Creare un agrodistretto biologico partendo da un progetto innovativo e basso impatto ambientale: è questo l’obiettivo del nuovo supermercato aperto a Ossana (TN), che si distingue per una ‘caratteristica’ unica, ovvero l’assenza di plastica. Tutto è partito con un bando emesso dal comune del paese trentino, che, con l’iniziativa, avrebbe lasciato un immobile di sua proprietà a un richiedente, con lo scopo di farlo diventare un supermarket all’insegna della sostenibilità. Così è stato: Patrizia Pedergnana, l’imprenditrice selezionata, ha dato il via a un progetto che unisce le eccellenze locali e, allo stesso tempo, ha un occhio di riguardo per l’aspetto ambientale. Il punto vendita, infatti, non solo è plastic free ma propone prodotti a km 0, valorizzando le aziende della zona e promuovendo le specialità del territorio. Sono acquistabili, a questo proposito, frutta e verdura delle aziende agricole limitrofe, tutte sfuse (senza un packaging ‘inquinante’, come spesso accade nelle grandi catene). Non solo gli imballaggi: non sono utilizzati né confezioni né sacchetti di plastica, nemmeno quelli compostabili, ma solo contenitori realizzati in carta, stoffa o altri tessuti riutilizzabili. L’imprenditrice, inoltre, è diventata anche ‘Custode dei semi’, per preservare così le antiche sementi della Val di Sole.
In linea con i contenuti del bando, che – come accennato – ha come finalità chiave quella di avviare un punto vendita in grado di essere strumento di valorizzazione del nostro territorio, l’imprenditrice Patrizia Pedergnana si attiene a una serie di vincoli: vendere prodotti alimentari secchi o senza confezionamento in plastica o altro materiale almeno per il 70% del totale o usando vetro (almeno il 20%), mentre per i liquidi la quota sale al 75%. Per quanto concerne l’aspetto territoriale, il processo di trasformazione dei prodotti dovrà essere effettuato entro 110km dal punto vendita e la merce del banco frigo dovrà essere al 90% sfusa o in vetro e l’80% dovrà provenire da massimo 40 chilometri di distanza; direttive simili per l’ortofrutta e altri trasformati come salse e marmellate. L’impronta ecologica del market non riguarda solo gli alimenti, ma anche i prodotti dedicati all’igiene, che dovranno essere venduti in confezioni di grandi dimensioni in vetro o alluminio (per almeno il 20% del totale).
Una grande operazione partita dall’amministrazione comunale che mira a fare rete e coinvolgere realtà commerciali del territorio, anche innestando una consapevolezza sociale sulle tematiche ambientali. L’attenzione mediatica mondiale sul fronte sostenibilità può sicuramente contribuire a favorire la nascita di iniziative come queste (ad Amsterdam, l’anno scorso, un supermercato della catena Ekoplaza ha lanciato il primo reparto al mondo senza plastica). L’augurio è che altre realtà in Italia possano ispirarsi ed emulare il modello virtuoso avviato in Val di Sole: i raggi colorati di sostenibilità riusciranno ad illuminare la società?