Esplorare e promuovere soluzioni pratiche per la transizione verso un’economia basata al 99% su energie rinnovabili: è stato questo, in sintesi, l’obiettivo dell’Ecofuturo Festival, evento articolatosi attraverso la partecipazione di oltre 100 relatori provenienti dal mondo della ricerca, dell’università, delle associazioni e dell’industria. L’evento, andato in scena dall’8 all’11 maggio alla Città dell’Altra Economia di Roma, ha fatto registrare un successo di pubblico: duemila persone presenti nel corso delle quattro giornate del festival, un milione di spettatori già nelle prime 8 dirette; un trend che è ancora in crescita, visto che il festival continua ancora online per un totale di 28 dirette. Come riportato in un nostro precedente articolo, Ecofuturo festival, nello specifico, nasce nel 2014 – da un’idea dei tre cofondatori, Fabio Roggiolani, Michele Dotti e Jacopo Fo – ed è costituito da una rete di aziende, professionisti e ricercatori che annualmente si incontrano per diffondere al grande pubblico le più rilevanti innovazioni ed i nuovi approcci tecnologici per la risoluzione dei problemi energetici, ambientali e climatici.
La voce di Dotti
Nel 2020 ha ampliato ulteriormente il suo pubblico con l’apertura della fiera virtuale EXCO Ecofuturo Virtual Fair, per rendere accessibile le innovazioni di Ecofuturo festival 365 giorni all’anno, da qualsiasi parte del mondo e in modo completamente gratuito grazie alla app EXCO per iOS e Android. “Il clima che si è respirato in queste quattro giornate – ha affermato Michele Dotti, direttore di Ecofuturo Magazine, rivista di Ecofuturo, cofondatore del festival – è stato di grande collaborazione tra tutti gli attori coinvolti, del mondo della ricerca, dell’impresa e dell’associazionismo. Dobbiamo fare in modo che l’ecologia sia tutta nella stessa direzione, remando per raggiungere i risultati condivisi. Le grandi sfide ambientali che abbiamo davanti sono talmente grandi che solo tutti insieme possiamo sperare di vincerle”.
Le tematiche del festival
Nell’undicesima edizione del festival, dal titolo Un Mondo 99% Rinnovabile per l’Equofuturo, sono state affrontate le seguenti tematiche: nella prima giornata di festival sono state protagoniste le Comunità Energetiche Rinnovabili; nella seconda giornata si è parlato del ruolo dell’agricoltura come settore trainante della transizione ecologica, la diffusione di energie rinnovabili e la cattura della CO2, con approfondimenti sulla mobilità sostenibile, analizzando le soluzioni più avanzate quali l’idrogeno, il biometano e il trasporto elettrico; la terza giornata è stata dedicata ad approfondire tematiche come case green e sostenibili, comunità energetiche condominiali, rinnovabili e best practices per la tutela dell’ambiente; la giornata di sabato è stata rivolta invece al benessere, al cibo equo e sostenibile, a come realizzare un ortobioattivo e prodursi ortaggi ad alto valore nutraceutico.
Il Terzo Paradiso e la partecipazione di Teruzzi
Tra i numerosi talk previsti nella quattro giorni, sabato 11 maggio è stato posto i riflettori il simbolo trinamico: al mattino si è tenuto l’incontro Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto: la formula della creazione, il connubio tra natura e tecnologia. I relatori protagonisti dell’appuntamento sono stati Francesco Saverio Teruzzi, coordinatore degli ambasciatori Rebirth oltre che Artivatore Cultural Project Manager della Fondazione Pistoletto, Elena Pagliai di Ecofuturo e Stefano Zago, direttore di TeleAmbiente. Per sottolineare la connessione tra uomo e natura, Teruzzi si è soffermato sul simbolo trinamico ideato da Michelangelo Pistoletto, che assume forma concreta e operativa attraverso le attività di Cittadellarte e della sua rete globale. “Azione e innovazione creano il concetto di sostenibilità e armonia – ha sottolineato Teruzzi – alle quali tutti noi dobbiamo propendere, non tanto perché non esiste un pianeta B, ma perché non esiste un’umanità B su cui dobbiamo tener conto per il futuro. Azione e innovazione e al centro, nel Terzo Paradiso, una proposta: un enorme spazio bianco – ha concluso – che dobbiamo riempire noi, ma dobbiamo farlo in fretta perché non c’è più tanto tempo”.