Mart e Fondazione Luigi Rovati offrono per la prima volta una visione complessiva del vasto e articolato fenomeno che fu la riscoperta della civiltà etrusca nel secolo scorso, attraverso un progetto in due tappe diverse e complementari a cura di un unico e inedito team curatoriale: il riferimento è a Etruschi del Novecento, iniziata al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (dal 7 dicembre e in conclusione il 16 marzo 2025) per poi far tappa a Milano, alla Fondazione Luigi Rovati, dal 2 aprile al 3 agosto 2025. Il progetto espositivo, a cura di Lucia Mannini, Anna Mazzanti, Giulio Paolucci e Alessandra Tiddia, mette in luce come la civiltà etrusca abbia influenzato la cultura visiva del secolo breve: a partire dai ritrovamenti archeologici e dai tour etruschi, organizzati a cavallo tra il XIX e il XX secolo, fino alla Chimera di Mario Schifano, eseguita nel 1985 in occasione dell’inaugurazione del cosiddetto anno degli etruschi. “L’eco di scoperte sensazionali come quella dell’‘Apollo di Veio’, grande scultura in terracotta dipinta ritrovata nel 1916 e oggi conservata al Museo di Villa Giulia a Roma, portarono alla diffusione – si legge nell’apposita nota stampa – di numerosi studi e pubblicazioni e alla ripresa di stili, forme, temi, materiali. Il sorriso arcaico, gli animali fantastici, la vita e la morte, il culto del popolo misterioso ammaliarono i moderni, primo fra tutti l’intellettuale Gabriele d’Annunzio, affascinato dallo stile sintetico e ‘primitivo’. Nel secondo Novecento due celebri esposizioni contribuiranno ad amplificare la portata del fenomeno anche all’estero, raggiungendo artisti del calibro di Alberto Giacometti, Pablo Picasso, Andy Warhol o registi come Alfred Hitchcock”. Si tratta della Mostra dell’arte e della civiltà etrusca, allestita da Luciano Baldessari a Palazzo Reale a Milano nel 1955, e di Civiltà degli Etruschi, organizzata nel 1985 nell’ambito del variegato Progetto Etruschi che la città di Firenze e la Regione Toscana dedicarono a quello che venne chiamato l’anno degli etruschi.
Un dialogo artistico senza tempo
I confronti in mostra non si limitano agli aspetti stilistici o alle somiglianze, al contrario sono basati su documenti e dichiarazioni degli artisti stessi che furono influenzati, parteciparono a ‘tour etruschi’, visitarono musei e zone archeologiche, scrissero, studiarono o si dedicarono alle ‘etruscherie’. Se tra gli artisti del primo Novecento sono numerosi i rimandi al mondo ‘classico’, greco o romano, gli Etruschi ispirano coloro che prediligevano una posizione artistica ‘anti-classica’, alla ricerca di un linguaggio espressivo differente, originale. Al Mart Etruschi del Novecento si inserisce nel filone di progetti che confrontano e propongono dialoghi tra periodi storici differenti. La mostra inoltre riflette la mission stessa del museo che tutela, studia e valorizza un patrimonio di opere e materiali d’archivio che guarda con particolare attenzione alle vicende dell’arte italiana nel XX secolo. Alla Fondazione Luigi Rovati Etruschi del Novecento confermerà l’identità e l’eclettismo della realtà che incrocia le epoche storiche e le categorie artistiche, partendo dal nucleo originario della collezione etrusca per arrivare ad opere commissionate ad artisti viventi.
L’Etrusco di Michelangelo Pistoletto
Insieme a reperti archeologici e preziosi documenti convivono al Mart quasi 200 opere, tra cui si segnalano quelle di Massimo Campigli, Marino Marini, Arturo Martini, Alberto e Diego Giacometti, Pablo Picasso, Gio Ponti, Mario Schifano, Gino Severini e Michelangelo Pistoletto. A proposito di quest’ultimo, tra i lavori posti sotto i riflettori figura anche L’Etrusco (1967). L’installazione del fondatore di Cittadellarte, inoltre, assurge al metaforico ruolo di portale che introduce il visitatore al percorso espositivo. L’opera presenta una copia dell’Arringatore, raro esemplare integro di scultura in bronzo etrusco-romana, collocata davanti a uno specchio, che nelle opere di Pistoletto rappresenta “l’alternativa alla vecchia prospettiva”. Come spiega l’artista, il braccio teso indica “la strada che porta al di là del muro su cui l’umana individualità si sta sfracellando”. Il ‘ruolo’ dell’opera di Pistoletto non finisce qui: domenica 16 febbraio 2025 il Mart terrà dalle 12 alle 13.10 la visita guidata C’era una volta l’arte etrusca – per bambini dai 5 ai 12 anni – che sarà ispirata anche a L’Etrusco. Sarà infatti proposto “un viaggio nel tempo – si legge nella prestazione dell’iniziativa – alla scoperta dell’antica civiltà etrusca. Il ‘portale magico’, rappresentato dall’opera di Michelangelo Pistoletto, all’inizio della mostra Etruschi del Novecento, ci introduce a un percorso ricco di scoperte e di sorprese”.