“Nel paese delle ultime cose”, al Bosco Urbano del Terzo Paradiso una performance sonora interattiva
Il 28 gennaio, dalle ore 14 presso il parco fluviale Savena, si terrà un esercizio di ascolto e immaginazione, intimo e condiviso, proposto dal collettivo Santa Bellezza. “Chiederemo ad ognuno dei partecipanti - spiegano gli organizzatori - di attraversare lo spazio del bosco urbano incontrando l'ascolto di diverse installazioni sonore, echi di perdita, azzeramento e visione, provando ad osservare ciò che emerge in noi”.

Cosa rimane dopo la catastrofe? Cosa sopravvivere per noi alla devastazione? Siamo alla ricerca di radici generative, semi di rinnovamento, per dare vita a spazi protetti di fioritura. Di fronte alla brutalità azzerante delle guerre, alle politiche fagocitanti del profitto, alle logiche di supremazia e violenza, allo svuotamento semantico del linguaggio e delle culture, cosa resta? Siamo nel punto zero, uno spazio vuoto post apocalittico e potenzialmente molto fertile, una soglia liminare dove il cataclisma è appena avvenuto e noi ci ritroviamo lì subito dopo, alla ricerca delle ultime tracce per una possibile ricostruzione”. Viene così presentata Nel paese delle ultime cose, performance sonora interattiva che si terrà a partire dalle ore 14 al Bosco Urbano del Terzo Paradiso, nel parco fluviale Savena (altezza Carteria di Sesto), domenica prossima. Nel dietro le quinte dell’evento figura Santa Bellezza, collettivo culturale formato da artisti, ricercatori, attivisti: i protagonisti dello show, nello specifico, saranno Noemi Pellicciari (corpo e voce), l’ambasciatrice Rebirth/Terzo Pradiso Cecilia Lorenzetti (corpo e voce) e Luca Serio (musica e suoni). L’appuntamento è inoltre proposto nel contesto della seconda tappa del festival diffuso FARò – Pratiche Estetiche Politiche, ideato dal collettivo TIST per affrontare le procedure collaborative dell’arte contemporanea e nato dalla necessità di avvicinare i campi dell’estetica e della politica e dichiarare lo spazio del sensibile nella pratica condivisa.

L’obiettivo
L’intento degli organizzatori è attivare e favorire “una essenziale riappropriazione fisica e semantica del territorio, partendo come cavernicoli post-istorici, dalla fase esplorativa atta al recupero di tutti i possibili elementi sonori che il paesaggio stesso ha da offrire (pietre, legni, foglie ma anche eventuali residui industriali)”. Si passerà poi alla loro ricomposizione e trasformazione in oggetti sonori che verranno utilizzati attivamente per la creazione estemporanea di ritmi, musiche, voci e canti in azione compartecipata col pubblico “per creare una condizione di comunità tribale – viene sottolineato – e contribuire alla percezione consapevole di cosa può nascere da ciò che resta”.

Il ruolo dei partecipanti
Chiederemo ad ognuno dei partecipanti – spiegano gli organizzatori – di attraversare lo spazio del bosco urbano incontrando l’ascolto di diverse installazioni sonore, echi di perdita, azzeramento e visione, provando ad osservare ciò che emerge in noi. Quali elementi residui persistono, quale forza, voce, gesto, rimane, c’è alla fine e all’origine di tutto? Saranno raccolti brevi scritti individuali ed anonimi su ciò che ognuno intercetterà come elemento originario e perpetuo”. Questi verranno registrati, creando una traccia audio estemporanea che “restituisca – viene aggiunto – la possibilità di un nuovo orizzonte corale”. Le installazioni sonore e la traccia audio prodotta andranno a fondersi con il live concert poetico di Santa Bellezza & Luca Serio, un dialogo tra loop station, voci, suoni di elementi naturali e artificiali, che produrrà “un tessuto riverberante – si legge nella presentazione – di immagini e significati”. Un esercizio di ascolto spaziale sul confine tra interno ed esterno, “attivatore di un’attenzione partecipe al paesaggio – viene concluso – sviluppando la consapevolezza della reciproca influenza che esiste tra etica ed estetica e che rende ogni mappa, architettura o luogo attraversato, anche un itinerario per la scoperta e la ricomposizione di valori interiori”.