Arte e scienza: antica misura, nuova civiltà, il sottotitolo della mostra U.MANO – visitabile al Centro Arti e Scienze Golinelli fino al 9 aprile 2020 – ne presenta e anticipa i contenuti. Il riferimento è alla nuova iniziativa artistica di Fondazione Golinelli, curata da Andrea Zanotti con Silvia Evangelisti, Carlo Fiorini e Stefano Zuffi che, come si evince dal nome del progetto espositivo, è dedicata alla mano su differenti sfumature: dall’esplorazione dell’interiorità dell’uomo fino all’aprirsi alla comprensione dell’universo che gli sta intorno, in stretto e inevitabile collegamento con il cervello. “La mano – viene specificato nella nota stampa dell’iniziativa – è l’elemento di raccordo tra la dimensione del fare e quella del pensare ed è quindi rappresentativa della prospettiva di azione di Fondazione Golinelli nel recuperare il segno di un legame oggi perduto: quello tra arte e scienza, che proprio nella cultura italiana ha raggiunto il suo culmine”. In mostra gli autori del passato dialogano con il presente attraverso installazioni, esperienze di realtà aumentata, rimaterializzazioni, innovazioni robotiche applicate e postazioni interattive. I visitori, così, possono viaggiare tra arte e tecnologia attraverso le opere di maestri di ogni tempo; la riflessione sul tema della mano consente quindi di indagare il ruolo dell’uomo in un presente dominato dalla tecnologia.
Non risulta complesso intuire alcuni parallellismi tra questa indagine artistica e quella di Michelangelo Pistoletto, soprattutto sul rapporto tra scienza e natura evocato dal simbolo del Terzo Paradiso. In esposizione c’è anche un’opera del maestro, ConTatto. In questo specchiante troviamo una reinterpretazione della Creazione di Adamo di Michelangelo Buonarroti: l’artista biellese ripropone l’opera del suo omonimo nella contemporaneità, indicando un’idea della Creazione diversa da quella della tradizione antica, in cui il tocco della mano rappresenta l’elemento di raccordo tra Creatore e creato, tra la pura capacità creativa e il mondo delle cose, avviando l’uomo alla conoscenza, invitandolo a sviluppare le proprie potenzialità.
“L’antica alleanza che un tempo teneva unite arte e scienza – argomenta Andrea Zanotti, presidente di Fondazione Golinelli – sottintendeva intuizioni della mente e opere delle mani volte alla ricerca di quella discontinuità che nutre il progresso umano. È vero infatti che possiamo indagare il volto del futuro attraverso il calcolo delle probabilità e la capacità computazionale che toccano oggi nei big data il vertice più elevato; ma è vero anche che l’intuizione del futuro sta nelle anticipazioni, solitarie e dolorose, di scienziati e artisti che scrutano orizzonti a noi preclusi. È la solitudine di Leonardo che immagina con quattrocento anni di anticipo la capacità dell’uomo di volare”.