Pensare seriamente al futuro, modificando l’approccio con le criticità che colpiscono territorio laniero: è questo, in sintesi, uno degli obiettivi chiave de Il Futuro del Biellese nelle nostre mani, appuntamento in programma il 25 febbraio all’Auditorium di Città Studi di Corso Giuseppe Pella. E se il tema è il futuro, i giovani e la sostenibilità non possono mancare all’appello. I due topic saranno infatti elementi chiave dei confronti degli ospiti dell’iniziativa organizzata da Eco di Biella e Biellese (Green). “Ci siamo chiesti più volte – ha affermato Michele Porta, sales manager e coordinatore editoriale della testata giornalistica – perché e per chi organizziamo il convegno. Il Biellese è un’isola felice, un luogo ideale per vivere sereni: e allora perché dovremmo cambiare mentalità? Smentendo chi difende l’esistente e si accontenta del passato, oggi, è arrivato il momento di guardare oltre per non penalizzare il futuro delle nuove generazioni. Dobbiamo essere più aperti, dobbiamo accettare di essere ‘contaminati’, se non vogliamo che l’effetto soporifero della felicità assuma presto l’accezione negativa della stagnazione. Insomma, dobbiamo cambiare visione”.
Il programma e i relatori
Il convegno – dopo l’accoglienza delle ore 9 – prenderà il via alle 9.30 con gli speech introduttivi del presidente della Fondazione CRB, Franco Ferraris, e del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, senatore Gilberto Pichetto Fratin, e con la presentazione curata da Marziano Magliola del volume Il Biellese che non ti aspetti. Alle 10.15 saranno posti sotto i riflettori gli interventi dei seguenti relatori: Luisa Bocchietto, architetto, designer, Senator World Design Organization; Alessandro Ciccioni, vice presidente Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte; Francesca Chiorino, architetto e redattrice rivista Casabella; Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto; Andrea Rolando, docente Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano; Ermanno Rondi, ingegnere, delegato al Capitale Umano Confindustria Piemonte; Severino Salvemini, economista, professore emerito di Organizzazione Aziendale Università L. Bocconi di Milano; Paolo Zegna, presidente Fondazione BIellezza. La conferenza, moderata dal redattore economia di Eco di Biella Giovanni Orso, si concluderà alle 13 con il pranzo a cura dell’Istituto di Istruzione Superiore Gae Aulenti di Biella.
Il libro
Non è la prima volta che si cerca di dar forma a questo processo: proprio l’Eco di Biella, ogni lunedì e per 19 settimane, ha messo il territorio sotto la lente d’ingrandimento con degli inserti ad hoc, attraverso approfondimenti, analisi e contributi di firme di differenti ambiti. I risultati? “Sorprendenti. Per certi versi, inattesi. Le statistiche – si legge nell’apposita presentazione – possono risultare ‘indigeste’, soprattutto se deludono le aspettative (sarebbe un grave errore sottovalutarle o considerarle poco attendibili). Sfatati i luoghi comuni e ridimensionate le dichiarazioni di circostanza, restano i numeri a fotografare le nostre condizioni di salute. Spetta alle classi dirigenti adottare gli opportuni provvedimenti, a invertire le tendenze negative, a fare tesoro di altre esperienze se ritenute valide. I cittadini hanno il dovere di giudicare e, all’occorrenza, di denunciare inadempienze e ritardi. A nessuno è consentito di restare indifferenti. Il Biellese attraversa un momento storico particolare, non dissimile da altri distretti industriali che hanno subito negli ultimi decenni un profondo ridimensionamento”. I primi 19 numeri dell’inserto sono stati raccolti in un volume, intitolato Il Biellese che non ti aspetti, che verrà presentato e sarà acquistabile il giorno della conferenza.
Il rapporto
Il convegno si pone come appuntamento conclusivo frutto del rapporto Il Biellese che non ti aspetti. Si tratta di “una guida progettata – viene specificato sul sito ufficiale – per tutti coloro che, come noi, hanno dei sogni nel cassetto. Purtroppo, avere dei sogni non basta, i sogni vanno realizzati e per realizzarli dobbiamo tradurli in obiettivi specifici, in un piano d’azione e perseguirli giorno dopo giorno. Il rapporto BIellese (Green), sarà per noi una risorsa preziosa. Ci aiuterà a pensare, (forse) pianificare e organizzare, e ci indurrà a non mollare, spingendoci verso la costruzione di un territorio, il Biellese, migliore, da lasciare alle future generazioni. Oggi, il nostro dovere è far sì che i lettori, le istituzioni e tutte le figure professionali in campo ci seguano, sapendo che il futuro del Biellese è nelle nostre mani”.
I giovani
Oltre ai relatori che BIellese (Green) ed Eco di Biella metteranno attorno a un tavolo sabato 25 febbraio, sarà dato spazio alle nuove generazioni. In quest’ottica, è stata coinvolta la realtà nientedafare: “Biella – ha affermato il portavoce Matteo Zoccolo – non è stata particolarmente lungimirante nel raccontarsi in modo costruttivo. Non si capisce bene se sarebbe dovuta andare proprio così per forze di causa maggiore, oppure se ci abbiamo creduto così tanto da fare avverare la profezia dell’inevitabile declino. In qualsiasi caso, ci troviamo oggi in una provincia notoriamente sfortunata, anziana, passiva, isolata, divisa almeno per i suoi giovani abitanti. Ci sono tuttavia almeno due cose positive e che potrebbero essere una chiave di svolta: primo, che noi ragazzi ci troviamo bene o male tutti d’accordo sul fatto che qui non ci sia niente da fare; secondo, che in un posto dove non succede mai niente, qualsiasi cosa succeda è qualcosa. Sono due pensieri – sottolinea – che uniscono oltre i tenori di vita e le aspirazioni future. Richiedono la costruzione di relazioni per potersi esprimere e sono quindi nella sfera di influenza di un movimento che si propone portavoce di tutti quei giovani biellesi, dai fuorisede ai fedeli delle valli, che hanno deciso di smettere di lamentarsi e iniziare a ingegnarsi sul da farsi: nientedafare. Abbiamo pensato che, prima di tutto, l’idea può funzionare soltanto se riusciamo a creare una piattaforma veramente trasversale, per poter così arrivare ad essere uniti e camminare insieme verso un orizzonte desiderabile. Abbiamo perciò deciso che questo contenitore dovesse essere il più aperto possibile: la politica che ci interessa non è quella divisiva dei partiti, né quella violenta degli antagonismi, ma quella della condivisione delle risorse per la creazione di reti, della riattivazione degli spazi pubblici, dell’inclusione, del dono e dell’ascolto tra pari”. Per leggere l’intervento completo di Zoccolo cliccare qui.