Sviluppare la propria ricerca artistica in un ambiente ricco di arte e connessioni: questo è quanto sperimentano gli ospiti di UNIDEE Residency Programs, programma di residenze artistiche di Cittadellarteche da più di ventiquattro anni accoglie artisti e ricercatori internazionali. Il programma è aperto ad artisti e professionisti di tutto il mondo e permette loro di intrecciare momenti di ricerca interdisciplinare, scambio di conoscenze attività pratiche, favorendo così un processo di “artivazione”, un lavoro ai confini tra pratiche artistiche, processi di cambiamento sociale e collaborazioni con soggetti esterni al mondo dell’arte. L’obiettivo? Come si legge sul sito ufficiale, si ambisce a fornire ai partecipanti l’ispirazione, la motivazione e gli strumenti per attivare, sviluppare o rafforzare iniziative artistiche basate sul coinvolgimento delle ecologie locali.
UNIDEE OPEN STUDIO permette ai residenti di presentare le ricerche e i progetti sviluppati durante il periodo di soggiorno a Biella: per l’edizione in programma per il 5 dicembre, dalle 17:00 alle 20:00, saranno Hiba G. Isleem, Irtiza Malik, Tamara Lang, Elie Bouisson, Park Chae Biole, Anna Kryvenko, Maria Lanko, Nina Vurdelja a presentare la ricerca sviluppata per un periodo variabile tra le due settimane e i due mesi, sempre grazie al sostengo dei partner internazionali. Tutto avverrà nel nuovo spazio dedicato agli studi per le residenze di Cittadellarte, UNIDEE Space, il cui accesso si trova sul ponte tra via Cernaia e via Serralunga.
Hiba G. Isleem è un’artista palestinese ospitata in residenza grazie alla partnership ventennale con l’Istituzione palestinese A.M. Qattan Foundation: il 5 dicembre presenterà il progetto Maata, installazione video realizzata con la tecnica dell’animazione in stop motion, in cui l’artista esplora la metafora del viaggio e le continue sfide che incontra nei suoi spostamenti quotidiani.
L’artista indiana Irtiza Malik, originaria del Kashmir, è stata selezionata per la residenza in collaborazione con la fondazione indiana Inlaks Shivdasani Foundation: durante l’evento introdurrà il suo progetto Doota paani / As water drowned, parte del suo Shifting lands, programma a lungo termine che mira a mappare i fenomeni naturali inspiegabili dei siti scomparsi ed emergenti nelle regioni in conflitto. Attraverso un’installazione, l’artista esplora i paesaggi terrestri e acquatici, sia immaginari sia letterali, di una regione occupata e colonizzata.
Grazie al progetto Nouveau Grand Tour, sostenuto da Institut Français Italia, UNIDEE ha ospitato per sette settimane un’artistǝ e un collettivo francesi. Tamara Lang esibirà La Part de l’Ourse (La Parte dell’Orsa), un album illustrato a cui lavora attraverso testi e disegni. Durante l’OPEN STUDIO Tamara attiverà i frammenti e i materiali di ricerca attraverso una performance di teatro d’ombre. Elie Bouisson e Park Chae Biole, che lavorano insieme come collettivo interdisciplinare, presenteranno la loro sperimentazione sulle pratiche corporee di abitazione dello spazio.
Nina Vurdelja, artista e ricercatrice basata in Finlandia, porterà in occasione dell’OPEN STUDIO il progetto sviluppato a Paphos (Cipro) e a Biella, grazie alla collaborazione con l’hub creativo di Paphos Kimonos Art Center. La sua ricerca si concentra sulla relazione del corpo umano con il paesaggio in trasformazione e le relazioni tra ambiente ed esseri non umani.
Infine, UNIDEE Residency Programs ospita a partire da settembre 2023 per sei mesi una curatrice e un’artista visiva di nazionalità ucraina nell’ambito del progetto Culture of Solidarity Studio Program – For Your Freedom and Ours, grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo. Il 5 dicembre illustreranno il lavoro svolto in itinere, attinente più che mai alla contemporaneità: Anna Kryvenko, artista visiva e filmmaker, si occupa della ricerca sul concetto geopolitico di “Europa” a partire dal suo centro e dai suoi confini geografici come luoghi ipotetici, riflettendo sulle dinamiche coloniali delle narrazioni dell’Europa, delle rappresentazioni culturali e delle costruzioni delle identità globali. Inoltre, Anna presenta la sua ricerca video in continua evoluzione sulla tematica dell’empatia nelle notizie e nei social media. Maria Lanko, curatrice la cui base è a Kyiv ma attiva internazionalmente, esplora attraverso la narrazione e la pratica d’archivio della propria esperienza personale (immagini, video, screenshot, messaggi e altre tracce digitali) cosa significa il lavoro di curatela in tempo di guerra.