“Infinito”, dalla poesia di Leopardi all’arte di Pistoletto
A Recanati è stato inaugurato un progetto espositivo che omaggia Giacomo Leopardi e il suo celebre "Infinito". Tra gli artisti protagonisti delle mostre proposte figura anche Michelangelo Pistoletto: scopriamo tutti i dettagli.

Quando una mostra unisce artisticamente Giacomo Leopardi e Michelangelo Pistoletto: il poeta maceratese e il maestro biellese, due figure lontane per tempo, luogo e ambito di competenza, saranno vicino… nell’infinito. Sì, perché Pistoletto, insieme ad artisti del calibro di Giuseppe De Nittis, Giuseppe Pellizza da Volpedo e Giovanni Anselmo, sarà protagonista di un ciclo di mostre in ‘scena’ a a Recanati, organizzate per celebrare i duecento anni dalla stesura dell’Infinito di Giacomo Leopardi. Il viaggio artistico si snoda attraverso due esposizioni, ovvero La fuggevole bellezza. Da Giuseppe De Nittis a Pellizza da Volpedo, a cura di Emanuela Angiuli, e Interminati spazi e sovrumani silenzi. Giovanni Anselmo e Michelangelo Pistoletto, a cura di Marcello Smarrelli. Il progetto espositivo, intitolato Infinito Leopardi, è stato inaugurato il 29 giugno, nel giorno del compleanno del poeta recanatese, e continuerà fino al 3 novembre a Villa Colloredo Mels. Le mostre, nello specifico, ruotano intorno all’espressione dell’infinito nell’arte in un percorso sensazionale che dall’epoca romantica ad oggi. Per quanto concerne gli autori, quelli in mostra sono i seguenti: Michelangelo Pistoletto, Giuseppe De Nittis, Emile René Ménard, Plinio Nomellini, Gaetano Previati, Amedeo Bocchi, Ettore Tito, Giuseppe Pellizza da Volpedo e Giovanni Anselmo.


Un’immagine dell’inaugurazione della mostra Interminati spazi e sovrumani silenzi. Giovanni Anselmo e Michelangelo Pistoletto. Opera: Metrocubo d’infinito in un cubo Specchiante 1966 – 2019 acciaio , luci al neon, specchio, Metrocubo d’infinito (oggetti in meno 1965 – 66) 1966 – 300 x 300 x 300 cm.

L’indagine sull’infinito – si legge nella nota stampa dell’iniziativa – comincia in età romantica con la pittura del paesaggio che riflette lo stato emotivo dell’artista osservatore e torna di relativa attualità nell’arte contemporanea, seguendo la necessità di staccarsi dalla quotidianità alla ricerca della propria spiritualità. A duecento anni dalla stesura de l’Infinito di Leopardi, la mostra vuole essere una riflessione sull’infinitezza nell’arte, un viaggio attraverso opere straordinarie con lo sguardo al di là della siepe”. La mostra è aperta da luglio a settembre tutti i giorni dalle 10 alle 19, mentre da ottobre a giugno dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Per quanto concerne Michelangelo Pistoletto, nell’esposizione è in mostra la sua opera Metrocubo d’infinito in un Cubo Specchiante. Vi proponiamo, a questo proposito, la scheda in catalogo dell’opera di Simone Ciglia: “Parte degli Oggetti in meno – una serie di opere concepita da Michelangelo Pistoletto fra il 1965 e il 1966 – Metrocubo d’infinito consiste in un cubo (delle dimensioni enunciate nel titolo) composto da sei lastre specchianti, la cui superficie riflettente è rivolta verso l’interno. La giustapposizione delle lastre produce internamente un effetto di riflessione infinita, invisibile tuttavia dall’esterno. Si tratta, nelle parole dell’artista, di ‘un corpo finito che contiene l’infinito’*.

Dai primi anni sessanta del Novecento, lo specchio è uno degli emblemi del lavoro di Pistoletto, che nella serie dei Quadri specchianti impiega un supporto riflettente per includere l’immagine dello spettatore all’interno dell’opera. In Metrocubo d’infinito, il materiale utilizzato estremizza  le sue proprietà riflettenti, generando una rappresentazione dell’infinito la cui intuizione avviene a livello concettuale. Afferma l’artista: «l’infinito è percepibile soltanto dal pensiero ed esclude la tangibilità dei sensi. La mente tuttavia entra immaginativamente nel cubo e si estende in una dimensione sconfinata, comprendendo pure il processo che l’ha generata. Attraverso questo ‘metrocubo autospecchiante’ raggiungiamo il punto di contatto tra infinito e finito*».

L’opera è stata reinterpretata in diverse modalità e contesti nel corso del tempo. Nell’ultimo decennio, Pistoletto ha inserito Metrocubo d’infinito dentro una più grande struttura praticabile rivestita internamente di superfici specchianti, replicando l’opera contenuta (Metrocubo d’infinito in un Cubo Specchiante). In questa occasione, l’installazione è stata ricreata specificatamente per gli spazi di Villa Colloredo Mels. Il Cubo Specchiante rende così percepibile il meccanismo di riflessione illimitata del Metrocubo d’infinito, coinvolgendo il visitatore in un’esperienza sensoriale che sfida i limiti umani”.


Infinito Leopardi è un progetto promosso dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario de l’Infinito di Giacomo Leopardi, istituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC), con la partecipazione di Regione Marche, Comune di Recanati, Centro Nazionale Studi Leopardiani, Casa Leopardi, Centro Mondiale della Poesia e della Cultura, Università degli Studi di Macerata e Sistema Museo.
*1 – Michelangelo Pistoletto, cit. in Michelangelo Pistoletto, Alain Elkann, La voce di Pistoletto, Bompiani, Milano 2013, p.219.
*2 – Michelangelo Pistoletto, Il Terzo Paradiso, Marsilio, Venezia 2010.
Immagine di copertina: Opera: Metrocubo d’infinito in un cubo Specchiante 1966 – 2019 acciaio , luci al neon, specchio, Metrocubo d’infinito (oggetti in meno 1965 – 66) 1966 – 300 x 300 x 300 cm.