“Si vis pacem, para pacem”, sit-in di Emergency in tutta Italia per dare voce a chi rifiuta la guerra
Emergency ha proposto e organizzato in diverse città della nostra penisola, per sabato 26 e domenica 27 marzo, una serie di manifestazioni aperte a chiunque per protestare contro la guerra in Ucraina e a favore della pace e dei diritti umani. "Chi governa - così l'associazione - ci dice che la guerra può essere giusta, necessaria, e inevitabile: non è vero, non esistono guerre giuste, la guerra appare inevitabile solo a chi non ha fatto nulla per evitarla con i negoziati e la diplomazia”.

Si vis pacem, para bellum (dal latino, se vuoi la pace, prepara la guerra) è una locuzione di Vegezio, con cui lo scrittore romano intendeva affermare, in sintesi, che per assicurare la pace è necessario essere pronti e in grado difendersi. Emergency, per la nuova iniziativa che ha organizzato, riprende quella citazione, scardinandola però nei contenuti e nel suo spirito bellico, anzi, provocatoriamente ribaltandone il concetto: Si vis pacem, para pacem (se vuoi la pace, prepara la pace) è infatti il nome dei sit-in¹ in programma nel weekend organizzati dall’associazione umanitaria italiana, fondata il 15 maggio 1994 a Milano da Gino Strada e dalla moglie Teresa Sarti, insieme a Carlo Garbagnati e Giulio Cristoffanini, per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Sabato 26 e domenica 27 marzo i volontari di Emergency saranno presenti in numerose località italiane per invitare i cittadini a prendere parte alla manifestazione contro la guerra in Ucraina e a favore della pace e dei diritti umani. Per l’occasione, per lanciare un ulteriore messaggio simbolico, un lenzuolo bianco sarà diviso in tanti piccoli ‘stracci di pace’ – che verranno distribuiti dai volontari – da indossare, annodati al polso o da appendere ovunque, ad esempio alla borsa, al balcone, al guinzaglio del proprio animale domestico, all’antenna della macchina, al passeggino, alla cartella di scuola. Il simbolo della manifestazione non è casuale: lo straccio di pace rappresenta per Emergency il rifiuto della guerra e il loro impegno per la costruzione di una cultura di pace, che era stato lanciato nel 2001 per esprimere contrarietà all’intervento militare in Afghanistan. “Oggi, più di 20 anni dopo, è di nuovo il momento – così l’associazione – di dare voce a chi non ce l’ha, esponendo tutti uno straccio di pace”.

L’appello di Emergency
Il 24 febbraio la Russia invade l’Ucraina riportando la guerra nel cuore dell’Europa. La risposta immediata che arriva da chi ci governa – specifa Emergency – è inviare armi all’Ucraina. Noi pensiamo che inviare armi non serva a riportare la pace, ma solo ad aumentare la violenza e il numero delle vittime. Ancora una volta, chi governa pensa che la guerra sia l’unica soluzione. Ci dice che la guerra può essere giusta, necessaria, e inevitabile: non è vero, non esistono guerre giuste, la guerra appare inevitabile solo a chi non ha fatto nulla per evitarla con i negoziati e la diplomazia. Ci dice che la guerra può essere umanitaria: non è vero, la guerra porta sempre morte e distruzione, è la negazione dell’umanità. Ci dice che le spese militari sono necessarie a mantenere la sicurezza: non è vero, negli ultimi 20 anni sono più che raddoppiate ma non viviamo in un mondo più sicuro. Per poter sperare in un futuro migliore, quei soldi andrebbero investiti in ospedali, scuole, lavoro, pensioni. Ci dice che la guerra serve a costruire la pace: non è vero, solo la pratica dei diritti umani può costruire la pace. Non ci dice mai, invece, che i civili sono le prime vittime della guerra, di qualsiasi guerra. I cittadini del mondo sanno benissimo che la guerra è il problema, e non la soluzione, ma spesso non hanno voce. Per questo motivo – conclude l’associazione – vogliamo dare voce a chi non ce l’ha: con un semplice pezzo di stoffa bianca, uno “straccio di pace”, un modo semplice e immediato per esprimere il nostro ripudio della guerra, del terrorismo, della violenza”.


Crediti immagini di copertina: Emergency.
¹ A Torino, ad esempio, un sit-in è in programma sabato 26 marzo alle ore 16.30 in Piazza Carignano. Per vedere la lista di tutti quelli programmati cliccare qui.