Dare voce a riflessioni innovative sui rapporti instaurati tra la creazione, la cultura, il patrimonio e lo sviluppo della moderna metropoli mediterranea ed europea: è stata questa una delle mission di Alessandria: (ri)attivazione di immaginari urbani comuni, progetto che mira a offrire uno sguardo nuovo sulle numerose sfide affrontate dai settori delle arti e del patrimonio, attraverso il prisma simbolico e storico della città di Alessandria d’Egitto e le sue influenze sullo sviluppo urbano nel Mediterraneo e oltre. In quest’ottica, per il progetto Caravan Residency Program: Thinking with Alexandria sono stati selezionati sedici creativi che, nell’arco di sei mesi di ricerca, hanno partecipato alle residenze nomadi in giro per l’Europa e l’Egitto.
A febbraio a Biella, tutti insieme, hanno avuto modo di iniziare ad affrontare le prime tematiche e dare origine ai primi dibattiti legati alla creazione, alla cultura, al patrimonio e allo sviluppo della moderna metropoli mediterranea ed europea in relazione con le influenze di Alessandria d’Egitto. Successivamente il gruppo si è spostato ad Alessandria d’Egitto e poi, divisi a gruppi, gli artisti si sono confrontati con le città di Atene, Bruxelles, Marsiglia e Nicosia. All’interno del programma “Caravan”, gli attori delle diverse esperienze non sono stati esclusivamente i sedici selezionati a livello internazionale, ma anche le organizzazioni locali delle città partner ed i cinque social entrepreneur, uno per ogni residenza. I social entrepreneur sono state le figure con il compito di guidare i residenti in questo percorso e metterli in contatto con il tessuto sociale di riferimento.
Quello che segue è l’ultimo della serie di articoli dedicata a mettere in luce le residenze nelle singole città.
Marsiglia
In contemporanea alla residenza di Atene, la settimana dal 16 al 21 maggio, altri selezionati dal “Caravan Residency Program” hanno partecipato alla tappa tenutasi a Marsiglia, città portuale della Costa Azzurra, in Francia. Il Social Entrepreneur Alexandre Fiels (architetto e docente presso la Scuola Nazionale di Architettura di Marsiglia), come ha sottolineato nel rapporto finale di quest’esperienza, ha organizzato i sei giorni in terra francese basandosi sugli obiettivi generali del progetto espressi durante le tappe precedenti, in particolare quelle iniziali di Biella ed Alessandria. Infatti, non è stata casuale la visita al MUCEM, Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo, come prima attività del soggiorno così da poter evidenziare i legami tra i diversi poli urbani sul Mediterraneo.
Anche nei giorni successivi vi sono state altre immersioni all’interno dei musei della città francese, ma è stata l’esplorazione dei quartieri della città ad aver caratterizzato le sei giornate della residenza e ad aver mostrato una panoramica generale delle caratteristiche della città portuale francese. I quartieri meridionali hanno permesso la scoperta de “La Cité Radieuse”, il progetto di edilizia collettiva realizzato da le Corbusier nel 1945. Attraverso la visita di questo capolavoro architettonico è stata offerta un’introduzione alla lunga storia di sperimentazione dell’edilizia sociale di Marsiglia, sia all’indomani della Seconda Guerra Mondiale sia dopo gli accordi di Evian del 1962 di trasformare “l’abitazione in un vero e proprio servizio pubblico” e di “sostituire la città”.
Tuttavia, sono stati i quartieri settentrionali ad aver mostrato un lato della città più lontano e distaccato dal centro del polo urbano. Una distanza che, come ha spiegato Soly Mohamed Mbae, ex membro della band rap B.Vice e fondatore della Sound Musical School, si è cercata di diminuire, negli anni ’90, attraverso un vasto progetto di rinnovamento. Ovviamente, non poteva mancare la passeggiata lungo la corniche per scoprire il rapporto della città con il suo porto, ed il modo in cui la costa viene gradualmente resa accessibile al pubblico.
Inoltre, vi sono stati numerosi incontri con le associazioni e le personalità locali durante i quali, tra i diversi aspetti affrontati, è emersa, in particolare, l’importanza degli archivi. Infatti, sia i membri del Gruppo di Liberazione Omosessuale sia i componenti del Centro Risorse e Conservazione del MUCEM hanno dimostrato come la conservazione del lavoro passato, da volantini a cassette audio, diventi necessario nel futuro e possa, in certi casi, convertirsi in un vero e proprio “attivismo archivistico”. Per far sì che i residenti alla tappa di Marsiglia potessero godersi l’ultimo giorno tra le vie della città francese, l’end-of-residency forum è stato realizzato il penultimo giorno, al MUCEM. Durante questo momento dedicato al confronto collettivo sono emersi i temi ed i campi d’indagine affrontati durante il soggiorno e le modalità con cui queste ricerche possano continuare e svilupparsi oltre la fine della residenza.