UNIDEE, venerdì l’open studio delle artiste in residenza a Cittadellarte
Nel contesto del programma di UNIDEE Residencies, si terrà "Emergent Geographies": le artiste Daniela Delgado Viteri, Leyli Gafarova, Manjot Kaur e Shayma Albess presenteranno i loro lavori e condurranno una conversazione con il curatore Valerio Del Baglivo.

Tre cortometraggi, un video “multicanale”, un filmato e un’installazione: sono queste le tipologie di lavori che verranno mostrati e illustrati durante l’open studio di UNIDEE in programma a Cittadellarte venerdì 9 novembre. Dalle 18.30 alle 21, infatti, quattro artiste metteranno in luce le peculiarità delle proprie opere confrontandosi con Valerio Del Baglivo, Visiting Curator di UNIDEE. Nello specifico si tratta di Daniela Delgado Viteri, Leyli Gafarova, Shayma Albess e Manjot Kaur, che presenteranno rispettivamente “Shortcuts”, “Culture of silence”, “When it enfolds you” e “It’s happening, while rotating and revolving…”.
Prima di spiegare alcuni dettagli contenutistici delle proposte artistiche, facciamo un passo indietro.

Iniziata da Michelangelo Pistoletto nel 1999, UNIDEE – University of Ideas è il programma educativo postlaurea per art and social change di Cittadellarte. “Intrecciando momenti di ricerca interdisciplinare – scrive Valerio Del Baglivo in una nota stampa – condivisione delle conoscenze e attività sul campo, l’obiettivo del programma è fornire ai partecipanti l’ispirazione, la motivazione e gli strumenti per attivare o sviluppare iniziative artistiche basate sull’ingaggio nelle ecologie locali. Aperto ad artisti e altri professionisti di tutto il mondo attraverso dinamiche residenziali, il programma intende formare ‘artivators’ ovvero persone che lavorano al confine tra pratiche artistiche, processi di cambiamento sociale e collaborazione con comunità al di fuori del campo dell’arte. Attualmente il programma di UNIDEE si divide in UNIDEE Modules e UNIDEE Residencies. Il primo è strutturato in moduli settimanali intensivi moderati da un mentore con il supporto di un ospite per un gruppo di 10-12 partecipanti. Mentre UNIDEE Residencies porta avanti la mission iniziale dell’intero progetto, promuovendo un programma di residenze internazionali per artisti, con l’intento di supportare la pratica di operatori culturali provenienti da paesi non occidentali”.

Tornando all’open studio di venerdì prossimo, le quattro artiste in residenza presenteranno alcuni lavori e condurranno una conversazione con il Visiting Curator di UNIDEE per introdurre il proprio contesto d’origine. Il titolo della giornata, “Emergent Geographies”, fa riferimento all’interesse per lo sviluppo di un modello pedagogico mondialista, che ha animato il programma UNIDEE fin dalla sua origine: “Proprio i diversi contesti socio-politici di provenienza dei partecipanti al programma ventennale di UNIDEE – argomenta Del Baglivo –  hanno garantito una risorsa inestimabile per l’elaborazione di percorsi di conoscenza in grado di mettere in discussione modelli educativi tradizionali”.

Scopriamo quindi le opere protagoniste dell’incontro di venerdì riferendoci alle sinossi di Del Baglivo. Partiamo con Shortcuts di Daniela Delgado Viteri, una serie di video con interviste immaginarie di soggetti che prendono “scorciatoie” nella loro vita quotidiana come strategie per aggirare meccanismi di controllo. “Le scorciatoie – scrive il curatore –  sono forme alternative di ribellione e resilienza, come i personaggi dei video di Viteri che vanno ai raduni politici per mangiare gratuitamente e ascoltare musica dal vivo, che prendono denaro dai turisti che vengono a visitare le loro case ‘esotiche’ o che non sono disposti a morire per il loro paese, tra le varie cose”.

Culture of silence (girato a Baku) di Leyli Gafarova , invece, mira a riflettere emotivamente su una città in cui quartieri poveri sono per lo più circondati da mura. “Creando scene vivide di vita all’interno di questi confini urbani visionari  – spiega ancora Del Baglivo – l’artista sembra domandare quale sia la posizione della camera in tali condizioni e quale sia il suo potere”.

Il terzo lavoro, When it enfolds you di Shayma Albess, esplora esperienze di suoni che segnalano l’inizio di un evento e rendono visibile il suo contesto. Su quali suoni sono sintonizzate le nostre orecchie? In che misura il nostro udito può espandersi dentro e fuori di noi per salvarci da situazioni complicate? “Attraverso una serie di interviste – scrive il curatore – Albess esplora momenti che rendono il nostro ascolto più attento: momenti nei quali anche la pelle, i capelli, le mani, i piedi diventano orecchie in attesa. Da allarmi a terremoti, i suoni possono costringere il nostro ascolto a muoversi in preparazione di un momento di pericolo”.

Manjot Kaur, infine, presenterà It’s happening, while rotating and revolving…, un’opera ai confini tra scienza, natura e percezione, incitando un discorso sulle questioni sociali, culturali e personali attraverso l’attenta rappresentazione di oggetti. Nella sua opera multimediale, inoltre, l’artista esplora ciò che di solito viene percepito come un binomio di opposti: natura e cultura. “Nell’installazione video – conclude Del Baglivo – immagini microscopiche di flora e fauna si sovrappongono al suono dell’arrivo dell’Acqua Alta nella laguna Veneziana come in una danza. Come influisce un allarme sulla psicologia umana? Che sensazione evoca? Le immagini miscroscopiche sono proiettate su di un cumulo di ghiaccio che gocciola nei bicchieri vuoti sottostanti, evocando la situazione dell’alluvione. Infine il suono dell’acqua proveniente dal fiume sottostante, riempie il vuoto dei momenti di silenzio nel video, stabilendo una connessione con la realtà diretta”.


Gli artisti in residenza hanno soggiornato per due mesi presso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto grazie alla collaborazione con le seguenti istituzioni: Daniela Delgado Viteri (1987, Ecuador), borsa erogata in collaborazione tra Fundación Museos de la Ciudad, CAC – Centro de Arte Contemporaneo (Quito, Ecuador) e l’ufficio culturale di IILA – Istituto Italo-Latino Americano di Roma; Leyli Gafarova (1990, Baku), borsa erogata da Yarat Contemporary Art Space, Azerbaijan; Manjot Kaur (1989, India), borsa erogata da Inlaks Shivdasani Foundation, India; Shayma Albess (1991, Jerusalem), borsa erogata da A.M. Qattan Foundation, Palestine.