“Inizialmente formato come pittore, l’artista combina diversi media, spesso incorporando immagini trovate e storie di attualità, azioni, disegni, dipinti e installazioni. Nelle sue opere l’artista esplora l’economia del capitale simbolico, l’apparizione e la sparizione dei valori culturali e allo stesso tempo la confronta con preoccupazioni culturali, sociali e politiche”: si presenta così Vitalij Strigunkov nel suo sito web, artista visivo che è uno degli aficionados di UNIDEE. Per tre volte, infatti, ha preso parte ai moduli: Recipe for Stone Soup: How to Let Time Cook Us All. Precedures for Conversational Practice in Contemporary Art nel 2015, Trauma & Revival: Contemporary Encounters. A project co-funded by the Creative Europe Programme of the EU nel 2017 e Rituals of the Contemporary la scorsa settimana (dal 14 al 20 luglio). Tre esperienze – a distanza di due anni ciascuna – con altrettanti mentori che hanno segnato e contaminato virtuosamente la pratica artistica di Vitalij, che, ai nostri microfoni, ha ripercorso le tre esperienze a Cittadellarte.
Vitalij Strigunkov. Crediti: Eleonora Roaro.
L’artista esordisce mettendo il luce il suo primo approccio con Cittadellarte, rivelando come è venuto a conoscenza di UNIDEE: “Dopo la laurea – spiega – desideravo prendere parte a una residenza artistica, così mi misi a cercarne una adatta. Durante questa ricerca vidi l’immagine di un’opera che mi colpì molto, ovvero ‘Luminous Will’ dei Raqs Media Collective. UNIDEE – che ho quindi conosciuto attraverso un sito di residenze – proponeva un modulo dove il mentore sarebbe stato proprio un membro del collettivo, Monica Narula. Così decisi di iscrivermi a quel modulo, anche in considerazione del fatto che apprezzavo molto il Raqs Media Collective. Da residente ho avuto la possibilità di scoprire e condividere un diverso approccio artistico alla conoscenza: quei cinque giorni mi hanno colpito positivamente, sia per la qualità del programma del corso sia per la possibilità di lavorare con artisti e curatori che sarebbe stato difficile incontrare nelle accademie”.
Vitalij alla residenza del 2015 con il gruppo di residenti.
Come anticipato, la seconda partecipazione di Vitalij è stata in occasione di Trauma & Revival, con mentore Aria Spinelli, un modulo residenziale di 3 settimane svoltosi tra Biella e Riga e incentrato sulle relazioni – e nello specifico sulle (im)possibilità di comunicazione – tra Est e Ovest Europa. “Aria Spinelli – racconta – ha proposto un programma interessante e ambizioso, soprattutto nella selezione degli ospiti: Alexei Penzin, Anna Zafesova, Viktor Misiano, Jesús Carrillo Castillo, Kuba Szreder, iLiana Fokianaki. La partecipazione al modulo, per me, ha rappresentato una possibilità (e un tentativo) di capire il luogo in cui vivo da un punto di vista distante. La residenza, infatti, mi ha permesso di lavorare contemporaneamente su empatia ed estraneità tra Est e Ovest Europa”.
Vitalij alla residenza del 2017 con il gruppo di residenti.
Vitalij ha poi specificato quale tipo di influenza hanno avuto i moduli UNIDEE nella sua pratica artistica: “Partecipare ai moduli UNIDEE – sottolinea – non è solo produrre un lavoro finale, ma è approfondire tematiche, scoprire nuovi metodi, informazioni e persone che ritornano nel tempo. Ad esempio, dopo il modulo ‘Trauma & Revival’, ho portato avanti il progetto ‘News for elsewhere’ insieme a Krzysztof Gutfrański, un altro residente. Il lavoro, originariamente presentato a Biella, si è sviluppato come un’edizione indipendente del magazine online del Ujazdowski Castle Center for Contemporary Art a Varsavia”.
Vitalij all’ultimo Modulo Zegna con il gruppo di residenti.
Interrogato su quale fosse l’unicità dei moduli di UNIDEE, l’artista ha replicato identificando la ‘condivisione della conoscenza’ come elemento cardine: “Quando lavori come artista, spesso ti concentri su un tema, su un argomento e lo studi a fondo, fino a conoscerlo nella sua interezza. Ed è lì che il tuo dominio diventa quello dell’unkown (non conosciuto). UNIDEE, grazie ai suoi mentori e ai suoi programmi, ti permette di investigare questo unknown con approcci e punti di vista diversi e inediti. UNIDEE, infatti, permette di vedere e superare i limiti, concentrando il proprio lavoro in un tempo limitato e facendo brainstorming”.
Vitalij durante la preparazione della sua ricerca nell’ultimo Modulo Zegna.
In relazione al Terzo Paradiso e alla trinamica, ci siamo riferiti al numero 3 per domandare a Vitalij di definire UNIDEE in tre parole: “UNIDEE – ha risposto – per me è precisione, approccio ampio e collaborazione; permette, inoltre, di andare oltre i tradizionali metodi e sistemi educativi, lavorando con persone provenienti da tutto il mondo con le quali hai la possibilità di collaborare e creare nuove opportunità”. L’artista ha concluso spiegando cosa rappresenta per lui il Terzo Paradiso: “Per me è un’immagine forte e iconica, una sorta di simbolo di Cittadellarte. È un progetto ambizioso in linea con il lavoro di Michelangelo Pistoletto. Credo abbia molto potenziale e sono curioso di sapere come si svilupperà”.