La mostra personale MESSANUDO di Michelangelo Pistoletto sarà proposta nel centro di San Gimignano, in Piazza della Cisterna. È proprio nella città collinare della Toscana situata a sud-ovest di Firenze che Galleria Continua ha aperto recentemente un nuovo spazio espositivo in cui saranno presenti le opere del maestro biellese, anche in occasione del 30esimo anniversario di apertura della galleria che ricorre nel 2020. “Stiamo vivendo proprio quest’anno – ha affermato Michelangelo Pistoletto – una vicenda senza precedenti, la pandemia Covid-19 che con il lockdown ha causato la paralisi totale della società umana in ogni parte del pianeta. Le opere in mostra, pensate l’inverno scorso, anticipano e interpretano questo frangente epocale come una vera e propria messa a nudo dell’umanità”. Il titolo della mostra – che verrà inaugurata il 26 settembre – richiama fortemente quest’ultima interpretazione, lietmotiv anche dell’intero contenuto della personale.
La nudità dei soggetti
Disposti lungo i muri della galleria, sono proposti Quadri specchianti che – in linea con una delle proprie peculiarità – raddoppiano virtualmente lo spazio includendo nelle opere tutti i visitatori della mostra. Oltre agli spettatori che si riflettono nelle opere, in ogni quadro appaiono altri soggetti che non portano abiti: sono immagini, a dimensione reale, di donne e uomini nudi di diversa età con differenti sembianze e colori di pelle. Sono individualità che, messe insieme, rappresentano il genere umano in tutti i suoi aspetti, biologici, etnici ed estetici. “Questa umanità messa a nudo – spiegano gli organizzatori della mostra – è la stessa che, vestita, continua a gremire la piazza davanti alla galleria, provenendo da ogni parte del mondo. L’artista vede quindi in questa mostra la possibilità di poterci riabbracciare dopo i condizionamenti che, nel corso della storia fino a oggi, ci hanno divisi e allontanati nel mondo”.
Differenti piani temporali
La mostra di Michelangelo Pistoletto ha diversi piani narrativi. In un quadro specchiante, infatti, troviamo il passato e il presente e si propone così un’opera che cambia continuamente volto ed è in continuo divenire. Con lo specchio l’artista lavora a una prospettiva nuova: ciò che lo spettatore osserva davanti a sé lo vede contemporaneamente dietro di sé e si trova quindi al centro di una doppia prospettiva, ossia verso il futuro, attraverso il passato e il passato in penetrazione del futuro. Come spiegato nella nota stampa dell’esposizione, non c’è più solo l’opera o solo lo spettatore, le entità messe in gioco si moltiplicano: esiste la persona fuori dall’opera, quella raffigurata sulla superficie e quella che si specchia ed esiste nella sua molteplicità di reazioni di fronte all’opera. Sono presenti entrambe insieme, una di fronte all’altra.
Le parole di Michelangelo Pistoletto
“Il progresso non è più lineare, ma è circolare. È una svolta – ha dichiarato il fondatore di Cittadellarte – proprio perché svoltando noi possiamo superare l’ostacolo dello specchio. Allontanandoci da esso noi ci vediamo entrare. Mentre se continuiamo ad andarci contro ci schiantiamo. Quindi per poter continuare a entrare nello specchio dobbiamo fare qualcosa che è quasi una retromarcia. Ma una retromarcia che può essere concepita come una svolta. Perché siamo in un tempo di svolte”.