‘Sciopero della conoscenza’ da parte di Wikipedia: l’enciclopedia online gratuita, creata e modificata da volontari di tutto il mondo e ospitata dalla Wikimedia Foundation, ha lanciato l’allarme in merito alla nuova direttiva sul diritto d’autore e lo ha fatto oscurando tutte le proprie pagine. Tutti gli utenti che cercano informazioni in lingua italiana, invece che scoprirne dettagli e contenuti, si trovano a visualizzare un banner informativo su sfondo nero (il blocco è cominciato questa mattina alle 8 e continuerà per 24 ore). La nota sul sito in questione mette in luce le criticità relative all’articolo 11 e all’articolo 13 e si focalizza sulla nuova direttiva sul diritto d’autore che verrà votata domani dal Parlamento Europeo. “La direttiva – si legge accedendo all’enciclopedia web – darà agli editori il potere di limitare la diffusione di notizie e titoli in ogni sito altrui (articolo 11). Costringerà, inoltre, quasi tutti i siti ad analizzare preventivamente ogni contributo dei propri utenti per bloccarli automaticamente se non autorizzati dalle industrie del copyright (articolo 13). Entrambi questi articoli rischiano di colpire in modo rilevante la libertà di espressione, la partecipazione e la creatività online. Nonostante Wikipedia possa non essere direttamente toccata da queste norme, il nostro progetto è parte dell’ecosistema di internet. Gli articoli 11 e 13 indebolirebbero il web e Wikipedia”.
Come si legge nel portale, quindi, c’è il rischio che le nuove regole possano compromettere anche la libertà degli utenti web, limitandone la navigazione. Le pagine in italiano dell’enciclopedia online, inoltre, non sono le sole a essere state oscurate: nei giorni scorsi, ad esempio, anche le voci in tedesco, slovacco, ceco e danese sono state bloccate in per la stessa ragione. Nell’appello pubblicato vengono anche invitati i lettori ad dare il proprio contributo prima della plenaria di Strasburgo e la richiesta, nello specifico, è quella di contattare i rappresentanti del Parlamento europeo per suggerire, a gran voce, di non appoggiare la direttiva che contenga l’articolo 11 o l’articolo 13. A questo proposito, nella nota, viene riportato un link cliccabile che riporta a una pagina dove sono indicati tutti i nominativi e le relative mail degli eurodeputati. Non solo: i sostenitori della causa stanno ponendo sotto i riflettori la vicenda sui social media con l’evocativo hastag ‘#saveyourinternet’.
Su Wikimedia le ragioni della protesta vengono illustrate nel dettaglio: “Il testo della normativa arriva tra le mani dei rappresentanti dei Paesi membri in una formulazione che ha sollevato un coro unanime di proteste da parte di tantissimi cittadini europei – sono quasi 5 milioni le persone che hanno firmato la petizione online #saveyourinternet – ma anche il disappunto di centinaia di organizzazioni non profit, think tank, studiosi e ricercatori che vedono nella nuova Direttiva una potenziale minaccia alla libertà in rete. A queste numerose voci si è unito fin dalle prime battute anche il movimento Wikimedia, che nel testo finale della normativa individua più ostacoli alla diffusione della conoscenza libera che opportunità future: in particolare, gli articoli 11 e 13 introducono forti limiti alla Rete aperta, mentre restano assenti dal testo della Direttiva provvedimenti che potrebbero favorire il sapere libero, come l’estensione a tutti gli stati membri UE della libertà di panorama e delle eccezioni al diritto d’autore per le opere derivate caricate dagli utenti”.
In attesa del verdetto di domani – che potrebbe, a detta dei promotori dell’iniziativa dell’iniziativa, rivoluzionare la libertà del web – va detto che non è la prima volta che viene ideata e attuata questa tipologia di protesta: gli utenti attivi su Wikipedia in lingua italiana avevano già bloccato l’accesso al sito a luglio scorso, in occasione del primo voto in plenaria del Parlamento europeo sulla Direttiva (ed erano stati ‘seguiti’ in quest’operazione dalle comunità di lingua inglese, estone, lettone, polacca e spagnola). Quale sarà il risultato? Wikipedia chiama alleati dal mondo intero: “Questa – si legge nel titolo dell’appello – può essere la nostra ultima opportunità. Aiutaci a salvare il diritto d’autore in Europa”.