Salvare vite umane con i droni: è questa la mission della nuova startup californiana Zipline, che cerca di ovviare al problema dell’emergenza sanitaria in Uganda. Nello Stato dell’Africa Orientale, infatti, i dispositivi in questione forniscono medicinali alle cliniche ubicate in zone critiche o difficili da raggiungere. Il problema della distanza viene così risolto grazie alla tecnologia. Come funziona il servizio? I dottori, con un clic o una chiamata (o addirittura tramite WhatsApp), ordinano farmaci o sacche di sangue per i casi più critici e il drone si attiva per recapitare il rifornimento. Una volta giunto sul posto, l’oggetto volante lascia cadere un paracadute biodegradabile con il pacco contente il necessario richiesto. Niente più viaggi pericolosi per trasportare cure o strumenti medici, anche le zone più impervie potranno essere raggiunte. Una svolta fondamentale per la popolazione che andrà a beneficio dei soggetti in condizioni critiche. Le operazioni sono state un successo per la ditta americana, con oltre 35 milioni di dollari di fondi.
L’azienda statunitense non è nuova a progetti di questo tipo. Dopo che il servizio prese piede in Ruanda nell’autunno dello scorso anno, il prossimo target per il 2018 è la Tanzania. Nello Stato africano, infatti, il governo si appresta a collaborare con Zipline per far nascere quattro centri di distribuzione. Lo scopo sarebbe organizzare un sistema di consegne che permetta di portare sacche di plasma a un migliaio di ospedali o strutture mediche. Non solo sangue, ma anche farmaci per curare o trattare malattie quali la malaria o l’HIV. Altro fattore positivo sono le tempistiche: i droni (chiamati Zips) possono trasportare un chilo e mezzo di sangue in un tempo medio di 30 minuti, volando a circa 100km/h. Nello specifico, i soggetti che beneficeranno maggiormente della novità saranno le donne incinta e i bambini affetti dalla malattia delle zanzare Anopheles. Gli zips potranno così salvare molte vite umane, in particolar modo tra il sesso femminile in caso di gravidanza: in Tanzania si registrano più di 550 morti ogni 10mila parti.
Un aiuto concreto che ‘viene dal cielo’, ma non in senso religioso: la divinità, in questo caso, si chiama tecnologia.