Un’analisi sulla storia del denaro, con un focus sul conio delle monete e sull’estrazione dei metalli, e un’indagine sui processi scultorei con un approfondimento sulla costruzione di una fonderia artigianale: è su questo, in sintesi, che si è basata la ricerca dell’artista Claire Bouffay realizzata durante la residenza Grand Tour, tenutasi negli spazi della Fondazione Pistoletto dal 17 ottobre al 30 novembre 2021. L’esperienza, proposta da UNIDEE residency programs in partnership con l’Institut français Italia (IFI) e con il Franco-German Youth Office (FGYO), è stata concepita e progettata secondo la metodologia di UNIDEE, che unisce pratica e teoria, attraverso workshop, seminari e incontri con esperti, visite in studio e viaggi ritagliati sugli interessi dell’artista; Claire, in quest’ottica, è stata assistita nella sua ricerca dal team di UNIDEE composto da Juan Sandoval, Andy Abbott, Clara Tosetti e Annalisa Zegna. L’artista ha quindi vissuto a Cittadellarte per due settimane, avvalendosi della partecipazione a uno degli UNIDEE Labs 2021, ossia Tools and technologies for embedded arts practice, curati da Andy Abbott insieme a i mentori Jeanne van Heeswijk, Paul O’ Neill, Mick Wilson e Yvonne Carmichael. Durante il modulo sono state proposte critiche di gruppo, workshop con facilitazioni e attività informali creando così uno spazio ad hoc in cui i partecipanti hanno acquisto nuovi stimoli e metodologie utili a dare nuova linfa ai propri progetti di ricerca. I laboratori svoltisi negli spazi della Fondazione Pistoletto si sono posti quindi come studio condiviso per discussioni di gruppo, sessioni di condivisione e presentazioni, con l’opportunità di esplorazione immersiva per calarsi nel contesto dei paesaggi postindustriali e rurali di Biella.
Chi è Claire Bouffay
Claire Bouffay, nata nel 1997 a Nîmes, ha conseguito un master presso la National school of art Villa Arson, a Nizza. È una giovane artista che opera all’interno di un ampio campo di sperimentazioni, con tecniche e materiali differenti e mixando molte discipline, come la scultura, il design, la ceramica. Il suo lavoro è legato alla ricerca storica e antropologica, e in particolare alla storia dei sistemi economici. Fa parte del collettivo artistico Wanda Green e sta lavorando all’interno di questo gruppo su una mostra multidisciplinare che mette in discussione la classica separazione tra natura e cultura esplorando le tecnologie sostenibili e la robotica fai-da-te.
Tra denaro e metalli
Claire Bouffay, parallelamente alla partecipazione al Lab UNIDEE, ha avuto l’opportunità di esplorare alcuni luoghi legati alla sua ricerca, tra cui la Riserva Naturale Speciale La Bessa, i siti archeologici dell’Oasi Zegna e il Museo del Territorio Biellese, oltre ad alcune visite a musei e istituzioni d’arte a Torino e Milano. Raccogliendo questi stimoli, Claire Bouffay ha esaminato la storia del denaro, in particolare la storia del conio delle monete e dell’estrazione dei metalli. Questa ricerca è stata fortemente radicata nel territorio di Biella, in quanto ha approfondito la storia degli antichi siti archeo-minerali delle montagne dell’Oasi Zegna, le antiche miniere d’oro della Riserva Naturale Speciale La Bessa, e la storia del comune di Masserano (che un tempo era un principato e ha prodotto una propria moneta nei secoli passati). “Lo scopo di questa ricerca – spiega il team di UNIDEE – era raccogliere conoscenze sulla costruzione delle economie di mercato e del capitalismo e tradurre queste conoscenze per creare una migliore comprensione di questa storia come mezzo per demistificare il capitalismo”. L’artista si è anche focalizzata sulle attuali alternative economiche, cercando di trovare soluzioni “su come gli individui – viene aggiunto – possono ‘riprendersi’ l’economia e iniziando a raccogliere strumenti che potrebbero aiutare in questo processo”.
Processi scultorei
Durante la residenza, Claire si è interessata anche alla sperimentazione di processi scultorei e alla costruzione di una fonderia artigianale legata alla sua esperienza biellese. L’idea della fonderia era quella di prendere appunti in modo più sensibile e astratto, per tradurre questa ricerca teorica in una forma scultorea. Il suo lavoro è infatti il risultato “di una ricerca storica – si legge nell’outcome – ma anche formale e materialistica, il cui obiettivo è trasformare il nostro rapporto con il mondo tangibile e comprenderlo meglio”. Durante il suo soggiorno ha poi costruito un forno dove ha fuso oggetti di metallo riciclato in bronzo, alluminio e stagno per creare le forme che ha realizzato durante il periodo della sua ricerca. “Prendersi del tempo per sperimentare i materiali – ha concluso il team di UNIDEE – è stato molto importante, poiché crede che anche quei materiali abbiano storie da raccontarci, possano essere parte delle nostre conversazioni e possano aiutarci a creare uno spazio di incroci, da cui nuovi futuri e nuovi potrebbero emergere vite”.