Oltre ottanta opere che spaziano dal XVI al XXI secolo, provenienti da collezioni private e pubbliche europee e statunitensi (National Gallery of Art di Washington, Museo nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid, Musée d’art et d’histoire di Ginevra, il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, il Castello di Fontainebleau, il Louvre, il Musée de l’Armée, il Musée national de la Céramique di Sèvres, la Fondation Custodia, il Palais des Beaux-Arts di Lille, il Musée Unterlinden di Colmar, ecc.) che consentiranno ai visitatori di comprendere l’evoluzione formale del genere del trompe l’oeil: è questa la proposta di Trompe-l’oeil, from 1520 to the Present Day, inaugurata il 17 ottobre scorso e aperta fino al prossimo 2 marzo al Musée Marmottan Monet di Parigi e curata da Sylvie Carlier con Aurélie Gavoille. La mostra è divisa in otto sezioni, che illustrano in ordine cronologico la pluralità di sensibilità e rappresentazioni del genere, nonché la sua evoluzione nel tempo, evidenziandone il significato artistico e politico ed esaminando questa tecnica attraverso vari media; non solo, fa luce sulla passione di Jules e Paul Marmottan per questo stile pittorico.
Gli artisti protagonisti sono i seguenti: Martin Battersby, Louis Léopold Boilly, Henri Cadiou, Guillaume Dominique Doncre, Pierre Ducordeau, Daniel Firman, Piero Fornasetti, Johann Caspar Füssli, Gaspard Gresly, Cornelis Norbertus Gysbrechts, John Haberle, William Harnett, Jean Antoine Houdon, Nicolas de Largillière, Jean-François de Le Motte, Jean-Etienne Liotard, Cristoforo Munari, Jean-Baptiste Oudry, Giuseppe Penone, John Frederick Peto, Jacques Poirier, Christian Renonciat, Pierre Roy, Lisa Sartorio, Piat Joseph Sauvage, Daniel Spoerri, Anne Vallayer-Coster e Michelangelo Pistoletto. A proposito del fondatore di Cittadellarte, sono due le sue opere presenti in mostra: i quadri specchianti Sacra conversazione. Anselmo, Zorio, Penone (1974, serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio, 230 x 120 cm) e Deposizione (1973, serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio, 230 x 120 cm).
Deposizione, 1973, serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio, 230 x 120 cm.
Foto: Alessandro Lacirasella.
In occasione della mostra, otto opere della collezione del Museo sono anche state restaurate e saranno presentate al pubblico, come Trompe-l’oeil (1665) di Cornelis Norbertus Gysbrechts (1630 – 1675 circa), Trompe-l’oeil: Portrait de Madame Chenard, grisaille à l’imitation de l’estampe (1813) di Louis Léopold Boilly ( 1761-1845) e Traité de paix définitif entre la France et l’Espagne (1801) di Laurent Dabos (1761-1835). “Nel corso dei secoli, il trompe-l’oeil è stato utilizzato in vari media – spiegano gli organizzatori – e ha dimostrato di essere poliedrico. Non solo gioca con lo sguardo dello spettatore, ma è un cenno alle potenziali trappole tese dalle nostre stesse percezioni. Se alcuni temi del trompe l’oeil sono ben noti – le vanità, i trofei di caccia, i portalettere o rastrelliere, le grisailles – altri aspetti verranno esplorati in questa mostra, come le variazioni decorative su mobili, ceramiche, ecc., e perfino il significato politico di questo genere pittorico dal periodo rivoluzionario fino ai giorni nostri e contemporanei”.