo dell’arte, come enunciato dal Manifesto Progetto Arte di Michelangelo Pistoletto del 1994, è quanto mai essenziale in questo scenario proprio nell’impegno di mettere in comunicazione questi settori per catalizzare processi di trasformazione della società in senso responsabile”.
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Paolo Naldini.
“La natura multidisciplinare della forza lavoro culturale e creativa – spiegano gli organizzatori – costituisce un valore aggiunto fondamentale per le aziende che combinano competenze nell’arte, nella scienza e nell’ingegneria, i cosiddetti ‘fusion skill’. Fondare lo sviluppo e l’innovazione tecnologica sulla integrazione di ‘fusion skill’ e in particolare sulla intersezione con le arti e le scienze umane consente di dominarlo, orientarlo, talvolta frenarlo e adattarlo alle specificità dell’essere umano, di particolare importanza in questo momento storico di instabilità e di ripartenza post-pandemica. L’innovazione è multidisciplinare e coinvolge tre aree in modo non esclusivo: innovazione tecnologica, innovazione del modello di business, innovazione creativa (‘estetica’ o ‘soft’) inclusa l’innovazione sociale. Il programma EU STARTS (Science Technology and the ARTS) e il recente New European Bauhaus sono due importanti iniziative della Commissione Europea a supporto di progetti trans-disciplinari in cui le arti e le humanities giocano un ruolo fondamentale nella innovazione in diversi settori della scienza, della tecnologia e della società, quali la produzione industriale, l’industria multimediale e della comunicazione, l’urbanistica, la sostenibilità sociale e ambientale e i settori culturali e creativi. In questo evento conoscerete casi concreti di successo e buone pratiche sul ruolo delle arti come fonte di ispirazione nell’innovazione scientifica e tecnologica”.