Divenire un faro per la sostenibilità sociale, ambientale ed economica offrendo un ausilio a soggetti in condizioni di fragilità: è questo l’obiettivo del nuovo Refettorio di Ginevra, progetto gastronomico e solidale inaugurato lo scorso weekend nella città svizzera che consente di offrire pasti sani e di eccellente qualità ai bisognosi. Lo spazio situato in rue de Lyon 120 nel quartiere di Charmilles, che offre più di 50 pasti gratuiti per sera per 5 giorni alla settimana, mira già ad aumentare il numero di pranzi e cene per raggiungere la capienza massima tutte le sere prima dell’estate; parallelamente, il Refettorio rimane aperto anche per pasti a pagamento che servono a finanziare il servizio di volontariato serale. Il progetto desidera rispondere ai bisogni locali della comunità e a soggetti emarginati o in isolamento sociale, proponendo sistematicamente delle attività alimentari e artistiche utili a stimolare la resilienza sociale, economica e ambientale e l’impegno civico. Il Refettorio, inoltre, avrà una valenza turistica e culturale: ospiterà infatti delle attività creative tese a mettere in luce le bellezze artistiche e non della città di Ginevra e sarà teatro di conferenze, incontri e laboratori.
L’ingresso del Refettorio.
Walter el Nagare e Massimo Bottura.
Il dietro le quinte e l’inaugurazione
Venerdì 28 gennaio si è tenuta l’inaugurazione del Refettorio, coordinata dalle realtà che hanno curato il progetto, ossia la Fondazione MATER e Food For Souls con gli chef Walter el Nagar (che curerà la cucina) e Massimo Bottura. Non è mancato il consueto momento del taglio del nastro e gli interventi introduttivi dei relatori, che hanno sottolineato l’importanza e il ruolo solidale che ricoprirà il progetto in tutto il contesto sociale della città. Come sottolineato dalla Fondazione MATER, l’iniziativa è stata avviata non solo per merito di mecenati privati, ma anche grazie al mecenatismo della città di Ginevra, il Cantone di Ginevra e alla rete che la fondazione ha potuto tessere con le associazioni attive nell’aiuto sociale a Ginevra come Partage, l’Armée du Salut, Le Bateau-Genève, Ma-Terre, Carrewfour-Rue, Caravans Sans Frontiere, Camarada, La farce e Serve the city.
L’intervento di Bottura e il taglio del nastro di el Nagar.
La partecipazione di Cittadellarte con l’Opera Demopratica
Alla cerimonia hanno preso parte attiva anche Giulia Pessina (responsabile comunicazione di Cittadellarte), Olga Pirazzi (responsabile di Fashion B.E.S.T.), Clara Pogliani (Accademia Unidee) e Francesco Saverio Teruzzi (coordinatore ambasciatori Rebirth/Terzo Paradiso). Una partecipazione non casuale: dopo l’inaugurazione si è tenuto il primo incontro – a cui hanno preso parte anche Bottura ed el Nagar – dell’Opera Demopratica di Ginevra, progetto avviato grazie alla collaborazione tra Food for Soul, Accademia Unidee, Fondazione MATER e Cittadellarte. L’Opera Demopratica consiste in una metodologia tesa a innescare e unire le singole pratiche territoriali di impegno diretto alla trasformazione della società in senso responsabile, integrandole verso la costruzione di proposte di politiche sostenibili. Il confronto si è tenuto intorno all’opera – inaugurata per l’occasione – intitolata I Tavoli del Terzo Paradiso, che si pone come dispositivo demopratico ideato da Cittadellarte e nato dalla collaborazione tra Michelangelo Pistoletto e Francesco Saverio Teruzzi. Da sottolineare, inoltre, la modalità di incontro tra Food For Souls e Cittadellarte: grazie alla rete tessuta da Clara Pogliani di Accademia Unidee, Walter el Nagar ha avuto modo di conoscere nel dettaglio l’Arte della demopraxia; intuendone l’efficacia e le potenzialità, ha voluto avviare un processo progettuale collegato al Refettorio insieme alla Fondazione Pistoletto.
Da sinistra: Clara Pogliani, Olga Pirazzi, Giulia Pessina.
Saverio Teruzzi con Massimo Bottura.
La moda sostenibile incontra la solidarietà
La partecipazione di Cittadellarte non si limita all’Opera Demopratica, ma si declina e articola anche attraverso l’operato del suo Ufficio Moda. Fashion B.E.S.T., infatti, con la collaborazione della fashion designer Flavia La Rocca, ha realizzato e sviluppate le uniformi che verranno indossate dal personale del Refettorio, tra cuochi, personale di sala e volontari. Si tratta, nello specifico, di una serie di modelli speciali, ovvero 4 giacche Kimono¹ per i cuochi, 8 tute intere² per il personale di sala e 15 grembiuli³ per i volontari. Il tessuto con cui sono state realizzate le uniformi è un jeans – di Berto Industria Tessile – realizzato in cotone, lino e TENCEL™ di Lenzing, mentre l’azienda che ha prodotto il tessuto e supportato il progetto è parte della piattaforma di Fashion B.E.S.T. e produce attraverso una filiera italiana tracciata e certificata.
Il commento di Saverio Teruzzi
“Per prima cosa – ha affermato Saverio Teruzzi – vorrei sottolineare l’importanza di Accademia Unidee e della seconda edizione, proprio mentre sono attive le iscrizioni alla terza, del Master in Design, Creatività e Pratiche sociali, che ci hanno dato la possibilità di entrare in contatto con Food for Soul, che ci ha fatto conoscere e riconoscere in molti punti che abbiamo in comune. Continuo usando le parole di Jill Conklin, Strategic Development Officer per Food for Soul: vogliamo che l’Opera Demopratica ci accompagni in tutte le nostri sedi nel mondo; Ginevra è e sarà un esempio da seguire. Per concludere invece vorrei citare Massimo Bottura che ci raccontava di come nei suoi corsi, parlando della luce, prendeva in prestito concetti dell’arte e dell’arte contemporanea partendo da Piero della Francesca e arrivando a Michelangelo Pistoletto. Aggiungo solo i ringraziamenti allo staff di Refettorio Ginevra e Fondazione MATER, da Walter el Nagar, a Rina Gjinali e Jimmy Thiebaud: grazie per averci coinvolto in questa grande avventura”.