Dare voce a riflessioni innovative sui rapporti instaurati tra la creazione, la cultura, il patrimonio e lo sviluppo della moderna metropoli mediterranea ed europea: è stata questa una delle mission di Alessandria: (ri)attivazione di immaginari urbani comuni, progetto che mira a offrire uno sguardo nuovo sulle numerose sfide affrontate dai settori delle arti e del patrimonio, attraverso il prisma simbolico e storico della città di Alessandria d’Egitto e le sue influenze sullo sviluppo urbano nel Mediterraneo e oltre. In quest’ottica, per il progetto Caravan Residency Program: Thinking with Alexandria sono stati selezionati sedici creativi che, nell’arco di sei mesi di ricerca, hanno partecipato alle residenze nomadi in giro per l’Europa e l’Egitto.
A febbraio a Biella, tutti insieme, hanno avuto modo di iniziare ad affrontare le prime tematiche e dare origine ai primi dibattiti legati alla creazione, alla cultura, al patrimonio e allo sviluppo della moderna metropoli mediterranea ed europea in relazione con le influenze di Alessandria d’Egitto. Successivamente il gruppo si è spostato ad Alessandria d’Egitto e poi, divisi a gruppi, gli artisti si sono confrontati con le città di Atene, Bruxelles, Marsiglia e Nicosia.
All’interno del programma “Caravan”, gli attori delle diverse esperienze non sono stati esclusivamente i sedici selezionati a livello internazionale, ma anche le organizzazioni locali delle città partner ed i cinque social entrepreneur, uno per ogni residenza. I social entrepreneur sono state le figure con il compito di guidare i residenti in questo percorso e metterli in contatto con il tessuto sociale di riferimento.
In una serie di articoli che verranno pubblicati sul Journal approfondiremo le residenze nelle singole città.
Alessandria d’Egitto
La seconda tappa del programma “Caravan”, svoltasi nella città di Alessandria d’Egitto dal 21 marzo al 2 aprile 2022, ha inizialmente rappresentato una sorta di prosecuzione di ciò che era emerso durante la settimana di residenza a Biella ma in delle circostanze differenti. Tuttavia, dopo i primi giorni di assestamento e di confronto con gli esperti locali di Alessandria, è iniziata la scoperta della chimerica città portuale. Attraverso le visite all’interno di spazi storici e pubblici, tra cui gli archivi del “Centre d’Études Alexandrines”, e attraverso le passeggiate urbane, prima con la guida di Omar Nagati (direttore di CLUSTER) e poi con la libertà di perdersi nelle antiche vie della città egiziana, il gruppo ha avuto modo di conoscere la corrente scena artistica e culturale di Alessandria d’Egitto.
Per ampliare le conoscenze dei partecipanti sono state fondamentali le conversazioni e i dibattiti con gli esperti locali selezionati dalla manager culturale, curatrice e social entrepreneur per il progetto Sarah Baghat. Per esempio, Marwa Abdel Gawad, mediatrice culturale e responsabile del servizio pedagogico del Centre D’Études Alexandrines, ha affrontato il tema dell’acqua esponendo il ruolo simbolico che questo elemento naturale rappresenta per gli abitanti e raccontando la storia del sistema idrico alessandrino. Inoltre, per conoscere a fondo il patrimonio di Alessandria d’Egitto, i residenti hanno avuto modo di interagire con quattro artisti locali che hanno presentato i loro progetti multidisciplinari. Tra di essi vi è stato Mohamed Adel Dessouki, artista e architetto, che, mostrando il suo progetto Save Alex, ha spiegato il proprio intento di salvare e documentare gli edifici storici della città dalle demolizioni portate dal rapido sviluppo, rivendicando le infrastrutture come bene pubblico. Inoltre, attraverso la creazione di un archivio fittizio che raccoglie diverse testimonianze e narrazioni, l’architetto ha cercato di dimostrare come, in certi casi, i fatti divulgati dal governo, in realtà, non rappresentino una verità assoluta, bensì, siano una faccia di una storia più ampia caratterizzata anche da ulteriori versioni.
Invece, la fotografa e ricercatrice Yasmine Hussein ha voluto orientare la sua arte, ovvero, le sue foto, verso la raffigurazione di tre giardini storici di Alessandria così da mostrare un simbolo delle pratiche sociali della città e della sua evoluzione nel corso degli anni. Ulteriormente differente è stato l’incontro con l’artista visivo, editore e scrittore Mohamed A. Gawad, che ha mostrato il suo studio virtuale, proponendo i suoi lavori e rivelando le sue preoccupazioni riguardo il tema dell’acqua e della società.
