Sostenibilità, l’Italia è leader del biologico in Europa
Secondo il rapporto ISMEA e ai dati SINAB la nostra penisola è al primo posto per l'agricoltura etica con 80mila operatori e 2milioni di ettari coltivati, pari al 15,8 % della superficie agricola utilizzabile nazionale. "Bisogna - ha affermato il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani - investire nel biologico made in Italy e utilizzare le risorse del Recovery plan e della PAC per far decollare il Green Deal e rispondere con determinazione e chiarezza alla necessità di contrastare la crisi climatica".

L’Italia è la regina del biologico. La corona in testa e lo scettro tra le mani sono arrivati attraverso un processo di sostenibilità costruito nel tempo: nella nostra penisola aumentano sempre di più superfici, operatori e consumi bio, ponendoci al primo posto in Europa in questo settore. I dati, resi noti da Legambiente, fanno riferimento al rapporto ISMEA e ai dati SINAB (Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica), che evidenziano come lo stato dello stivale sia leader in UE con 80mila operatori e 2milioni di ettari coltivati, pari al 15,8 % della superficie agricola utilizzabile. Numeri rilevanti, se si considera che l’Italia si posiziona molto al di sopra della media UE, che nel 2018 si attestava all’8%, e a quella dei principali Paesi produttori come Spagna (10,1%), Germania (9,07%) e Francia (8,06%). Un trend positivo che non accenna a fermarsi: come riportato dall’associazione ambientalista, i terreni coltivati con metodo bio sono aumentati di oltre il 75% e i consumi sono più che triplicati.

L’impatto dell’emergenza Covid-19
Durante il recente lockdown si è registrato un incremento dell’11% del consumo di prodotti bio, “che ha contribuito in maniera sostanziale – spiega Legambiente in una notaad una crescita sia in termini di valore (+13,6%) che di volume (+13,1%). Rispetto al 2019, i dati ISMEA – NIELSEN evidenziano un dato positivo sia per i prodotti a largo consumo trasformati (in particolare nelle prime settimane dell’emergenza Coronavirus), sia per quelli freschi sfusi come frutta, ortaggi, ma anche latte e derivati biologici, con una crescita pari al 7,2%”. Le percentuali risultano ancor più significative se si considera che in piena pandemia si è registrato un calo delle vendite dei prodotti dell’agroalimentare, al contrario del biologico è continuamente cresciuto. “Ciò dimostra ancora una volta – viene aggiunto – l’inclinazione dei consumatori ad acquistare sempre più sostenibile, salubre e sicuro (…). Il settore biologico è un asse fondamentale attraverso il quale favorire l’innalzamento dell’asticella dell’agricoltura integrata, l’innovazione tecnologica dell’intero comparto, le filiere agricole made in Italy e l’agroecologia”.

La risposta politica
I numeri parlano chiaro: dal biologico si possono aprire le porte a una sostenibilità alimentare e economica, oltre a certificare le eccellenze produttive nazionali. E le risposte delle imprese e dei consumatori ci sono. In questo percorso, però, è necessario l’appoggio del governo e Legambiente ha invitato i decisori politici ad approvare subito la legge sul biologico, ancora bloccata al Senato. “Solo passando attraverso una regolamentazione legislativa del comparto – questa la previsione dell’associazione – si avrà la possibilità di puntare concretamente su un settore strategico per l’economia dell’intera Europa”.

Il commento del presidente nazionale di Legambiente
L’Italia – ha sottolineato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – vede nell’agricoltura e nell’agroalimentare gran parte della sua forza e del suo prestigio internazionali. Per tale ragione, deve essere in grado di sostenere questa sfida epocale, investendo nel biologico made in Italy e utilizzando le risorse del Recovery plan e della PAC per far decollare il Green Deal e rispondere con determinazione e chiarezza alla necessità di contrastare la crisi climatica. Per cogliere al meglio tutte le opportunità del biologico – ha concluso Ciafani – occorre che il Parlamento e i decisori politici si mobilitino per completare l’iter normativo di riferimento sul biologico, facendo approvare senza indugi la legge bloccata al Senato. Il testo prevede un tavolo tecnico, un piano di azione nazionale, un fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica, specifici percorsi formativi e di ricerca, la nascita dei distretti biologici per coinvolgere ancor di più i territori: non possiamo più attendere. Questo dispositivo è cruciale per la transizione ecologica e determinante sia per la salute dei cittadini che per la salvaguardia degli ecosistemi e la competitività dell’economia.”