Una selezione di trenta lavori tra pittura, fotografia, scultura e installazione che coprono oltre di sessant’anni di carriera di Michelangelo Pistoletto, dal suo primo autoritratto del 1960 ai Quadri specchianti e gli Oggetti in meno fino ai suoi interventi più recenti nel contesto del progetto del Terzo Paradiso: sono questi, in sintesi, alcuni dei contenuti di Uno y Uno Igual a Tre (Uno più Uno fa Tre), nuova mostra del maestro biellese a cura di Fernando Francés aperta fino a domenica 5 dicembre. Inaugurata venerdì scorso e proposta dal Centro d’arte contemporanea di Malaga – CAC Málaga, la retrospettiva si avvale di alcune delle opere del fondatore di Cittadellarte più emblematiche, come la Venere degli stracci (1967-2013), icona dell’Arte Povera, e Porta – Segno Arte (1976-1993), una figura creata dall’intersezione di due triangoli che rappresentano il corpo umano con braccia e gambe distese. Il progetto espositivo, attraverso le opere del maestro realizzate con oggetti di uso quotidiano, svela diverse riflessioni sulla vita, sul consumismo, sulla religione, sul tempo, sulla cultura o sull’ambiente. Non solo: la mostra mette in luce l’approccio dell’artista sui temi che hanno in comune il tentativo di riflettere sulla vita quotidiana attraverso lo specchio e il processo che porta l’arte ad interagire direttamente con tutti gli ambiti della società.
Le opere
Come accennato, i quadri specchianti hanno un ruolo di grande rilievo nell’esposizione: in mostra è presente, ad esempio, Solidarity del 2007, una serigrafia su acciaio inossidabile lucidato a specchio che mostra diverse persone che si tengono per mano in fila, dove Pistoletto riflette sulla frammentazione e fluidità della società contemporanea; da citare anche l’opera Smartphone del 2018, che mostra una donna assumere diverse pose, tutte con il suo telefono cellulare, impedendo così allo spettatore di entrare in dialogo con lei. Quest’ultimo lavoro mette in evidenza il ruolo che la comunicazione virtuale gioca nell’ostacolare lo sviluppo delle relazioni interpersonali nella vita reale. La selezione comprende anche Cage del 1974, opera che porta il visitatore a vedersi ingabbiato nel riflesso dello specchio, come se fosse intrappolato nell’immagine di se stesso o dello spazio che lo circonda; l’artista cerca così di criticare l’autoritarismo e la cultura capitalista della fine degli anni Sessanta.
La mostra propone anche altre celebri opere dell’artista. Un’anticipazione? Porte-Uffizi (1994-2021) con Porta-Segno Arte (1976-1993), Calcetto-Love Difference (2005), Love Difference (2005–2010), Metrocubo d’infinito (1966), Sfera di giornali (1969-2020), L’Etrusco (1976) e La Mela Reintegrata (2007), solo per fare alcuni esempi. Il progetto espositivo dà spazio anche all’Arte della demopraxia e al progetto Visible e presenta un’ampia sezione dedicata al Terzo Paradiso e a iniziative, installazioni e progetti ispirati e dedicati al simbolo trinamico (Da Assisi al Louvre, da Ginevra a Cuba fino alla Stazione Spaziale Internazionale). “Michelangelo Pistoletto – hanno affermato gli organizzatori – è uno degli artisti italiani di riferimento più riconosciuti a livello internazionale per la sua costante ricerca di nuove relazioni tra lo spettatore, l’oggetto e la nozione di tempo”.