Per di più, anche l’arte visiva del cinema ha avuto un ruolo importante nell’esperienza dei residenti ad Alessandria. Infatti, oltre alla visita al “Behna Films”, dedicata alla conservazione dei film e dei relativi materiali promozionali appartenenti al periodo fiorente del cinema egiziano dagli anni ’30 agli anni ’50, al teatro del Institut Français d’Egypte, sono state organizzate delle proiezioni cinematografiche di documentari e video sperimentali. Questi ultimi sono stati co-curati dal regista Mohamed Zedan e da Sarah Bahgat, e consistevano in brevi documentari e video sperimentali, tutti diretti da registi alessandrini, che mostravano la città, gli abitanti e le ‘contraddizioni’ tra il 2010 e il 2022. La conclusione di entrambe le settimane di residenza ad Alessandria d’Egitto sono state a organizzata attorno ad una discussione collettiva con la presenza della curatrice del progetto Sarah Rifky che, da remoto, ha partecipato ai confronti riguardanti le due settimane trascorse ad Alessandria, sia da un punto di vista locale sia internazionale.
I protagonisti della seconda residenza ad Alessandria d’Egitto
Il programma è stato curato dalla social entrepreneur e curatrice Sarah Bahgat, prodotto da B’Sarya for arts, in collaborazione con l’Institut Français d’Egypte à Alexandrie.
Gli esperti locali: Omar Nagati (Direttore di CLUSTER), Marwa Abdel Gawad (ricercatrice presso Centre d’Etudes Alexandrines), l’archivista e fotografa Yasmine Hussein, l’artista Mohamed A. Gawad, l’accademico e artista Mohamed Adel Dessouki e il regista Mohamed Zedan.
I partecipanti della prima settimana (21/03/2022 – 26/03/2022) sono stati: Islam Shabana (Egitto), Sara Fakhry Ismail (Egitto), George Moraitis (Grecia), Latent Community (Sotiris Tsiganos + Ionian Bisai, Grecia), Nina Kurtela (Croazia), Mark Lotfy (Egitto), Stella Ioannidou (Grecia), Alexandre Field (SE Marsiglia) e Demetra Ignatiou (Nicosia). Mentre, quelli della seconda settimana (28/03/2022 – 2/04/2022) sono stati: Neja Tomsic (Slovenia), Chiara Cartuccia (UK, Italia), Onur Çimen (Turchia), Post Disaster (Gabriele Leo + Grazia Mappa) (Italia), Virgil b/g taylor (US/Germania), Lodovica Guarnieri (UK, Italia), Mahmoud El Safadi (Libano), Omnia Sabry (Egitto), Zeynep Kaserci (UK, Turchia), Pauline de la Boulaye (SE Bruxelles) ed Electra Karatza (SE Atene).
Sarah Baghat, la social entrepreneur della residenza ad Alessandria d’Egitto
Ad occuparsi della gestione, della guida e della mappatura della seconda tappa del programma Caravan ad Alessandria d’Egitto è stata Sarah Baghat. Si tratta di una manager culturale con sede al Cairo e con una vasta esperienza nei settori del cinema, della letteratura, delle arti visive e della musica. Mentre curava i programmi pubblici presso l’istituzione d’arte di punta dell’Egitto, Townhouse Gallery (2014-2018), ha avviato i Townhouse Salons, una serie mensile di conversazioni letterarie tenute con artisti, scrittori, storici della cultura e critici. Dopo tale periodo e negli ultimi tre anni, Sarah ha lavorato come project manager presso la sede artistica e culturale del Danish-Egyptian Dialogue Initiative (DEDI), un’organizzazione intergovernativa creata per promuovere gli scambi interculturali tra Egitto e Danimarca. La sua posizione come programmatrice cinematografica presso l’Istituto fiammingo dei Paesi Bassi al Cairo (NVIC) le ha permesso di perseguire la sua passione per le produzioni audiovisive indipendenti. Al momento, Sarah sta lavorando in modo indipendente con artisti e istituzioni per lo sviluppo di un portfolio diversificato di programmi culturali critici, rilevanti e socialmente impegnati.