L’University of Toronto, la più grande università canadese in termini di popolazione studentesca fondata nel 1827, sta per concludere il corso online Equity, Ethics, and Justice in International Development. Quest’ultimo, iniziato il 13 gennaio scorso, si pone un duplice obiettivo: da una parte affrontare e approfondire i concetti di equità, etica e giustizia e gli approcci transdisciplinari per la formulazione e l’attuazione di strategie di sviluppo incentrate sull’uomo, sostenibili ed efficaci; dall’altro, sta portando a esaminare approcci alternativi proposti da individui e comunità di tutto il mondo, mettendo in luce in particolare pratiche collettive basate sulla comunità e specifiche del contesto per superare le condizioni globali e locali di emarginazione, esclusione e disuguaglianza. “Negli ultimi decenni – si legge nella presentazione del corso – la concezione dello sviluppo internazionale e i programmi, i piani e le politiche istituzionali ad esso associati sono stati messi in discussione e riformulati da molti studiosi e professionisti. Pertanto, anche se non approfondiremo completamente queste critiche, esamineremo brevemente alcune di esse e le loro implicazioni”.
Il corso, di dodici settimane, si articola quindi attraverso testimonianze e interventi di relatori di differenti ambiti (uno alla settimana, ogni mercoledì), fornendo agli studenti gli strumenti analitici necessari per affrontare i temi chiave dei talk con rigore critico e storico. Nello specifico, si suddivide in quattro moduli: nel primo è stato approfondito cosa “rende critica la teoria critica” e come si relaziona e si applica agli studi sullo sviluppo internazionale; il secondo ha affrontato i modi in cui culture diverse determinano la produzione di conoscenza e le strutture concettuali da cui attingiamo, soprattutto in riferimento ai temi legati allo sviluppo internazionale; il terzo si è basato sulle modalità di accesso, tra sfide e metodologie dello sviluppo internazionale; il quarto, quello in corso, permetterà ai partecipanti di avere familiarità con esempi concreti di aree di emissione e attori impegnati in sforzi alternativi per lo sviluppo internazionale in contesti specifici come arti e nuove tecnologie. Quest’ultimo modulo si chiuderà con uno speech di Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, che sarà protagonista di un intervento sulla demopraxia. L’incontro, in programma per mercoledì 7 aprile, verterà inoltre sulla sulla pratica e sulla ricerca artistica della realtà biellese: “Cittadellarte – viene così presentata dall’università canadese – mira a produrre e ispirare un cambiamento responsabile nella società civile attraverso idee e progetti creativi”.